A cosa siamo disposti? Matteo 9:9-34

Matteo 9: 18- 34. A cosa siamo disposti?

18 Mentre egli diceva loro queste cose, uno dei capi della sinagoga, avvicinatosi, s’inchinò davanti a lui e gli disse: «Mia figlia è morta or ora; ma vieni, posa la mano su di lei ed ella vivrà». 19 Gesù, alzatosi, lo seguiva con i suoi discepoli.
20 Ed ecco una donna, malata di un flusso di sangue da dodici anni, avvicinatasi da dietro, gli toccò il lembo della veste, 21 perché diceva fra sé: «Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita». 22 Gesù si voltò, la vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell’ora la donna fu guarita.
23 Quando Gesù giunse alla casa del capo della sinagoga e vide i suonatori di flauto e la folla che faceva grande strepito, disse loro: 24 «Allontanatevi, perché la bambina non è morta, ma dorme». Ed essi ridevano di lui. 25 Ma quando la folla fu messa fuori, egli entrò, prese la bambina per la mano ed ella si alzò. 26 E se ne divulgò la fama per tutto quel paese.
27 Come Gesù partiva di là, due ciechi lo seguirono, dicendo ad alta voce: «Abbi pietà di noi, Figlio di Davide!» 28 Quando egli fu entrato nella casa, quei ciechi si avvicinarono a lui. Gesù disse loro: «Credete voi che io possa far questo?» Essi gli risposero: «Sì, Signore». 29 Allora toccò loro gli occhi dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». 30 E gli occhi loro furono aperti. E Gesù fece loro un severo divieto, dicendo: «Guardate che nessuno lo sappia». 31 Ma quelli, usciti fuori, sparsero la fama di lui per tutto quel paese.
32 Mentre quei ciechi uscivano, gli fu presentato un uomo muto e indemoniato. 33 Scacciato che fu il demonio, il muto parlò. E la folla si meravigliava dicendo: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele». 34 Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni con l’aiuto del principe dei demòni».

1. Cosa siamo disposti a fare per i nostri bisogni?

Vorrei cominciare la riflessione su questo brano con una domanda: cosa sei disposto fare per i tuoi bisogni? Se hai bisogno di essere guarito, di mangiare, di divertirti, cosa sei disposto fare? Immagino che molti di noi siano disposti a molto: a spendere, a investire capitali, a sollecitare degli amici, magari anche a scendere a compromessi… Pur di levarsi di dolore fisico, un peso morale, un dolore, possiamo pagare dei medici, fare dei viaggi della speranza, cercare l’assistenza di uno psicanalista… Magari esistono persone che invece non sono disposte a fare niente e preferiscono tenersi i loro mali e i loro bisogni insoddisfatti, e altre persone che invece ci sorprendono perché sono disposte a tutti per soddisfare bisogni che per almeno buona parte di noi non sono propriamente tali… In questi giorni i francesi che vanno in pensione a 62 anni, in un Europa in cui tutti gli altri paesi ci vanno a 67, sono disposti a piantare un macello incredibili con barricate, manifestazioni, scioperi che andranno avanti ancora molto. E il presidente a semplicemente innalzato a 64 il limite dell’età pensionabile. A noi sembra un po’ esagerato, ma molti per difendere questo loro diritto, percepito come un bisogno, sono disposti a tutto.

Il passo che leggiamo oggi ci mette davanti ugualmente una serie di persone che sono disposte a molto pur di incontrare Gesù. Hanno individuato in lui colui che può veramente soddisfare i loro bisogni.

Ci colpisce il primo personaggio di cui leggiamo, il capo della sinagoga. È un’autorità e non deve certo essere facile per lui andare da Gesù ad inginocchiarsi! Fa parte di coloro che hanno cominciato a lanciare qualche ombra sull’opera di Gesù e che sa bene che invitandolo sarà probabilmente guardato male dai potenti che vedono in Gesù una minaccia. Ma il suo bisogno è grande, perché chiunque abbia una figlia o un figlio sa bene che la vita dei figli è più preziosa della nostra. Col il cuore rotto va da Gesù, è disposto a piegarsi davanti a lui.

Mentre Gesù lo sta per soddisfare interviene una seconda donna. Ha un’emorragia consistente in un flusso mestruale che dura da 12 anni, e proprio per questo è considerata impura e da non toccare da 12 anni, per esigenze della legge, che vietano di avvicinarsi ad una donna mentre ha il ciclo. Farsi vedere per lei è una vergogna e per questo motivo procede da dietro,. Ma pur di soddisfare il suo bisogno di guarigione è disposta a sopportare il peso del giudizio, lo sguardo di una folla che la considera impura.

Ci sono poi due ciechi che sono disposti a gridare alla cieca in mezzo alla folla avendo saputo che Gesù è lì, visto che non possono vederlo. Non beneficiano certo di quei percorsi sensibili ai piedi che vediamo oggi nelle stazioni e che consentono ai ciechi di spostarsi con meno problemi. Potrebbero essere ignorati, andare a sbattere o cadere un precipizio, ma sentono che c’è Gesù e si fanno avanti. Infine un muto, portato da altri, che sono disposti a contenere un indemoniato, per quanto questo possa essere sgradevole.

Tutte queste persone hanno identificato in Gesù la soluzione, e pur di raggiungerlo sono disposti a tutto.

Fermiamoci per fare un’analisi dei nostri bisogni su vasta scala. Ne troveremo di enormi e di secondari, di ostativi per la nostra vita e di meno impellenti. Troveremo anche che siamo disposti ad investire molto per bisogni meno impellenti di quelli di queste persone, come il nostro bisogno di divertirci, di fare vita sociale o di visitare paesi stranieri. Chiediamoci ora: siamo pronti come queste persone a tutti pur di portare davanti a Gesù dei bisogni importanti? Siamo pronti a pensare che fino in fondo i problemi medici, spirituale, psicologici che abbiamo vadano portati in primis davanti a Dio? Quando prego per persone che soffrono mi rendo conto che spesso si tratta di persone che guardano dappertutto, ma non a Dio e quindi mi sento molto impotente ad aiutarle, perché ho veramente pochi mezzi. Prima ancora di essere colpiti dai risultati di questi miracoli, guardiamo l’atto stesso di rivolgersi a Gesù che è il presupposto della sua realizzazione. In un mondo che guarda altrove, prendiamo Gesù come unica risposta vera.

2. Una fede che supera il silenzio

Nel leggere questa serie di miracoli, resto sorpreso da una cosa: Gesù incoraggia le persone a non raccontare quello che egli ha fatto loro.(30) È una misura di prudenza, per evitare di essere vittima della persecuzione di capi e farisei. I farisei stessi gettano discredito su quanto Gesù ha fatto (34) dicendo che lo fa con l’aiuto dei demoni. La folla dei piagnoni al funerale della bambina potrebbe ben dire la stessa cosa, essendo stata schiaffeggiata moralmente dalla resurrezione di questa bambina. Nonostante tutti questi tentativi di non far sapere le belle notizie, le cose vengono fuori lo stesso, ed è ripetuto 3 volte: 26, 31, 33. Proprio perché queste persone hanno visto non solo il loro bisogno soddisfatto, ma qualcosa di ancora più grande consistente nell’incontro con Dio stesso nella persona di Gesù, non possono stare zitti! È vero che la bambina è effettivamente resuscitata, che la donna che aveva il flusso è effettivamente guarita, e che i ciechi vedono: ma a tutti Gesù rivolge in modo più o meno esplicito un discorso sulla loro fede, precisando che è quella che li ha salvati. La fede per definizione è un moto interiore che porta l’attenzione verso l’esteriore, essendo una fede in Gesù, che significa aver riconosciuto in lui il messia, venuto da Dio.

La fede di chi è disposto a tutto pur di vedere soddisfatto il proprio bisogno dall’unico capace di risolverlo, non è una fede silenziosa e nascosta, né una fede che un potere politico può soffocare. Persino nei paesi in cui il cristianesimo sarà perseguitato vedremo fiorire la fede che non può essere fermata e che non può tacere.

Questo è tanto più vero nel nostro mondo in cui il principio di laicità – sano ed evangelico – diventa spesso principio di silenzio. Prendiamo esempio da queste persone che non sono state zitte e che hanno urlato ad alta voce dei miracoli che hanno avuto per fare oggi esattamente la stessa cosa. Quando nella nostra vita avvengono successi, guarigioni e risoluzioni di problemi rispetto ai quali individuiamo la mano di Dio, diciamolo a chiare lettere, non nascondiamolo. Ringraziamo ad alta voce per i cibi se invitiamo amici, perché sono miracoli di Dio! Confessiamo e testimoniamo che siamo guariti da una malattia grazie a Dio, senza temere di essere fanatici. Per via miracolosa o meno vistosa la mano di Dio opera e noi vogliamo che la “sua fama si spanda”.

3. Cosa è disposto a fare Gesù per noi?

Questa serie ripetuta di miracoli che non è la prima del vangelo di Matteo né sarà l’ultima, colpisce per ciò che avviene. Purtroppo la possiamo solo leggere, e se la vedessimo ne saremo molto più toccati. Eppure io sono molto colpito da un breve riassunto che Matteo fa della totalità dell’operato di Gesù, che ci mostra come in realtà il suo ministero sia stato ben più ampio. A conclusione di quanto visto Matteo dice:

35 Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
36 Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. 37 Allora disse ai suoi discepoli: «La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai. 38 Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse».

Mentre Gesù percorre le città fa tre cose: insegna, predica il vangelo e guarisce. La terza attività che abbiamo visto non è in realtà che l’ultima delle tre, e penso che in realtà sia un crimine separarle. Non abbiamo una vera guarigione senza un insegnamento e un annuncio del vangelo. E non abbiamo un vero insegnamento e un vero annuncio del vangelo senza che questo non porti anche un qualche tipo di guarigione. Vediamo quindi che il vangelo è un messaggio integrale e totale che non riguarda solo il cuore, ma il cuore, la mente, lo spirito il corpo, insomma la totalità dell’essere umano. È un fatto provato nella storia che in quei posti in cui il vangelo attecchisce con forza porta anche un miglioramento fisico, culturale, morale e questo non dipende dalla cultura presente, ma dalla potenza del vangelo.

Abbiamo cominciato con il chiederci cosa siamo disposti a fare per i nostri bisogni, e se siamo disposti a portarli a Gesù. Ma qui vediamo un altro aspetto della domanda: vediamo che Gesù è disposto a tutto per noi. Siccome prova non preoccupazione per i suoi problemi personali, ma compassione per noi, è disposto a percorrere strade, predicando, insegnando, e guarendo. Il problema però e che mancano gli operai. Siamo pronti da esserlo? La preghiera di Gesù riguarda anche tutti quei guariti che da bisognosi diventeranno operai per guarire bisogni di altri. È la missione a cui Gesù chiama anche noi.