Paura e timore

Tu mi fai rabbrividire di paura, io temo i tuoi giudizi (Sal 119, 120)

Sono rimasto colpito da questo passo mentre leggevo il salmo 119. Siamo soliti parlare di “timore di Dio”, ma non di “paura di Dio” e la distinzione che operiamo, tutta lessicale, tra timore e paura serve a farci pensare che di Dio non si debba avere paura, ma solo timore. Si tratta i realtà di distinzioni che facciamo noi e che non ritroviamo tali e quali nelle Scritture. A volte le nostre traduzioni in italiano o in altre lingue traducono sia con “timore” che con “paura” una parola ebraica o greca che in quelle lingue è la stessa… Non dico che questa distinzione sia sbagliata, ma credo che sia importante capire bene, alla luce della Scrittura, cosa sia il timore di Dio, se esista o meno una paura di Dio, e se sia giusto rabbrividire, come dice il salmista davanti a Dio.

Cominciamo però con il porci una domanda: di cosa abbiamo paura?

Ho trovato una classifica del 2020 che indica le 15 paure maggiori degli italiani1:

Le 15 paure degli italiani nel 2020

1. Paura dell’abbandono 
2. Paura di stare solo in casa 
3. Paura di guidare (amaxofobia) 
4. Paura di sentirsi male 
5. Paura di non essere amati 
6. Paura dei legami (controdipendenza) 
7. Paura di innamorarsi (philofobia) 
8. Paura di cambiare lavoro 
9. Paura della felicità (cherofobia) 
10. Ipocondria 
11. Paura di fidarsi degli altri (pistanthrofobia) 
12. Paura della gravidanza e del parto (tocofobia) 
13. Paura del tradimento 
14. Paura della morte di persone care 
15. Paura del contagio

Sicuramente la paura di Dio, o il suo timore, non sono al centro delle preoccupazioni degli italiani… Guardiamo quindi nella Scrittura in cosa consiste e quando compare la paura o il timore di Dio.

1. La paura di Adamo.

Genesi 3:10 La paura di Abramo Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».

Cercando il termine paura o timore si trovano moltissime occorrenze, ma questa non solo è la prima, ma è anche l’unica che ha questo senso. Adamo che fintanto che non aveva peccato aveva fiducia in Dio e si sentiva a posto davanti a lui, prova ora un sentimento in cui ci sono diverse componenti: senso di colpa, vergogna, consapevolezza di avere fatto qualcosa di irrimediabile, paura del giudizio, modificazione della percezione del proprio corpo e scoperta della nudità/vergogna. Questa paura di Dio è doverosa, sana e non è altro che il risultato del peccato, della scelta di decidere autonomamente cosa sia giusto e cosa sbagliato indipendentemente dalla legge di Dio. Non è una scelta di vita, ma una scelta di morte che porta appunto ad avere paura di Dio. L’incontro con il creatore avrebbe dovuto essere una gioia, mentre diventa motivo di angoscia, e desiderio di evitare l’incontro, nascondendosi.

Si tratta della prima paura che incontriamo che è anche la prima paura in assoluto, la madre delle paure, quella che deriva dall’aver rotto l’amicizia con Dio. Se andiamo a rivedere la lista delle paure in fin dei conti puntano tutte o sul pericolo di perdere la vita e soffrire fisicamente, oppure sulle relazioni con gli altri e ciò che esse implicano. Nel momento in cui la relazione con l’altro per eccellenza, Dio, è distorta, sono distorte anche tutte le altre relazioni. La vita è in pericolo come la socialità, e da qui deriva la paura.

Dio diventa a questo punto per Adamo uno sconosciuto, non più il creatore a cui tutto deve. La sua paura è quindi normale, e potremmo dire che se non si conosce Dio rimane un ché di misterioso intorno a lui che ce lo fa percepire come qualcosa di ambiguo: minaccioso per certi versi, attraente per altri, ma non sempre chiaro. Questa paura sarebbe comunque sempre meglio dell’indifferenza, che nella nostra epoca sembra dominare la relazione con Dio.

2. Paura/ Timore della presenza di Dio, numinoso.

Abbiamo diversi passi della Bibbia in cui vediamo le persone prese da timore perché sono in presenza di Dio.

  • Genesi 28:17 La paura di Giacobbe. Ebbe paura e disse: «Com’è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!»
  • Esodo 3:6 La paura di Mosè. Poi aggiunse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abraamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe». Mosè allora si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio.
  • Luca 2:9. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore.
  • Giovanni 6:19. Come ebbero remato per circa venticinque o trenta stadi, videro Gesù camminare sul mare e accostarsi alla barca; ed ebbero paura.

La paura che vediamo in questi passi sembra diversa. Non è legata a vergogna o consapevolezza di colpevolezza, ma al fatto che le persone avvertono fortemente che Dio è presente. Questo fatto incute in loro un profondo rispetto, forse anche una paura di fare qualcosa di sbagliato di offendere il Dio santissimo in cui si è in presenza e direi che è un tipo di paura auspicabile. Nella storia delle religioni si parla del concetto di “Numinoso”, coniato dal teologo Rudolf Otto che descrive appunto questo stato di mistero, di un alone di sacralità che incute spavento e riverenza insieme. Direi che è una reazione universale a quando l’uomo si trova in presenza a qualcosa di divino, ma il Dio biblico nei passi che abbiamo visto non è mai minaccioso. Permane forse qualcosa del senso di colpa di Adamo, ma predomina la concezione di piccolezza rispetto all’infinito. Un elemento importante in questa emozione è la “distanza”. Ci rendiamo conto che non ci può avvicinare a Dio come ci si avvicina ad un essere umano, infrangendo dei limiti naturali di differenziazione. Da cui il timore.

Mi sembra importante notare che nel caso di Giacobbe e anche di Mosè, quel timore accompagna un primo incontro con Dio. Oserei quindi dire che chiunque di noi qui si è convertito ha avvertito con forza la presenza del Signore che prima non avvertiva. La conversione è infatti tra le altre cose proprio questo: prendere coscienza dell’esistenza di un Dio invisibile che tuttavia si fa tangibile e percepibile, al punto che ne proviamo timore, paura. Potremo definire questa paura/timore una rivelazione della grandezza di Dio, che per una prima volta ci incute timore e ci rende responsabili davanti a lui. Va detto però che questo senso di paura/timore per la presenza esplicita non lo troviamo tante volte. Grossomodo solo nei passi che abbiamo visto. Una volta preso atto di questa presenza il timore del Signore si può manifestare in altre due forme.

3. Paura/ Timore per la potenza di Dio, suoi giudizi, sue opere in seguito a una manifestazione esplicita e concreta di questa potenza.

Gli esempi di questo tipo di paura sono molto numerosi e ne cito solo alcuni per rendere l’idea:

Esodo 14:31 Dopo il mare rosso

Israele vide la grande potenza con cui il SIGNORE aveva agito contro gli Egiziani. Il popolo perciò ebbe timore del SIGNORE, credette nel SIGNORE e nel suo servo Mosè.

Esodo 20:20

Mosè disse al popolo: «Non temete, Dio è venuto per mettervi alla prova, perché ci sia in voi timore di Dio, e così non pecchiate».

Matteo 17: 5 Durante la trasfigurazione

Mentre parlava ancora, una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra, ed ecco una voce dalla nuvola che diceva: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo». 6 I discepoli, udito ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da gran timore.

Atti 2:43

Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli.

Atti 5, 11 Anania e Saffira

10 Ed ella in quell’istante cadde ai suoi piedi e spirò. I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono accanto a suo marito. 11 Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose.

Questo sentimento di paura di un Dio che giudica indubbiamente incute un certo timore e rispetto, che aiuta a non peccare e stare attenti a come si cammina. Possiamo qui parlare tranquillamente di paura, e paradossalmente direi che non dobbiamo avere paura di avere paura di Dio! Per secoli si è fatto di Dio uno spauracchio, spesso usandolo a sproposito per manipolare l’opinione comune, per guidare le masse o per ottenere soldi, come il pagamento delle indulgenze che speculano proprio sulle paure relative ai parenti defunti. La reazione del nostro mondo secolarizzato è di dimenticare completamente che Dio possa essere un giudice e al massimo se ne riesce a parlare come di un creatore. Preferiamo parlare di spiritualità che di un Dio persona, e se proprio dobbiamo elencarne delle caratteristiche partiamo dall’amore. Ma passi come quelli appena letti, tanto nell’Antico quanto nel Nuovo Testamento ci fanno capire che ogni tanto fa anche bene avere un po’ di paura di Dio! Se stiamo sbagliando, e perdendo di vista la via chiamata di Gesù per perseguire le nostre strade perverse, fa bene fermarsi e pensare a Dio anche come un giudice che può richiamarci a sé anche con atti tremendi. Del resto la paura non è un sentimento per forza negativo: se abbiamo paura è perché ci sono effettivamente dei pericoli intorno a noi. Questa paura può essere patologica e imprigionarci nell’immobilità, ma può anche essere preventiva e sana e preservarci da pericoli. Lo stesso vale nella fede, e la paura in sé non va rifuggita, come va invece curato il senso di colpa continuo.

Del resto, proprio a questo riguardo dobbiamo citare due importanti passi che si preoccupano proprio di evitare una paura patologica:

Romani 8:15

E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!»

1Giovanni 4:18

Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore.

Se abbiamo conosciuto Dio rimane la possibilità di un timore in presenza di momenti particolari, ma la conversione ci dà uno spirito nuovo, che ci fa sentire figli! Sempre la conversione ci riempie del suo amore, che scaccia ogni paura e ci fa entrare nella perfezione dell’amore. Rimanendo timorosi di Dio, e talvolta anche spaventati, possiamo dire con fermezza che non appena si torna a Cristo, non appena ci si avvicina alla croce pensando a cosa Gesù ha fatto per noi, trasformandoci da creature di Dio a figli di Dio, la paura scompare, e rimane la gioia di un’intesa.

4. Paura/timore della maturità cristiana.


Nel cercare le occorrenze tra le Scritture dei termini paura e timore il senso predominante è questo ultimo senso, che dovrebbe una seconda reazione possibile al timore ricevuto quando abbiamo incontrato Dio. Si tratta di un timore che non si avverte né per la presenza diretta di Dio, né per un miracolo o un fatto eccezionale che riconduciamo all’azione di Dio. Una relazione continua con Dio, alimenta un timore maturo, che ci richiama di continuo verso di lui. C’è veramente l’imbarazzo della scelta perché i passi sono numerosissimi. Ne scelgo solo alcuni più rappresentativi.

  • Salmi 2:11: Servite il SIGNORE con timore,(yara) e gioite con tremore. (ryad)

Molti salmi invitano a servire il Signore sempre con circospezione e attenzione, e la gioia ed il tremito si uniscono insieme nel timore.

Abbiamo poi numerosi proverbi che sottolineano l’importanza del timore del Signore, come regola assoluta di condotta per la vita:

  • Proverbi 1:7 . Il timore del SIGNORE è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la saggezza e l’istruzione.
  • Proverbi 8:13. Il timore del SIGNORE è odiare il male; io odio la superbia, l’arroganza, la via del male e la bocca perversa
  • Proverbi 14:26. C’è grande sicurezza nel timore del SIGNORE; egli sarà un rifugio per i figli di chi lo teme.
  • Proverbi 14:27. Il timore del SIGNORE è fonte di vita e fa evitare le insidie della morte.

Il timore del Signore quindi secondo la saggezza dei proverbi ha ripercussioni su tutta la vita e non dipenda da fatti straordinari a cui assistiamo o meno. È il risultato di una vita passata in comunione con Dio che accentua la consapevolezza di una distanza, ma aiuta a vivere.

Alcuni passi del profeta Isaia, rimproverano il popolo proprio perché il fatto che il timore del Signore debba essere una costante della vita, non significa che debba essere un’abitudine.


Isaia 29:13

Il Signore ha detto: «Poiché questo popolo si avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento imparato dagli uomini, molto tempo? Per questo tu non mi temi più.

Con ancora più forza questo passo ci fa capire che il timore del Signore non è una questione solo di educazione o di cultura. Non viene dall’istruzione avuta dagli uomini, ma dall’incontro personale con il Dio della salvezza.

Geremia ci aiuta a capire che si tratta di un timore che Dio stesso mette nel cuore dell’uomo e che ritroviamo con le stesse parole nel Nuovo Testamento:

Geremia 32:40

Farò con loro un patto eterno, che non mi allontanerò più da loro per cessare di far loro del bene; metterò il mio timore nel loro cuore, perché non si allontanino da me.


Filippesi 2:12
Così, miei cari, voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quando ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore;

1Pietro 1:17

E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l’opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno;


Concludendo. La Bibbia comincia raccontandoci di un uomo che ha paura di Dio perché dopo essere stato in armonia con lui ha scelto di peccare. Nel corso della storia della salvezza Dio interviene anche con la paura, ma inculcando nel cuore di chi fa un patto con lui un timore che è privo di spavento e paura e che alimenta una relazione sana di rispetto. Viviamo in un mondo in cui il timore di Dio sembra inesistente. Il nostro compito non è quello di imporlo ex lege, cosa che sarebbe assurda in uno stato giustamente laico, ma di vivere mostrando questo timore. Un rabbino disse che portava la kippa per mostrare che c’è qualcuno al sopra di lui. Auspichiamo una kkippa spirituale fatta di timore di Dio.

1Fonte: https://www.gqitalia.it/lifestyle/article/paure-piu-comuni-persone