Efesini 6: 17
Efesini 6. L’armatura 1
10 Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. 11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; 12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. 13 Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. 14 State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; 15 mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; 16 prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. 17 Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; 18 pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi, 19 e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, 20 per il quale sono ambasciatore in catene, perché lo annunci francamente, come conviene che ne parli.
1. Prendete anche l’elmo della salvezza (17)
1. Un collegamento ben attestato:
Abbiamo detto che non sempre le immagini usate in questa armatura sono sempre collegate alle stesse virtù della fede. Ad esempio in Tessalonicesi si parla di “corazza della fede dell’amore” (2 Tes 5:8), ma quando si parla di elmo il collegamento con la salvezza è univoco. Lo troviamo sia nell’Antico che ne Nuovo Testamento e con formulazioni diverse l’elmo è presentato come un garante della salvezza:
- O Dio, Signore, tu sei la forza che mi salva, tu hai protetto il mio capo nel giorno della battaglia. (sl 140: 7)
- egli si è rivestito di giustizia come di una corazza, si è messo in capo l’elmo della salvezza, (Is 59: 17)
- preso per elmo la speranza della salvezza. ( 1 Tess 5:8)
Seppure queste attestazioni non siano numerose, sono le uniche che immagini che troviamo di un elmo, ed è inequivocabilmente legato alla salvezza. È opportuno chiedersi perché.
2. Perché l’elmo?
Per quanto gli antichi non fossero avanzati in medicina come lo siamo noi, capivano bene che il cervello era una parte estremamente importante del corpo. Collocavano spesso nel cuore o nelle interiora la forza delle passioni e la volitività di un essere umano, ma non potevano non vedere che chi è colpito alla testa perde completamente la capacità di vivere. Dovevano avere chiaro che la testa è qualcosa di estremamente prezioso.
Oggi siamo in grado di dire che un cervello produce continuamente pensieri. Alcuni studi di neuroscienziati affermano che produciamo circa 6200 pensiero al giorno (Nature communication, https://www.nature.com/articles/s41467-020-17255-9), ma altri arrivano fino a 60000 pensieri al giorno (https://www.guidapsicologi.it/articoli/7-consigli-per-liberarti-dai-pensieri-tossici#:~:text=Recenti%20studi%20neuroscientifici%20affermano%20che,ripetitivi%20e%20relativi%20al%20passato.) , e questa differenza dipende ovviamente da modo di valutare cos’è un pensiero, quando inizia, quando cambia ecc. Non mi addentro certo in queste questioni tecniche e mi limito a dire che ciò che pensiamo è molto importante perché determinerà il nostro stato di salute mentale, la nostra serenità, il nostro umore. Sarà la testa a decidere se siamo depressi o felici, se siamo soddisfatti o disperati. Immagino che questi 6000 o 60000 pensieri che produciamo saranno in parte frutto della nostra immaginazione e in pare reazione a stimoli che riceviamo dal di fuori, da parole che ci vengono rivolte, domande, o anche accuse. Va da sé che purtroppo facilmente siamo attaccati da una grande schiera – tanto per restare nel linguaggio militare – di pensieri negativi che ci assaltano la mente, buttandoci giù.
Ma se il cervello è così importante possiamo pensare che l’idea di una salvezza eterna, definitiva, stabile è proprio come un elmo che protegge da una pioggia di pensieri negativi che rischiano di uccidere. In fondo la negatività dei pensieri che produciamo dipende sempre dal fatto che ci fanno vedere la precarietà della vita presente, la sua fine, la sua potenziale cessazione, la sua caducità. Pensare all’orizzonte della salvezza futura è una protezione assoluta contro qualsiasi pensiero tossico. Se pensiamo alla salvezza, ad una vita definitiva con Dio e sicura, allora possiamo dire serenamente che: “Tutto è relativo”, perché perde forza di fronte alla prospettiva futura.
In un passo che ha molte somiglianze con quello che stiamo studiando Paolo ha detto:
3 In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; 4 infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti 5 e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; (2 Corinzi: 10: 3-5)
è sorprendente la somiglianza di linguaggio tra questo passo di Corinzi e quello di Efesini, ma vediamo bene quando non si lotta contro carne e sangue, si lotta proprio con dei pensieri. L’elmo della salvezza è un’arma psichiatrica, psicologica, terapeutica. Pensare e capire la salvezza è una protezione privilegiata contro qualsiasi forma di depressione, di tristezza, di malinconia.
Ci vuole però che la salvezza sia ben compresa e che abbia la durezza e la consistenza di un elmo da soldati! La salvezza non è un concetto vago e potenziale, per cui diciamo: “Sì, io speriamo che me la cavo”, oppure vedremo cosa succederà, in fondo Dio è buono e io non ho ucciso nessuno. Questo è fatalismo o mancanza di realismo – o di conoscenza biblica. La vera salvezza è la promessa assoluta di Dio, basata sulla croce di Cristo che per noi ha dato la sua vita, morendo al posto nostro e garantendo a chi crede una salvezza certa.
2. e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio;
Alcuni interpreti si sono chiesti se si debba intendere che la spada è lo Spirito stesso, oppure che la spada è la Parola di Dio di cui lo Spirito si serve. Direi che la spiegazione data fa preferire decisamente questa seconda interpretazione. Lo Spirito metaforicamente ha una spada e questa spada è la parola di Dio. Anche il collegamento tra spada e parola è presente in modo forte nell’epistola agli Ebrei:
Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. (Ebrei 4: 12)
1. La spada-parola difensiva usata da Gesù. Abbiamo detto fin dall’inizio che l’armatura ha funzione più difensiva che offensiva e possiamo vedere nella Scrittura un episodio importante che ci conferma proprio questo uso della Parola di Dio come spada: quando Gesù è condotto nel deserto per essere tentato da Satana, controbatte alle “tentazioni” del nemico citando testualmente passi dell’Antico Testamento, introducendoli con: “Sta scritto…”. Vediamo bene che laddove Satana attacca infilandosi in situazioni ordinarie che ci portano allo scoraggiamento, alla depressione, alla tristezza, o alla disonestà, alla licenziosità, alla stupidità ci sono parole ben precise che contrastano fortemente questi attacchi. È per questo motivo che è un’ottima cosa conoscere a memoria parti della Scrittura, perché proprio in quei momenti verranno in aiuto proprio come sono venuti in aiuto a Gesù. Chi ha la tentazione di alzare troppo il bicchiere si sentirà dire: “Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito” (Ef 5:18). Chi vuole arrabbiarsi si sentirà dire: “non abbiate altro debito se non di amarvi gli uni gli altri (Rm 13:8). In questo senso è molto bello potersi soffermare su singoli passi, come quelli del calendario, che sono pillole difensive.
2. La spada che corregge e fortifica.
Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. (Ebrei 4: 12)
Nel passo citato di Ebrei il collegamento con la difesa e l’armatura potrebbe non sembrare evidente, in quanto si sta parlando di persone che si sono sviate e che la parola di Dio giudicherà avendo una capacità introspettiva e curativa straordinaria. A ben guardare questa parola che indaga il cuore con una profondità fuori dal comune porta alla luce pensieri oscuri, probabilmente anche inconsci, fa luce sui nostri traumi, sulle nostre paure, sulle nostre debolezze, o sulle nostre pulsioni sbagliate, sui nostri istinti maligni e animali. Li giudica e li mette a posto, ma questo non è punitivo, ma curativo. La parola spada è quindi una grande difesa.
In latino esiste un proverbio famoso: si vis pacem, para bellum (se vuoi la pace, prepara la guerra). È una concezione non molto pacifista, ma se ne può cogliere il lato positivo pensando di stare pronti, senza abbassare le difese. Vale anche nell’ambito della guerra spirituale: se vogliamo vivere in pace dobbiamo avere la consapevolezza che una guerra di idee, di pensieri, di spiriti avversi è continuamente presente e che qualunque epoca, qualunque cultura, qualunque società ha una serie di idoli che adora e che puntano a distruggere la fede. L’armatura che abbiamo studiato è una bellissima immagine di preparazione. Teniamoci quindi pronti e allenati per quella guerra che in Cristo è già vinta!