Matteo 15: 30-39 – Chi è Gesù per le folle malate?

1. La ricerca della folla

29 Partito di là, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, se ne stava seduto lassù, 30 e gli si avvicinò una grande folla che aveva con sé degli zoppi, dei ciechi, dei muti, degli storpi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, e Gesù li guarì. 31 La folla restò piena di stupore nel vedere che i muti parlavano, gli storpi erano guariti, gli zoppi camminavano, i ciechi vedevano, e diede gloria al Dio d’Israele.

La folla fa tutto. Cerca Gesù che per l’ennesima volta cerca di starsene solo a pregare. Viene con insistenza a Gesù, è lei che si avvicina. Capisce che può contare su Gesù e depone i malati ai piedi di Gesù. Rimane stupita nel vederli guariti e dà gloria al Dio di Israele.

La folla è sempre un’entità anonima, ambigua, che a volte cerca Gesù e altre volta lo condanna. Questa folla pare particolarmente determinata a cercare Dio. Questa folla rappresenta molta umanità che è profondamente alla ricerca di Dio. Una volta ottenuta guarigione non fugge via, ma rimane digiuna ai piedi di Gesù. Ci si potrebbe chiedere perché Gesù non parla con questa folla di problemi dottrinali, di questioni teologiche, del modo in cui ottenere la salvezza. Poco prima abbiamo assistito ad un episodio in cui prima di fare un miracolo Gesù ci pensa bene e mette alla prova la fede di una donna cananea. Qui invece non fa alcun test. Eppure la situazione non è diversa, si tratta di una folla che va verso Gesù.

Il motivo è che questa folla sembra già avere fede. Dimostra una grande fiducia in Gesù, crede che possa guarire e una volta ottenuta guarigione si stupisce di uno stupore gioioso che la porta a lodare Dio.

Per noi è uno spettacolo molto strano perché non siamo abituati a considerare le folle come entità personali e non siamo abituati a vedere folle che si muovono interamente verso Gesù. Questa folla ci trasmette un messaggio molto chiaro: per quanto Gesù possa sembrare qualcuno che sta in disparte, che non si vede subito, che non cerca la popolarità e non si autopromuove, accetta chi lo cerca. Questa folla è l’esempio della ricerca autentica, perseverante, non diversa da quella della donna cananea. È una folla che non si scorda di essere grata e che desidera restare con Gesù. Possiamo immaginare che egli abbiamo dato anche insegnamenti, che abbia testato le fede e tutto il resto. Ma il testo ci parla solo di poche cose: ricerca di Dio, guarigione, stupore e glorificazione di Dio.

2. La pietà di Gesù

32 Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla; perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada». 33 

Guardiamo ora le tesse cose dal punto di vista di Gesù. La disponibilità di Gesù nei confronti della folla è incredibile. Benché si sia ritirato in un luogo solitario è immediatamente disponibile ad ascoltare la folla e a soddisfare le sue richieste. Vogliono TUTTO e SUBITO e Gesù gli da TUTTO e SUBITO! Inoltre specifica di avere pietà di questa folla, di provare dei forti sentimenti. Non solo li guarisce ma si preoccupa del loro mantenimento e del loro stomaco vuoto. Così invita i discepoli a distribuire i pochi pani e i pochi pesci che hanno e a distribuirli, e miracolosamente i pesci e i pani si moltiplicano, come è già successo poco tempo prima.

Pensiamo alla compassione sempre come un rapporto di tu per tu. Abbiamo compassione di qualcuno di cui vediamo il volto, più difficilmente di un’intera folla. Eppure qui Gesù prova compassione per tutta la folla che è stata con lui. In questo Gesù rappresenta il modo in cui Dio si rivolge all’umanità. Sicuramente Dio parla ad ogni singolo uomo che stabilisce con lui un rapporto personale, ma è capace anche di osservare grandi folle e di intercettarne i bisogni profondi. Non hanno chiesto da mangiare, hanno chiesto guarigione. Eppure avuto guarigione e anche da mangiare entrambi in modo miracoloso.

Se possiamo dire che la folla ci incoraggia a non stancarci di chiedere è perché il Dio che ci presentano i vangeli è un Dio attivo, un Dio che agisce che risponde che si presenta in modo vivo e premuroso. Esistono persone che credono un Dio che è razionalmente plausibile. Ha creato il mondo perché un creatore ci vuole, ma poi se ne disinteressa, lasciandolo andare avanti con le sue leggi fisiche e umane. Il Dio dei vangeli è un Dio che scende dal luogo solitario e che va verso chi lo invoca e che interviene attivamente nella vita di chi lo invoca. Chi non lo conoscesse invochi il suo nome, lo chiami ad intervenire. Lo chiami e Dio si rivelerà con potenza. Non tutti hanno bisogno di guarire, non tutti sono ciechi, zoppi, muti o sordi. Ma tutti hanno qualche bisogno profondo e il Dio che ci ha creati lo conosce ed è pronto a intervenire. Qual è il tuo bisogno? Esplicitalo con fede a Dio, interverrà come è intervenuto con questa folla.

3. L’incapacità dei discepoli

I discepoli gli dissero: «Dove potremmo trovare, in un luogo deserto, tanti pani da saziare una così gran folla?» 34 Gesù chiese loro: «Quanti pani avete?» Essi risposero: «Sette, e pochi pesciolini». 35 Allora egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra. 36 Poi prese i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 37 E tutti mangiarono e furono saziati; e, dei pezzi avanzati, si raccolsero sette panieri pieni. 38 Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini.39 

E Gesù, dopo aver congedato la folla, salì nella barca e andò al paese di Magadan.

I tutta questa storia i discepoli hanno il ruolo peggiore. Non fanno praticamente niente, se non fare una domanda, per altro un po’ stupida… Perché? Perché hanno già visto che Gesù è in grado di moltiplicare poco cibo per sfamare della folle, ma forse pensano che si sia trattato di un’eccezione e che non lo rifarà. Oppure hanno memoria corta. Oppure ancora preferirebbero che la folla si togliesse di torno, per poter stare soli in pace con il maestro – come volevano togliersi dai piedi la donna cananea. Solo dopo l’invito di Gesù intervengono, ricevendo il pane e distribuendolo.

Ci sono passi del vangelo in cui i discepoli hanno un ruolo passivo, o comunque non attivo. Non sembrano aver imparato molto. Se i discepoli sono un immagine della chiesa ci potremmo chiedere che tipo di chiesa rappresentino. Non è da loro che vanno le folle. Quando le folle arrivano non sanno gestirle. Confessiamo che noi gente di chiesa spesso siamo un po’ così. Arrivano delle persone che magari sono in cerca di Dio, ma non siamo sempre capaci di rispondere ai loro bisogni come dovremmo.

Anche noi dobbiamo stare ai piedi di Gesù per imparare. Per capire come attirare le persone essendo pronti ad ascoltare i loro bisogni. Ci conforta osservare che non ci sono parole di riprensione da parte di Gesù. Li invita comunque a partecipare, fiducioso che qualche cosa impareranno prima o poi.