I tesori Matteo 6: 19-24

19 «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; 20 ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. 21 Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
22 La lampada del corpo è l’occhio. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il tuo corpo sarà illuminato; 23 ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno le tenebre!
24 Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.

  1. L’importanza dell’economia.

Una volta quando studiavo all’università ricordo di aver fatto una discussione con un mio amico che studiava economia e sosteneva che l’economia fosse la cosa più importante che esiste. Dibatteva con un altro che invece studiava legge e voleva dimostrare che l’economia è più importante del diritto. I diritti e le leggi servono, sono utili, ma se poi la nazione non ha sostentamento per vivere è inutile parlare di diritti.

A di là degli eccessi che una simile visione presentava – eravamo giovani studenti – e anche al di là del fatto se questo sia giusto o meno, non si può negare che tutto quello che riguarda la produzione di beni, il funzionamento della “oikos”, la casa, sia quella piccola in cui viviamo, sia tutto lo stato occupa i pensieri di noi tutti, perché come si dice a Lucca: “Senza lilleri, ‘un si lallera!” In ogni stato il ministro dell’economia e delle finanze ha un ruolo importantissimo e ha delle indubbie ricadute su tutti gli altri ministeri, perché senza risorse la sanità, la scuola, la cultura, e tutto il resto non vanno avanti. Penso che ognuno di noi si ponga quotidianamente problemi economici, sia nel modo di gestire la propria famiglia, la propria casa, nel modo di fare la spesa, e via dicendo. È interessante che la Bibbia usa moltissimo i termini dell’economia, anche per esprimere delle verità teologiche. Pensate a quando diciamo che Gesù ha “pagato”. Pagato cosa? Il prezzo del peccato. I nostri debiti. O Paolo che dice: “il salario del peccato è la morte”! Sono termini ricchissimi di concetti economici che servono a spiegare problemi spirituali.

Anche nel passo di oggi la metafora economica è centrale. Ci sono tesori sulla terra e tesori in cielo. Come li dobbiamo capire?

Comprensione platonica. Il materiale è negativo.

Comprensione pauperistica (valdese, francescana), la povertà è una ricchezza.

Comprensione delle teologie della prosperità: la ricchezza è una benedizione, segno della grazia divina.

Comprensione cristiana. Tutto quello che Dio ha creato è buono, quindi anche i beni materiali, le case, le biciclette, i monumenti, le strade, le piste ciclabili possono essere una benedizione e non sono in sé qualcosa di negativo. Per quanto intrisi di peccato tutti i costrutti di una cultura possono essere usati in tanti modi. E probabilmente saranno tesori in cielo o tesori sulla terra in base al mondo in cui abbiamo deciso di usarli.

Il modo per capire se ci stiamo facendo tesori sulla terra o in cielo è suggerita dall’occhio e dal cuore.

  1. L’occhio e il cuore.

Dopo aver parlato di questi due tipi di tesori che abbiamo in cielo e sulla terra Gesù lega il cuore e il tesoro in modo molto forte. E in seguito lega anche occhio e cuore. Il cuore è l’organo della volizione, di ciò che si cerca di continuo. È molto importante capire quindi se il nostro cuore è volto a un tesoro sulla terra oppure se è volto a un tesoro in cielo. Il cuore è molto legato all’occhio perché l’occhio è la lampada del corpo. Il corpo va dove l’occhio lo guida. Innegabilmente gli occhi condizionano moltissimo la nostra vita e vi dirigono la dove il nostro cuore è attratto. L’occhio vede e il cuore spinge per andare nella direzione che l’occhio ha puntato. È quindi fondamentale che l’occhio sia puro e non malvagio.

Dobbiamo per ora cercare di capire quando l’occhio è malvagio e cerca tesori sulla terra e quando è invece sano e cerca tesori in cielo. Gesù non condanna mai il possesso delle cose né ci dice che dobbiamo vivere in miseria. È vero che suggerisce di vendere tutto e darlo ai poveri, ma non lo dice come regola che tutti devono applicare, ma ad un giovane ricco che era molto attaccato alle ricchezze. Il problema non è dunque quello del possedere qualcosa di materiale, ma di vivere con un occhio che è continuamente in cerca di soddisfare un cuore assetato di beni materiali. Un occhio e un cuore che si fanno tesori nel senso che accumulano ricchezze, case, terre senza far fruttare né distribuire la ricchezza. Il tesori sulla terra sono tesori che diventano oggetto della contemplazione di chi li accumula e che non hanno nessuna utilità.

Una bella cosa o una bella macchina sono tesori sulla terra se sono usati per essere oggetto di contemplazione, di accumulo fine a se stesso. Sono invece tesori in cielo se vengono usate per incontrarsi in nome di Dio o per portare soccorso a qualcuno. Il problema ancora una volta è: cosa guarda l’occhio? Il piacere dell’accumulo o il servizio che un certo bene può prestare.

  1. Doppiezza e coerenza.

Il problema è quindi un problema di servizio. Chi vogliamo servire? Ognuno di noi probabilmente lavora per sopravvivere, ma spesso quando comincia a guadagnare un po’ di più comincia a mettere da parte. Qual è il limite tra accumulare servendo Mammona o Dio? La risposta in fondo è facile. Gesù non ci nega la possibilità di essere previdenti ed avere qualcosa da parte, ma ci pone davanti alla domanda: chi vogliamo servire con ciò che mettiamo da parte. Il rapporto che le persone hanno col denaro varia molto. C’è chi lavora come un mulo e non riesce a mettere niente da parte, chi invece ha ereditato un sacco di soldi senza fare niente e vive di rendita… Le condizione di partenza sono molto diverse e inevitabilmente pensiamo che Dio stia dalla parte dei meno abbienti. La Bibbia abbonda di raccomandazioni fatte a chi vuole seguire di Dio che riguardano l’attenzione che è dovuta ai bisognosi. Ma la Bibbia non si limita a darci delle ricette e delle raccomandazioni sugli investimenti che dobbiamo fare e in che direzioni farli. La Bibbia ci pone il problema di chi serviamo. Chi vogliamo servire? Ci sono persone molto ricche che servono se stessi e non Dio, ma anche persone molto povere che servono se stessi, o che passano il tempo a desiderare di avere tesori sulla terra che non hanno.

Avere tesori in cielo, significa trovare ricchezza nel servire Dio. Questo servizio di Dio, una volta posto come priorità fa scoprire la gioia di condividere, di regalare, di offrire, di invitare dando un pasto. Sono tutte azioni che vengono dal cercare di servire Dio e che attingono nel tesoro in cielo, costituito dalla ricchezza della fede che Gesù elargisce a piene mani a chi vuole avere con lui un rapporto di amicizia e comunione, diretto e personale.