Gesù è la via, la verità, la vita

Giovanni 14, 6

Gesù è la via, la verità la vita.

È un passo del vangelo di Giovanni (14, 6) che mi è particolarmente caro. Forse è il primo passo della Bibbia che mi è rimasto impresso, che si è imposto all’adolescente ateo che ero e che mi ha imposto di riflettere sulle tre verità enunciate in questa breve affermazione.

Gesù formula questa frase parlando con i discepoli nel capitolo 14 del vangelo di Giovanni:

1 «Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio, e credete anche in me!
2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; 4 e del luogo dove io vado, sapete anche la via».5 Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?» 6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se avete conosciuto me, conoscerete anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete visto».

È piuttosto chiaro che Gesù proponendosi come “via” intende qui la via per andare al padre. Bisognerà capire cosa significa, ma è chiaro che si parla di accedere al padre, poter vedere Dio – come è esplicitato nel seguito del passo: “Chi ha visto me ha visto il padre” (v.9).

Sebbene questo sia il contesto il termine “via” ha una lunga storia biblica ed è carico di significati. Certamente Gesù è la via che va al padre, ma in un ebreo del tempo di Gesù sentire dire: “Io sono la via”, assume un significato molto ampio. Rimanendo sempre all’interno della sfera del procedere verso il padre cercheremo di riprendere alcuni passi significativi che ci fanno capire cosa significhi che Gesù è la via.

1. La via verso Dio è chiusa

 24 Così egli scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino d’Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via (derek) dell’albero della vita.

La prima occorrenza che troviamo nella Bibbia del termine “via” è proprio all’inizio di tutto, non appena dopo che l’uomo e la donna hanno deciso di essere leggere a se stessi, ignorando la legge di Dio. In Eden c’erano due alberi, di quello della vita si poteva mangiare abbondantemente, mentre quello della conoscenza del bene e del male era vietato. Adamo ed Eva scelgono il secondo, innestando nel genere umano quel “male” che viene da fuori e che rimane dentro. Ne consegue che la “via” verso la vita è a partire da quel momento chiusa, sbarrata. Sorvegliata da Cherubini in modo tale che nei secoli l’umanità prenda coscienza di cosa significhi essere separati da Dio. Siamo nella notte dei tempi e possiamo pensare alle forte componenti simboliche ed allegoriche che abbiamo in questo: ma il principio di fondo è necessario per capire il presente. Non si accede a Dio in modo diretto e naturale. La vita consistente nell’essere in comunione con Dio è sbarrata, e l’intera narrazione biblica è una lunghissima via per ricostituire l’accesso a Dio.

2. La via come dottrina/condotta

  • Camminate in tutto e per tutto per la via che il SIGNORE, il vostro Dio, vi ha prescritta, affinché viviate e siate felici e prolunghiate i vostri giorni nel paese che voi possederete». (Deuteronomio 5:33)
  • Il SIGNORE è buono e giusto; perciò insegnerà la via ai peccatori. (Salmi 25:8)
  • Io correrò per la via dei tuoi comandamenti, perché mi hai allargato il cuore. (Salmi 119:32)
  • Ascolta, figlio mio, sii saggio e dirigi il tuo cuore per la retta via. (Proverbi 23:19)

Come recuperare questa via che procede verso la vita, quindi verso il Dio che autore della vita? Un primo senso, probabilmente il predominante tra i numerosissimi versetti dell’antico Testamento che contengono il termine “via” è quello che troviamo nei passi qui sopra. La via è legata all’osservanza di comandamenti, precetti e regole date da Dio nell’intento di raddrizzare quella via che l’uomo ha distorto. È vero che le regole a molti non piacciono e che si fa fatica ad osservarne alcune, ma è anche vero che l’ordine che in genere piace a tutti viene proprio dal rispetto di alcune regole di base. Ognuno di noi ad esempio ben consapevole che non può trasformare magicamente i propri figli in dei credenti, ha cura di insegnarli i fondamenti della fede e delle regole di comportamento: insegniamo ai nostir figli una via, ed è molto importante farlo! Altrimenti nascono male.

È interessante notare che in questi passi il rispetto delle regole che vengono dal Signore è legato a felicità, a sentimenti profondi di intimità con Dio, è una raccomandazione paterna o materna e non è affatto appannaggio dei perfetti: La via viene insegnata ai peccatori, perché proprio loro hanno bisogno. La via è quindi una serie di insegnamenti su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, un’illustrazione della volontà di Dio che permette a chi cerca Dio di capire chi è e cosa vuole dall’uomo. Poter praticare la giustizia espressa nei comandamenti significa porsi su una via che avvicina a Dio purché se ne colga il senso e non vengano praticati in modo meccanico. Ma è possibile praticare questa via a prescindere da Gesù? Purtroppo per quanto sforzi l’uomo possa fare non riesce mai a seguire questa via in modo veramente dritto e completo, facilmente si s-via, esce fuori dal percorso. Un primo senso per cui Gesù è via è quello per cui queste regole diventano applicabili alla nostra vita. Conoscere Dio in Gesù significa scoprire che ciò che ci era impossibile diventa possibile, perché: “Il suo giogo è dolce e il suo carico è leggero”. (Mt 11:30) Capire che i comandamenti, le regole, i precetti non sono uno strumento che automaticamente avvicina a Dio, ma delle norme che vengono da lui, che per amore nei suoi confronti e per gratitudine per il suo amore vanno rispettate, significa capire la dolcezza del giogo. La via dottrina e condotta porta verso Dio se è percorsa lasciandosi prendere per mano da Gesù che rende la lettera dei comandamenti viva e praticabile nella vita di tutti i giorni.

3. è una via concreta, una direzione da seguire sia geografica, sia spirituale


  • non aveste fiducia nel SIGNORE vostro Dio, che vi precedeva nel vostro cammino per cercarvi un luogo dove piantare le tende: di notte nel fuoco per mostrarvi la via per la quale dovevate andare, e di giorno nella nuvola. (Deuteronomio 1:33)
  • Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: «Questa è la via; camminate per essa!» (Isaia 30:21)

Viviamo in un mondo molto antropizzato ed è difficile pensare di trovarsi in un posto senza una via. Ultimamente mi è capitato di aiutare alcune persone a costruire un sentiero in un bosco, e quest’esperienza mi ha aiutato a valorizzare l’importanza di una via che permette di attraversare un luogo altrimenti confuso e insidioso.

Non siamo lontani dal senso precedente perché qui non si tratta di usare lo Spirito Santo come un navigatore che indica la strada da prendere. Si sta parlando con immagini concrete di una direzione che anche quando è fisica, come la strada nel deserto che gli ebrei percorsero dopo la liberazione dall’Egitto, ha una portata spirituale: si tratta di camminare con Dio attraverso il deserto per imparare la fiducia in lui, per imparare ad essere guidati. Cosa ci insegna dunque questa seconda immagine? Una volta restaurato il rapporto con Dio si entra in un rapporto di totale fiducia nei suoi confronti. Questa fiducia arriva al punto in cui si avverte quasi una voce, come riporta Isaia: quando bisogna scegliere, quando bisogna prendere decisioni che determinano la totalità della nostra vita, quando si tratta di prendere una posizione di fronte a questioni grande di carattere sia semplice che etico e morale, la fiducia è tale per cui Gesù, la via, suggerisce una strada. Vi piacerebbe che i comandamenti si sostituissero all’esercizio della nostra responsabilità, ma qui capiamo che per seguire una via, sia anche dottrinale o di comportamento, abbiamo bisogno di un dialogo con Dio per capire dove andare.

Alcuni giovani devono scegliere il loro percorso di studi, la scuola in cui andare. Altri ancora devono scegliere che mestiere fare. Altri in che città abitare, e altri ancora devono capire che dono hanno per servire Dio. Altri vogliono sapere a chi dare soldi per aiutare persone che sono nel bisogno. Altri hanno una malattia grave e devono sapere come e dove farsi curare. Altri si vogliono sposare ma non sono sicuri della persona che hanno davanti. Altri ancora hanno problemi economici enormi e non sanno come fare per risolverli. Gesù promette di essere via e di suggerire una via in tutte queste situazioni, e non tarderà a farsi sentire. E queste risposte consolideranno la fiducia in Dio riaprendo progressivamente la strada sbarrata.

4. La via come cammino di conoscenza, di incontro con Dio

  • Or dunque, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, ti prego, fammi conoscere le tue vie, affinché io ti conosca e possa trovare grazia agli occhi tuoi. Considera che questa nazione è popolo tuo». (Es 33:13) (Mosè)
  • Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno. (Salmi 16:11)
  • Là sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la Via Santa; (nessun impuro vi passerà) essa sarà per quelli soltanto; quelli che la seguiranno, anche gli insensati, non potranno smarrirvisi. Isaia 35:8
  • Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano. Matteo 7:13
  • Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione (2Corinzi 2:15)
  • per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, Ebrei 10:20


Con questi ultimi passi raggiungiamo il senso pieno di quanto dice Gesù in quel passo di Gv 14:6. Egli è la via per arrivare a Dio. Vale la pena sottolineare che da Mosè fino ad Isaia passando per i diversi salmi, l’incontro con Dio è descritto come gioioso, eccellente. I passi dell’Antico Testamento trovano la loro realizzazione in Cristo e prendono il loro senso pieno facendoci vedere come il Figlio è stato da sempre e sempre ha operato prima in modo inconsapevole per chi lo conosceva come via, e in seguito in modo consapevole. Se dopo il peccato dell’uomo la via a Dio era sbarrata, ora questa via è aperta in Gesù: chiunque voglia riconoscere Gesù come la via, può andare liberamente verso il padre. Cosa significa andare al Padre attraverso Gesù? Significa che la cortina di separazione tra Dio e gli uomini è crollata con la morte di Gesù. Invocare il suo nome, aspettare la sua risposta è la via unica e sicura per conoscere Dio.

Matteo ci mette in guardia: non sempre è una via facile. Matteo non vuole dirci che è difficile conoscere Dio, ma che per quanto garantito da Gesù, avvicinarsi a Dio non può mai essere qualcosa di banale o di scontato. La stupidità umana, il nostro essere inclini all’idolatria, il nostro desiderio di egoismo e di protagonismo pongono davanti a quella porta le stesse barriere che hanno precluso l’uomo dall’Eden. Ma in Cristo si può aprire la via.

Conclusione

Gesù vuole dunque portare i discepoli al padre. La via è egli stesso. Questa via è un insegnamento che mette ordine nella vita. È una voce che aiuta a districarsi nella complessità del presente. È un accesso sicuro a quel padre che ci ha creati e che ci conosce. In Gesù possiamo avere la fiducia che possiamo andare al padre e che non saremo rifiutati.

Per questo la chiesa stessa è chiamata in tutto il libro degli Atti , LA VIA

e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato dei seguaci della Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme. (Atti 9:2)