Giovanni 14, 16
Gesù è la via, la verità la vita (2) – La verità Fak enews or good news?
Allora Pilato gli disse: «Ma dunque, sei tu re?» Gesù rispose: «Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». Pilato gli disse: “Che cos’è verità?” (Gv 18: 37-38)
Questo passo di apertura ci mette davanti ad una domanda posta 2000 anni fa da Pilato, che potrebbe sembrare estremamente moderna. È appunto nella modernità che con più forza ci si pone il problema di cosa sia la verità, soprattutto se confrontati ad un pensiero relativista dominante che afferma che l’unica verità è che non ci sono verità e che ogni verità è relativa. In modo molto più semplice potremmo pensare alle tante fake news che circolano in rete, che mettono di continuo in discussione una serie di verità, a riprova che rispetto al fake, esiste qualcosa di non fake, quindi di vero…
Pilato testimonia tuttavia che in ogni tempo il problema di cosa significhi verità implica una ricerca, implica dei criteri, implica uno sforzo di intelligenza ed un impegno etico che vanno al di là della semplice costatazione dei fatti. Certo, possiamo dire che è vero che oggi piove… ma già dire che fa caldo o freddo è molto soggettivo. Ancora più difficile dire che la Bibbia è vera! Che significa vera? La domanda di Pilato è in fondo questa: Gesù si fa portatore di una verità, ma Pilato sfugge chiedendosi che cosa è la verità.
Proprio come quando afferma di essere la “via”, nell’affermare di essere la verità Gesù si identifica con un concetto che non è certo nuovo, e il termine è ampiamente usato nelle Scritture. Non è sempre facile reperirlo perché il termine ebraico usato per “verità” (emet) è spesso tradotto con fedeltà, motivo per cui se facciamo una ricerca elettronica vediamo comparire il termine “verità” solo in I Sam… Dobbiamo quindi nuovamente fare lo sforzo di ricerca alcuni sensi fondamentali del termine verità per capire cosa Gesù intenda quando si identifica con la verità, e per apprezzare quindi tutta la ricchezza di questo passo.
1. fedeltà, affidabilità, stabilità, solidità, protezione.
- 9 Poi Giacobbe disse: «O Dio di Abraamo mio padre, Dio di mio padre Isacco! O SIGNORE, che mi dicesti: “Torna al tuo paese, dai tuoi parenti e ti farò del bene”, 10 io sono troppo piccolo per essere degno di tutta la benevolenza che hai usata e di tutta la fedeltà che hai dimostrata al tuo servo; (genesi 32)
- 6 Il SIGNORE passò davanti a lui, e gridò: «Il SIGNORE! il SIGNORE! il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà, (Es 34, 6)4
- Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. (Sal 91: 6)
- Perciò avrò cura di ricordarvi continuamente queste cose, benché le conosciate e siate saldi nella verità che è presso di voi. 2 Pie 1: 12
Vedete bene che qui il termine non viene tradotto con “verità”, eppure è lo stesso che viene tradotto in tal modo altrove. È interessante questo per capire quanto l’idea ebraica di verità si fonda e sia fortemente legata a quella di affidabilità, stabilità, solidità, protezione. Il senso è estremamente chiaro nel passo dell’Esodo e nel Salmo 91, in quanto questa verità è proprio una protezione, uno scudo per il popolo nel deserto o per il singolo. L’apostolo Pietro usa il termine greco “aletheia” per esprimere un concetto simile che consente di stare saldi, fermi. Riecheggiano in questi passi le parole dell’apostolo Paolo che ci ha insegnato che la verità è una cintura per i fianchi, componente importante di un’armatura protettiva.
Quando Gesù afferma di essere la verità sta dicendo ai discepoli che non solo egli è la via per andare verso Dio, ma che questa via è completamente affidabile e sicura. Non è una via su cui si smarriranno, perché è la via della verità. Dicendo “io sono la verità”, Gesù sta invitando i discepoli ad affidarsi, ad abbandonarsi a lui, a credere fortemente in lui perché egli racchiude in sé quelle caratteristiche di Dio espresse nei passi precedenti. Dio è un Dio solido ed affidabile, possiamo abbandonarci in lui come in quel gioco in cui uno si lascia cadere di schiena fidandosi degli altri.
Contemporaneamente spinge i discepoli a prendere sul serio questa verità e ad impegnarsi per essa. È la caratteristica del significato ebraico del termine verità, che implica un elemento di impegno, di fidarsi attivamente con una presa di posizione.
2. Verità opposta al falso, alla bugia come attributo di Dio
- Ora dunque prendete sette tori e sette montoni, andate a trovare il mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi stessi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi e io avrò riguardo a lui per non punire la vostra follia, poiché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe». (Giobbe 42, 8)
- Tutti i sentieri del SIGNORE sono bontà e verità per quelli che osservano il suo patto e le sue testimonianze. (salmo 25, 10)
- La bontà e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate. (salmo 85, 10)
- La somma della tua parola è verità; tutti i tuoi giusti giudizi durano in eterno. (Sal 119: 160)
- Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. (Gv 4, 23)
- Santificali nella verità: la tua parola è verità. (Gv 17, 17
- il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. (1 Tim 2: 4)
In questi passi il termine ebraico è lo stesso, ma lo traduciamo meglio con “verità”. Il senso è leggermente diverso dal primo, nel senso che si insiste sulla differenza tra vero e falso. Si osserva facilmente che questa verità è fortemente legata alla “bontà” e alla giustizia e che l’intento dei passi dell’antico testamento è di dire che le leggi di Dio lo rivelano veramente per quello che è: non offrono un’immagine falsa di Dio, ma un’immagine vera, conforme a ciò che egli veramente è. Quando passiamo al nuovo testamento Gesù si presenta come colui che rivela il vero Dio, che dice la verità su chi Dio è manifestandolo. C’è una piccola differenza rispetto a quella di affidabilità e di impegno. Il senso greco di verità dà piuttosto l’idea di “disvelamento”, di rivelazione, di togliere qualcosa per fare vedere cosa c’è sotto. Ecco perché Gesù parla di veri adoratori che adorano in Spirito, ma anche in verità, cioè secondo ciò che veramente è Dio. Ugualmente la preghiera di Gesù per i discepoli è quella di una santificazione nella verità: significa che siano impegnati integralmente in una missione al servizio di rivelare ciò che Dio è veramente.
Capire che Gesù è verità in questo senso significa soprattutto due cose:
1) Cercare il vero Dio e fuggire gli idoli. Questo significa capire chi è Dio secondo le Scritture non secondo l’idea che ce ne facciamo noi o secondo il modo in cui viene presentato da altri. I discepoli devono vivere in una continua ricerca di verità.
2) Cercare il vero significa annunciare la verità. Farla conoscere e diffonderla in tutti i modi possibili e immaginabili, perché la verità non va nascosta, ma messa in luce. Come ci sono le fake news sui prodotti commerciali e sulle persone, così ci sono tante fake news su Dio. Una serie di false credenze, di bugie, o di preconcetti che in realtà non rispecchiano il Dio della Bibbia
3. Verità come rivelazione e conoscenza su chi siamo
- conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». ( Gv 8, 32)
- quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. (Gv 16, 13)
- Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. (1 Gv 1, 8)
Il vangelo di Giovanni e le relative epistole sono estremamente ricche del termine verità. Se molti passi sottolineano la verità come una delle caratteristiche di Dio proprio in questo vangelo troviamo parole che mostrano come queste caratteristiche abbiano un impatto decisivo sulla nostra vita vita. La verità non è infatti una categoria astratta destinata a rimanere lontana per definire Dio dall’esterno, ma è qualcosa con cui chi crede entra in una profonda sintonia.
La verità quindi è ciò che libera dal peccato. La verità di Dio fa luce su di noi dicendoci ciò che siamo e quale sia la nostra verità. La nostra verità è che siamo dei peccatori, degli esseri per natura separati da Dio, che diventano realmente liberi quando rompono il legame con l’autonomia e gli sforzi di indipendenza rispetto a Dio. L’uomo è stato creato per essere in piena amicizia con Dio e libertà non significa fare ciò che si vuole, ma sapere bene quali sono i nostri limiti e quindi vivere in amicizia con Dio. Il peccato rende schiavi, esattamente come una droga, l’alcol o qualsiasi altro vizio: l’assuefazione a mentire, ingannare, rubacchiare, ci porta in un circolo vizioso che si rompe solo conoscendo la verità e confessandola. A quel punto c’è uno Spirito di verità che guida e permette di camminare conoscendo sempre più la verità.
Conclusione.
al contrario, abbiamo rifiutato gli intrighi vergognosi e non ci comportiamo con astuzia né falsifichiamo la parola di Dio, ma rendendo pubblica la verità, raccomandiamo noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio. 2 Cor 4: 2
Questo passo ben condensa le diverse parole che abbiamo considerato sopra. Una conclusione importante è la seguente. Il relativismo contiene una profonda verità, perché i punti di vista umani sono tutti relativi. Contiene anche una menzogna, perché il senso di verità è insito in ogni uomo. C’è un senso di assoluto che chiama e parla al cuore, che viene soffocato con l’ingiustizia (Rm 1:23). Gesù rivela il vero Dio.
Molti credenti fanno confusione tra l’idea che Gesù è la verità e il possesso della verità. Rendere pubblica la verità, adorare in verità, lasciarsi guidare dalla verità non significa avere in mano la verità e pensare di imporla agli altri. C’è una responsabilità nel proclamare la verità, rendendola pubblica, lasciando però che sia Gesù stesso a presentarsi ad ogni uomo come la via, la verità, la vita.