Introduzione. Gesù al centro – ma a quello sbagliato…
Nel passo che abbiamo letto notiamo che Gesù è diventato una specie di oggetto che viene passato da una mano all’altra e maltrattato. Se sottolineiamo il pronome LO tutte le volte che compare, prendiamo coscienza di come Gesù sia veramente al centro di tutto in questo testo. “Mettere Dio o Gesù al centro” è uno slogan molto comune nelle chiese evangeliche, ma questa scena ci fa vedere come qui Gesù viene messo al centro, ma al centro di un posto sbagliato. Un po’ come quando i nome di Dio viene nominato nelle bestemmie. Questo essere al centro di Gesù riguarda in modo molto diverso diverse categorie di persone per ognuna delle quali Gesù ha una centralità diversa, che cercheremo di capire.
- Gesù al centro delle guardie.
C’è un momento in cui Gesù è al centro delle guardie. Sono guardie improvvisate, che fanno parte della folla che lo ha catturato. Tra questi probabilmente non ci sono romani, ma solo ebrei vicni al sommo sacerdote. Il noto film di Mel Gibson: “La passione di Cristo”, ha rappresentato questo momento con un realismo forse eccessivo, che rischiava di sconfinare nel truculento. Tuttavia ha reso l’idea! Non sono chiare le motivazioni per cui queste guardie si divertono a prendere in giro Gesù. E Gesù dal canto suo non dà particolari spiegazioni. Lo scambio tra di loro sembra solo fisico, con insulti e domande a presa di giro.
Chissà perché queste guardie si sono accanite così contro Gesù. I sommi sacerdoti potevano avere delle ragioni, in quanto Gesù costituiva una minaccia contro il loro potere; ma queste guardie, capi del popolo, che motivi avevano? Credo francamente che le guardie di Gesù in questo caso fossero vittime, tuttavia responsabili, di una grande ignoranza, quindi facilmente manipolabili. Non si erano fatti un’idea precisa su Gesù, non gli fanno domande per capire chi sia: solo violenza, per di più gratuita. Sembrano degli ultras, capaci di usare solo il linguaggio della violenza, lontani dalle questioni teoriche, ma vicini alle autorità giudaiche da cui si sono fatti facilmente strumentalizzare.
Possiamo dire che somigliano molto a quei gruppi di terroristi che oggi si accaniscono contro i cristiani? Direi proprio di sì, persone a cui persone con interessi religiosi, economici o politici molto grossi, hanno lavato il cervello per fare ai fratelli di Cristo cose simili a quelle fatte al fratello maggiore.
Gesù li lascia fare, e non tenta neppure un dialogo. Quel lasciar fare è esemplare e parla di più di una lunga difesa verbale. L’agnello si lascia portare al macello in silenzio…
- Gesù al centro del sinedrio
Il giorno dopo si sale di livello: si riunisce il sinedrio, un organo legislativo molto importante nell’età ellenistica, che emanava leggi ma funzionava anche come una specie di tribunale. Qui Gesù è veramente al centro, ed il motivo è chiaro: accusano Gesù perché si è detto figlio di Dio e Messia. Gesù non ingaggia lunghe discussioni, e la sua passività mi colpisce anche qui: non tenta di provare il suo statuto con abbondanza di citazioni e lunghi discorsi persuasivi, si limita a ripetere quello che le autorità degli ebrei vogliono che dica. Perché per loro Gesù non può essere il messia? Perché hanno già deciso come sarà il messia, e questo non entra nel loro ritratto: il messia deve essere un capo militare che libera Israele. Gesù ha parlato di pace, di liberta sì, ma interiore, ha preso le distanze dai poteri forti dello stato, quindi come messia non va. Ha inoltre parlato di grazia in opposizione alla legge, di misericordia e di giudizio: come può un organo giuridico di quel tempo apprezzarlo?
In senso molto ampio si può dire che difficilmente Gesù sarà al centro della vita di chi ha già deciso quasi sia l’immagine di Dio, e non è disposto a rimetterla in discussione in base alla Scrittura.
A differenza delle guardie, le autorità dei giudei parlano, dialogano con Gesù, ed egli risponde loro e cita passi della Scrittura. Ma non basta la capacità di parlare e l’intelligenza per capire Gesù: anche qui Gesù parla poco e le parole che dice sembrano dire che parlare in quel caso è inutile. Tuttavia lancia una citazione da Daniele: vedranno il Figlio dell’Uomo seduto alla destra di Dio! Quello che stanno per fare è atroce: stanno per mettere in croce il figlio di Dio: ma proprio in quell’atto, e grazie a quell’atto la grazia di Dio si manifesta, perché su quella croce i peccati di miliardi di esseri umani presenti, passati, e futuri sono dichiarati perdonati, cancellati! Questo vale a Gesù il posto alla destra di Dio, posto di onore e grande autorità.
Le grandi autorità giudaiche non hanno saputo mettere Gesù al centro del posto giusto. Lo hanno messo al centro di un tribunale. Lui però salirà ad un posto che anche se non è al centro, ma alla destra di Dio, è il posto più importante che ci sia, posto da cui quelle stesse autorità verranno giudicate.
Stiamo bene attenti noi credenti, noi studiosi delle Scritture, noi che Cristo lo teniamo sempre al centro, per lo meno dei nostri discorsi e delle nostre riunioni. Stiamo attenti a che il modo in cui capiamo Cristo non lo metta in un posto diverso dalla destra di Dio. È possibile proclamare a parole di mettere Cristo al centro, ma nei fatti vediamo che lo mettiamo alla destra nostra, non a quella di Dio… Quando Cristo serve solo a soddisfare i nostri bisogni, i nostri problemi, o quando lo estromettiamo dalla nostra vita mandandolo a crocifiggere, ci stiamo comportando esattamente come quel sinedrio che vuole un messia secondo i propri gusti e che non sa riconoscere il vero messia.
- Gesù al centro di chi non lo vuole al centro.
Una volta passato dal sinedrio, se veramente lo si vuole uccidere, bisogna passare a chi detiene in potere, in modo da condannarlo. Così la terza tappa del processo vede Gesù davanti a Pilato ed Erode (non Erode il Grande, che è morto nel 4 a.C., ma Erode Antipa, suo figlio), quello che aveva già fatto uccidere Giovanni Battista. Entrambe le figure sono ambigue, e colpiscono per il loro squallore. Hanno in mano il potere, dicono di voler di fare di tutto per liberare Gesù, sono ben più obiettivi del popolo, perché non trovano colpe in Gesù. Ma benché abbiano il potere di salvarlo, preferiscono fare l’atto diventato proprio grazie a loro immagine del menefreghismo: se ne lavano le mani! L’atto lo compie Pilato, ma Erode agisce in modo molto simile, ed aggiunge l’insulto e la presa in giro. Non è un caso che uniti nel ignorare Gesù diventino amici.
Spesso le persone che si litigano riescono a riconciliarsi se trovano un nemico comune. È molto interessante notare che se prima Gesù è passato dai religiosi per eccellenza (sinedrio, sommi sacerdoti, scribi), ora passa nelle mani di chi religioso non lo è per niente. Erode e Pilato per un verso sembrano dei laici che non avendo la mente distorta dalle contorsioni a cui spesso la religione costringe, sono più obiettivi, più liberi: capiscono che non ci sono colpe in Gesù: ma questo non li scusa, anzi li accusa a maggior ragione! Ci insegnano che rispetto a Gesù non esiste la neutralità! O contro di lui o con lui! Pilato sembra proprio convinto dell’innocenza di Gesù, e sembra sinceramente cercare di liberarlo: ma ha paura del popolo. Rimanere al centro senza grosse turbolenze è più comodo che sostenere la giustizia!
Oggi esistono tanti grandi estimatori di Gesù e tanti curiosi, come Erode, che vogliono sentirne parlare. Esistono persino gli atei devoti, che dicono di voler difendere una serie di valori più o meno afferenti al cristianesimo, senza tuttavia aderire all’essenza della fede cristiana. Pilato ci insegna che non basta dire che Gesù era una persona per bene: bisogna essere disposti a rischiare per lui! Erode ci insegna che esiste un interesse per Gesù che è solo superficiale e curioso, ma che non è pronto a mettere in gioco la propria persona.
- Gesù al centro del popolo
Pilato sceglie dunque di lasciare Gesù nelle mani di coloro che sono venuti davanti al palazzo del pretorio, che non erano tutto il popolo, ma quella parte del popolo che i sommi sacerdoti erano riusciti a manipolare. Difficile dire quanti, ma non certo tutti, vista la scarsa simpatia che molti avevano per i romani. Anche questi vogliono metterlo al centro. Ma di una croce: crocifiggiLO, gridano. Anche qui ci chiediamo perché, e la risposta che mi do è che il motivo sia simile a quello per cui le guardie percuotono Gesù: aggiungo che vedo in questa folla una certa irrazionalità. Perché tanto odio verso questo profeta? Perché inventare capi di accusa falsi? Perché quando lo spirito di Dio non è negli uomini sono facile preda di altri spiriti. Allo Spirito di Dio si sostituiscono spiriti di menzogna, spiriti di superficialità, spiriti di ingiustizia. Così Barabba è preferibile a Gesù. Così Gesù prende sulla croce il posto di Barabba. Possiamo dire che ognuno di noi è un Barabba perché Gesù ha preso il nostro posto sulla croce. Questo Barabba probabilmente non era il peggiore degli assassini, ma forse un rivoluzionario desideroso di libertà che aveva messo in piedi una sommossa. Quindi qualcuno mosso da buone motivazioni, che però usa i metodi sbagliati ed uccide. Barabba siamo noi: persone che hanno anche buone motivazioni, ma che sbagliano, che pur di arrivare a certi fini diventano violenti… Gesù ha preso il posto non solo di Barabba, ma anche di coloro che lo sostengono e che ne chiedono la liberazione.
Conclusione
Nel libro di John Stott La croce di Cristo l’autore osserva che nella nostra società la croce di Cristo è molto presente, in immagini, quadri, espressioni linguistiche ed artistiche, ma che spesso benché presente è completamente trascurata. Questo passo ci mostra come chi facesse un processo a Gesù lo abbia realmente messo al centro, ma del posto sbagliato.
Ci piacerebbe vedere momenti in cui Gesù è altrettanto centrale nel mondo di oggi. Per certi versi lo è diventato perché tutti sanno chi è, cosa ha fatto, in parte cosa ha insegnato. Tuttavia anche oggi è al centro in posti sbagliati, o oggetto di un interesse superficiale.
Il nostro impegno è che Gesù sia veramente al centro della nostra vita e che possa esserlo anche del nostro paese, ma al centro giusto!