Per ricominciare: Dio è con te! (Giudici 7,9-22)

Ricominciare. Dopo un periodo di vacanza si riparte con tante attività. Il lavoro, la scuola, la quotidianità. La chiesa con le sue attività. A me ogni nuovo inizio entusiasma e pensare a quello che il Signore ci permetterà di fare e vivere insieme a lui quest’anno aumenta ancora il mio entusiasmo. Non nascondo tuttavia che all’entusiasmo si mescola l’apprensione, la preoccupazione per il carico di lavoro, di impegno, di sforzo che l’inizio di tante cose comporta. So che tanti riprendono malvolentieri la «normalità» dopo le vacanze – come se le vacanze non fossero anch’esse parte della normalità – ed è vero che il grande carico di cose da fare può spaventare. Nel breve libro dei Giudici dell’Antico Testamento, un passo che narra le gesta di uno degli eroi della storia di Israele, Gedeone, mi è parso adatto per riprendere il nostro anno, per stimolare la nostra fede individuale e comunitaria. Lo vorrei leggere all’insegna di un motivo fondamentale che percorre l’intero passo: DIO E’ CON NOI! È questa la grande verità che ci insegna l’Antico Testamento, e che si prolunga nel nuovo nel nome stesso del nostro Signore Gesù, detto l’Emmanuele (Dio è con noi).

LETTURA. Per leggere Giudici 7, 9-22 clicca qui:

1. Dio è con noi. Come?

Nel passo letto vediamo un piccolo gruppetto di persone che affronta un grande esercito. Il Signore dimostra la sua presenza dicendo: «L’ho messo nelle tue mani» (9). Ma a questa promessa aggiunge una serie di segni concreti che ne confermano la veridicità:

  • Se hai paura… Il Signore mostra la sua presenza, suscitando nelle menti degli avversari del popolo dei sogni che spaventano. In tutto ciò Gedeone non fa niente, è Dio che sta operando, avendo sotto controllo persino l’inconscio degli avversari che produce sogni scoraggianti.

  • Il Signore assicura la vittoria nonostante gli scarsissimi mezzi dell’esercito: soli 300 uomini, armati di oggetti inutili ad una guerra: torce, brocche e trombe. Quello che viene fatto da Gedeone è una sorta di messa in scena: un grande clamore che trasforma un piccolo gruppo di persone in un’apparente minaccia. I madianiti non temevano Israele, perché per 7 anni erano stati vittoriosi su di lui, con concessione di Dio che aveva usato Madian come strumento di punizione per l’infedeltà di Israele. Ma nonostante la pochezza di Israele, vengono sconfitti.

  • Israele non deve fare niente nella battaglia. I nemici si annientano da soli, perché il Signore dirige le loro spade contro di loro. Come quando nel calcio una squadra si fa autogoal, così i madianiti si autosconfiggono… Ancora una volta è Dio ad intervenire (22: il Signore fece rivolgere la spada di ciascuno contro il compagno).

APPLICAZIONE.

Se viviamo la ripresa come un qualcosa di troppo grosso per noi, mettiamoci bene in testa che il Signore è veramente con noi, e ha già messo nelle nostre mani le conquiste che ci siamo preposti. Ovviamente per noi non si tratta di fare battaglie. Ma ognuno di noi ha le sue battaglie da vincere. Ognuno lotta in qualche ambito: chi lotta nella ricerca di lavoro, chi con gli studi, chi con le malattie, chi con la paura di non fare abbastanza per il regno di Dio, chi con la famiglia… Il Signore è con noi! Il Signore conosce la pochezza dei nostri mezzi. Le nostre brocche, trombe e torce. Le nostre poche forze, le nostre mancanze: se ne servirà per terrorizzare i nostri nemici spirituali, e per farci realizzare grandi conquiste per il suo regno. Siamo una piccola chiesa con pochi mezzi, ma il Signore li può moltiplicare. Se i nostri nemici sono gli ostacoli che si opporranno alla nostra unità, al nostro amore, al nostro desiderio di agire per la nostra città, sarà Dio a sconfiggerli, ad annientarli come quei soldati che hanno rivolto le loro spade gli uni contro gli altri.

2. Dio è con noi. Cosa fa?

Certamente Dio ha dei modi per essere con noi, come appena visto. C’è anche un fine per il quale Dio è con noi. In questo passo il fine per cui Dio è stato con Israele è molto semplice. È stato con Gedeone e con il popolo per garantire una vittoria. Il senso di quella vittoria a quel tempo non era quello di una semplice guerra di un popolo contro un altro. Per capirla dobbiamo cercare di entrare nella logica di Dio e del suo piano di salvezza in cerca di raggiungere l’intera umanità, che ha optato per un metodo che prevede la scelta prima di un uomo (Abramo) e poi di un popolo. Questo popolo non ha niente di speciale se non il fatto di essere stato oppresso. Dio ha scelto dunque di punire i suoi oppressori, egiziani prima, madianiti poi per usare questo popolo al fine di portare un messaggio chiaro di salvezza a tutte le nazioni, a tutta l’umanità. In questa fase Dio sceglie di trattare con gli uomini per quello che sono, con i loro peccati ed i loro mezzi, tra cui la guerra. Che non è certo una bella cosa, ma è il pane quotidiano delle popolazioni di quel tempo – e anche del nostro… Lo fa quindi vincere non perché sia il migliore, ma per portare avanti il piano di salvezza appena illustrato, che culmina in Cristo, il quale accetta che la guerra, la violenza vengano rivolte contro di lui.

Gedeone e gli israeliti possono dire Dio è con noi perché vedono la vittoria della battaglia. Noi oggi possiamo dire ancora Dio è con noi, perché Cristo è venuto, sconvolgendo la storia. Non ci sono oggi vittorie militari che possano colorarsi di benedizione divina o rivendicare di essere fatte nel nome del Signore. L’unica nostra vittoria, la vera vittoria sul male, sulla guerra in assoluto della vita è quella che Cristo ha combattuto e vinto per noi sulla croce.

Cominciamo un nuovo anno consapevoli che qualsiasi battaglia personale, qualsiasi malattia, sofferenza, dolore, e qualsiasi ostacolo a sogni, progetti che il Signore ha messo nel nostro cuore sono già sconfitti. Cristo ha preso su di sé le nostre sconfitte, i nostri peccati, la nostra debolezza, le nostre ansie e le ha vinte. Possiamo dire che all’inizio dell’anno e tutto l’anno Dio è e sarà con noi!

3. Dio è con noi. Quando?

Volutamente ho letto questo episodio partendo da metà, dal momento in cui Israele è già davanti all’accampamento nemico. Riassumo brevemente quanto successo prima: Israele che per 7 anni è stato succube di Madian, ha trovato in Gedeone l’eroe che lo libererà da questo oppressore. Dispone di un esercito di 32.000 uomini. Non sono pochi, ma Dio chiede a Gedeone di ridurli! Prima si levano quelli che hanno paura, poi quelli che bevono in un certo modo, fino ad arrivare ai 300 di cui abbiamo letto. Il motivo per cui Dio riduce l’esercito è molto chiaro: «La gente che è con te è troppo numerosa perché io dia Madian nelle tue mani. Israele potrebbe vantarsi di fronte a me e dire: ‘è stata la mia mano a liberarmi’».

Quando affermiamo che Dio è con noi, generalmente lo diciamo perché pensiamo di essere in un momento di difficoltà, di mancanza di forze, per cui abbiamo bisogno che qualcuno ci ricordi che nonostante ciò Dio è con noi. Ho infatti cominciato questo messaggio dicendo che Dio è con noi in tutte quelle apprensioni che possono caratterizzare un nuovo inizio. Ma in questo passo Dio è stato con Israele proprio nel momento in cui Israele era forte, non debole. È vero che l’esercito madianita era enorme (11 – come la sabbia del mare), ma 32.000 uomini non sono pochi. Dio dimostra qui la sua forza riducendo la forza umana a posta, come in una prova. Vengono in mente le parole di Paolo quando ci dice: «9 ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte» (2 Cor 12, 9-10).

Il Signore ci incoraggia soprattutto a ricominciare questo anno tenendo presente che le prove che non mancheranno saranno anche queste un segno della sua presenza, e che forse talvolta ci serviranno per sentire quanto proprio quando ci sentiamo forti egli ci farà vedere la sua potenza. Mi è capitato recentemente di essere malato, durante un viaggio in Africa. Ho visto la potenza del Signore nella presenza di tutti quelli che mi stavano intorno, e nel suo farmi vedere come i nostri corpi sono poca cosa, facilmente cedono e si ammalano, anche quando sono in genere sani come il mio. Ho visto la forza del Signore nella malattia di mia madre, che mi consente proprio in questo di esserle più vicino del solito, dimostrandole l’affetto che le spetta. Il Signore ha dimostrato la sua potenza sulla croce, che apparentemente è l’apice della debolezza e della sconfitta umana. Ma come nei trecento uomini fu la vittoria, così nella morte dell’uomo Dio, unico giusto è stata sconfitta la forza umana, per rivelare la potenza di Dio nella resurrezione.

Riprendiamo il nostro anno con la certezza che Dio è con noi!

Stefano Molino