Parabola dei malvagi vignaiuoli – Matteo 21:33-46

Questa mattina il tema della predicazione non è molto piacevole: rifiuto! Forse non a caso le parole “rifiuto” (immondizia) e “rifiuto” (negazione di un consenso) sono le stesse! Lo sappiamo tutti, cosa si prova ad essere rifiutati. Quando penso al rifiuto, penso alla dogana, dove è possibile rifiutare a delle persone l’accesso in un aereo o in un paese. Ma anche la persona coraggiosa che esprime i suoi sentimenti d’amore verso l’altra persona può essere rifiutata. Doloroso!

Recentemente nei Paesi Bassi un giornalista radiofonico è stato informato in diretta durante la sua trasmissione che quello sarebbe stato il suo ultimo intervento! Che rifiuto! Fu molto sorpreso e, giustamente, se ne andò con rabbia!

La parabola di oggi riguarda anche questo tema di rifiuto. Leggiamo da Matteo 21.

Matteo 21:

33 «Udite un’altra parabola: C’era un padrone di casa, il quale piantò una vigna, le fece attorno una siepe, vi scavò una buca per pigiare l’uva e vi costruì una torre; poi l’affittò a dei vignaiuoli e se ne andò in viaggio. 34 Quando fu vicina la stagione dei frutti, mandò i suoi servi dai vignaiuoli per ricevere i frutti della vigna. 35 Ma i vignaiuoli presero i servi e ne picchiarono uno, ne uccisero un altro e un altro lo lapidarono. 36 Da capo mandò degli altri servi, in numero maggiore dei primi; ma quelli li trattarono allo stesso modo. 37 Finalmente, mandò loro suo figlio, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio”. 38 Ma i vignaiuoli, veduto il figlio, dissero tra di loro: “Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e facciamo nostra la sua eredità”. 39 Lo presero, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. 40 Quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei vignaiuoli?» 41 Essi gli risposero: «Li farà perire malamente, quei malvagi, e affiderà la vigna ad altri vignaiuoli i quali gliene renderanno il frutto a suo tempo».42 Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

“La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare;

ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri”?

43 Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti. 44 Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà». 45 I capi dei sacerdoti e i farisei, udite le sue parabole, capirono che parlava di loro; 46 e cercavano di prenderlo, ma ebbero paura della folla, che lo riteneva un profeta.

Il contesto

Gesù è presente nel tempio e sta rispondendo ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, come abbiamo visto anche [nella predicazione di Michel due settimane fa].

Sicuramente lui vuole insegnare una importante verità a loro. È notevole che Gesù questa volta non usa le famose parole “Il regno dei cieli è simile a….”. Cosi sappiamo subito che la parabola non  tratta del suo regno, ma di un’altra verità. Andiamo ad esplorarla.

Il primo versetto, versetto 33 ci mostra la scena: un padrone di casa che ha costruito una vigna. Non è per caso che Gesù spiega cosi nei dettagli il modo in cui il padron di casa ha operato: una siepe intorno, una buca per pigiare l’uva, una torre per difendere la vigna. Nonostante la buona preparazione decide di andare in viaggio e affittare la vigna ai vignaiuoli. Potremmo descrivere la relazione tra il proprietario e gli inquilini come una relazione d’affari.

[34]  Il signore rivede i vignaiuoli  solo dopo un paio di anni. Di solito  ci vogliono 4 o 5 anni a far   crescere l’uva. E quando questa stagione dei frutti si avvicina,  lui manda i suoi servi a ricevere i frutti. Probabilmente l’affitto in questo caso è stato una parte del ricavato.  Fino ad ora niente di strano, niente di particolare.

Però per gli ascoltatori, l’inizio della parabola  era un passo noto! Sembrava che Gesù esse  raccontando da Isaia 5. Leggo i primi 2 versetti:

Isaia 5: Israele, la vigna del Signore

1 Io voglio cantare per il mio amico il cantico del mio amico per la sua vigna.Il mio amico aveva una vigna sopra una fertile collina. 2 La dissodò, ne tolse via le pietre, vi piantò delle viti scelte, vi costruì in mezzo una torre, e vi scavò uno strettoio per pigiare l’uva. Egli si aspettava che facesse uva,

 Aha!  questo brano ci spiega anche come interpretare alcuni elementi. Il Versetto 7 ci dice:

7 Infatti la vigna del SIGNORE degli eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda sono la sua piantagione prediletta;

 Isaia è stato un noto profeta. Il suo messaggio era questo: il popolo di Israele sarà condannato! Il popolo disobbedì al tempo di Isaia e Dio mandò il popolo babilonese per punirli, ucciderli e portarli in esilio. Ups! Di nuovo una parabola con un grande avvertimento.

Leggiamo Isaia 5, dalla metà del versetto 2

 Egli si aspettava che facesse uva, invece fece uva selvatica. 3 Ora, abitanti di Gerusalemme e voi, uomini di Giuda, giudicate fra me e la mia vigna! 4 Che cosa si sarebbe potuto fare alla mia vigna più di quanto ho fatto per essa? Perché, mentre mi aspettavo che facesse uva, ha fatto uva selvatica? 5 Ebbene, ora vi farò conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: le toglierò la siepe e vi pascoleranno le bestie; abbatterò il suo muro di cinta e sarà calpestata. 6 Ne farò un deserto; non sarà più né potata né zappata, vi cresceranno i rovi e le spine; darò ordine alle nuvole che non vi lascino cadere pioggia. 7 Infatti la vigna del SIGNORE degli eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda sono la sua piantagione prediletta; egli si aspettava rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida d’angoscia!

Ora, con prudenza, vorrei interpretare i personaggi e altri elementi della parabola

  1. il padrone di casa è il Signore.
  2. La vigna è Israele, come anche spiegato in Isaia 5:7.
  3. I vignaiuoli sono i capi religiosi, gli anziani del popolo d’Israele. Loro devono prendere cura del popolo, devono assicurarsi che crescano, siano potati.
  4. Il viaggio lungo del padrone è la storia del Antico Testamento
  5. I servi che vengono mandati sono i profeti.

Focalizziamoci un attimo su questo versetto . Matteo 21 versetto 35

35 Ma i vignaiuoli presero i servi e ne picchiarono uno, ne uccisero un altro e un altro lo lapidarono. 36 Da capo mandò degli altri servi, in numero maggiore dei primi; ma quelli li trattarono allo stesso modo. 

I servi a volte erano sacerdoti, o i fedeli predicatori che predicavano il messaggio di Dio. Ciò sarebbe da Mosè a Giovanni il Battista, tutti loro; quei servi che vengono inviati da Dio per richiamare le persone a Lui, per chiamare il popolo a produrre frutti giusti.

Geremia, quel fedele predicatore che ha anche avvertito del giudizio di Dio e della cattività babilonese è stato costantemente maltrattato, abusato senza fine, gettato in una fossa. Ezechiele, assassinato da un israelita che ha rimproverato con un giusto rimprovero. Amos ha dovuto correre per salvarsi la vita. Michea il profeta fu costantemente colpito in faccia dal falso profeta principale come 1 Re 22  registra. Questa è la storia della trattazione ebraica dei messaggeri di Dio.

Riflettendo su versetto 36 penso che sia strano che il padrone mandi di nuovo altri servi. Sembra una missione suicida. Un certo numero di servi non sono sopravvissuti, forse è tempo di un nuovo approccio? Ma Dio continuava a mandare servi per raccogliere i suoi frutti.

La situazione sta diventando bizzarra, scioccante. E poi il momento culminante: ora verrà Dio con qualcos’altro, un nuovo approccio? Giusto? Gli ascoltatori dovrebbero aver pensato: nooooo, nooo, non il suo figlio! Il padrone è diventato matto?

37 Finalmente, mandò loro suo figlio, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio”.

Avete presente quei momenti in un film quando il protagonista sia sulla sua strada verso la propria rovina? Musica coinvolgente, violini, orchestra d’archi, bassi toni lunghi.

  1. Il figlio non è altro che Gesù stesso.

38 Ma i vignaiuoli, veduto il figlio, dissero tra di loro: “Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e facciamo nostra la sua eredità”.

La parabola diventa profetica qui, perché Gesù ora parla di se stesso e del destino che subirà. Quando gli inquilini lo vedono arrivare e parlano di lui come l’erede, devono aver pensato che il proprietario fosse morto. Perché mandare il figlio se il padrone è ancora vivo?

I vignaiuoli pensavano che uccidendo il figlio avrebbero ereditato la vigna come eredità.

Negli anni si erano dimenticati che la vigna non era la loro proprietà. Avevano un certo potere, sapevano come trattare la vigna, avevano una posizione importante! E ora sta venendo l’erede. Dicono “questo è l’erede, sta cercando di impadronirsi della vigna, prenderà  il nostro potere e il nostro posto”. A proposito, questo è esattamente ciò che hanno detto i sommi sacerdoti. “Se non lo uccidiamo, Egli prenderà il nostro posto e il nostro potere e la nostra nazione”. Attraverso questa storia, Gesù dice ai suoi stessi assassini che lo uccideranno.

40 Quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei vignaiuoli?» 41 Essi gli risposero: «Li farà perire malamente, quei malvagi, e affiderà la vigna ad altri vignaiuoli i quali gliene renderanno il frutto a suo tempo»

Dopo la domande di Gesù, che in questo caso non è una domande retorica, i capi religiosi rispondono in un modo che avrei fatto anch’io! Il padrone ora deve esercitare la giustizia su quei malvagi!

42 Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

“La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri”?

Gesù cita dal Salmo 118. E certamente la pietra è il figlio nella storia. E il figlio nella storia è Gesù stesso! Come il figlio è preso dai vignaiuoli, è cacciato fuori della vigna e veniva ucciso….è proprio quello che sta succedendo a Gesù in quel tempo!

Gesù che veniva mandato a raccogliere i frutti veniva visto come una minaccia, come un intruso. Forse perché il popolo d’Israele non aveva frutti da presentare? O perché le uve erano aspre, o selvatiche,  come in Isaia 5? O perché non volevano dare i buoni frutti al proprietario?

Applicazione: Quali tipi di rifiuti possiamo scoprire, che Dio ci presenta in questa parabola?

  1. Rifiuto del regno di Dio

Al centro della parabola c’è il rifiuto di Dio.  ‘Il regno di Dio vi sarà tolto’ dice Gesù agli ascoltatori. Quando faccio sondaggi sulle strade di Pisa,  chiedendo alle persone cosa pensano di Dio, le risposte a volte vanno in questa direzione. Non credo in Dio, non credo nel suo Regno, sono ‘a posto’ cosi come sono ora.

Esistono tante ragioni per rifiutare Dio. Una importante è l’esempio delle persone che ci sono attorno, come per esempio gli studenti che hanno visto le vite dei nonni o genitori. ‘Come mai loro si dichiarano cristiani, pero allo stesso tempo non si preoccupano dei poveri, litigano costantemente nel matrimonio, non perdonano altre persone e poi vanno in chiesa ogni domenica? Fra il dire e il fare c’è nel mezzo il mare. Per rimanere nella parabola: se un vignaiuolo si dichiara un israelita credente, pero uccide i servi, il suo figlio o vicino può pensare giustamente: meglio affermare che non sono credente.

Un’altra ragione: La paura del rifiuto sociale o della persecuzione scoraggia alcune persone dal ricevere Cristo come Salvatore. I farisei nella parabola non confesserebbero Cristo perché erano più preoccupati del loro status tra i loro pari che della volontà di Dio. L’amore per la posizione e la stima degli altri li accecava “perché amavano l’approvazione degli uomini piuttosto che l’approvazione di Dio”. Non volevano perdere questa posizione importante, non volevano solo curare la vigna ma volevano averla per se per gestirla come meglio credevano.

Come ha detto Emmanuel Giugni, durante il ritiro di chiesa dello scorso fine settimana: non possiamo crescere quando rifiutiamo di andare fuori dalla nostra zona di comfort. La zona di confort sono quelle cose che facciamo e viviamo che ci fanno sentire al sicuro. Qualcuno che rifiuta il Regno di Dio purtroppo rimane nella sua zona di comfort, limitato da suoi peccati, i suoi limiti, la sua inabilita di costruire una vita sana.

Ma che cosa succede quando qualcuno esce fuori dalla zona di comfort, va oltre? Il secondo tipo di rifiuto è 

  1. Rifiuto come possibilità di crescita

Uscire dalla zona di comfort e non avere paura per essere respinti!

Abbiamo il coraggio di essere respinti? Se ci sono parolacce o commenti razzisti sul nostro lavoro durante la pausa pranzo o negli spogliatoi del nostro club sportivo … come rispondere? Osiamo rispondere? Abbiamo il coraggio di essere respinti? Come i profeti nel vecchio testamento? Osiamo essere diversi e dare frutti?

Dio usa il rifiuto, se tu racconti il Vangelo, quando vivi il Vangelo. E non siamo soli in questo.

Dio usa discepoli, servitori che vengono ripetutamente rifiutati. Leggo bene che Dio ha mandato gruppi di servitori? A volte possiamo sentirci soli, ma Dio ci dà compagni discepoli per condividere il loro messaggio insieme. La buona notizia, che Dio, il proprietario, non è morto. Al contrario, Dio è pieno di aspettative sui frutti della sua vigna attentamente pianificata!

Il terzo tipo di rifiuto spiega bene il messaggio principale:

  1. Rifiuto di un fondamento diverso da Cristo

 Non ci sono altre opzioni che Gesù. Radicale!

Nonostante le tante ragioni a rifiutare Dio, a rifiutare Gesù, nessuna persona è in grado di rifiutare la morte! La sua rifiuto da parte di Gesù diventerà visibile. Ognuno sarà interrogato sui suoi frutti nelle sua vita. Nel culmine della parabola diventa chiaro che noi come esseri umani non possiamo ridare a Dio tutto cioè che ha messo nella nostra vita. Nonostante la ripetuta insistenza sulla parte di Dio, non possiamo soddisfarlo. Perché non abbiamo frutto, abbiamo solo frutti amari o perché pretendiamo che la vigna sia nostra.

Ma ora il messaggio buono! Dio ha mandato suo figlio. E Gesù è diventato il fondamento. L’unica base su cui possiamo costruire. Anche se Gesù visse una vita senza peccato fu rifiutato. A quel tempo attraverso i farisei, ora attraverso la nostra società. Siamo come i malvagi vignaiuoli. Eravamo noi che abbiamo preso Gesù, abbiamo cacciato fuori della vigna e l’abbiamo ucciso.

Supponiamo che la storia di Gesù si sia fermata qui. Era morto e rimase morto.

Settanta anni dopo Cristo, Il popolo di Israele ha visto “la sua vigna” distrutto, Il suo tempio è stato distrutto! Il rifiuto di Gesù non li ha portati a vivere indisturbati.

Ma un miracolo ha avuto luogo: Gesù non è morto. Si è rifiutato di rimanere morto. Gesù ha vinto la morte! Gesù è risorto dai morti ed è diventato il fondamento, la pietra angolare, non solo per il popolo d’Israele, ma per tutti, per noi.

Chi costruisce su di lui non sarà deluso. E così, credendo nella morte e la risurrezione di Gesù….ironicamente…abbiamo ricevuto l’eredità dalla vita eterna. La vigna perfetta.

Conclusione

Non possiamo rifiutare il regno di Dio per sempre: Dio si rivelerà un giorno ad ognuno di noi. Spero che già da oggi possiamo prendere il rifiuto come possibilità di crescere: Spero che ognuno di noi creda alla roccia che sia Gesù e costruisca su di lui. E per tanti di noi, forse prima c’è bisogno di inciampare su Gesù. Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato, dice il versetto 44. Ma Gesù è la pietra angolare e chi costruisce su di lui non sarà deluso. La settimana scorsa sul ritiro abbiamo imparato che Gesù ci ha dato tutte le attrezzature per crescere.

Vorrei concludere con un altro brano famoso in cui viene spiegato che Gesù stesso è la vera vite.

Giovanni 15

1 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. 2 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. 3 Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata. 4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.

 Preghiamo