Dopo aver studiato insieme il vangelo secondo Luca stiamo per intraprendere un nuovo percorso attraverso il libro di Neemia. Un viaggio che ci porterà alla scoperta del carattere di Neemia, alla grandezza di Dio e del suo piano, e alla scoperta di una storia incredibile. Nonostante il trittico Esdra, Neemia ed Ester si trovi nelle nostre Bibbie prima dei libri poetici e profetici esso racconta gli ultimi avvenimenti del Vecchio Testamento.
Un breve riepilogo: il popolo scelto da Dio viene portato nella Terra Promessa, segue il periodo dei giudici fino a quando gli israeliti non decidono che anche loro vogliono un re (cosa che Dio aveva già messo in conto – Quando sarai entrato nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà e ne avrai preso possesso e lo abiterai, forse dirai: “Voglio avere un re come tutte le nazioni che mi circondano”. Allora dovrai mettere su di te come re colui che il SIGNORE, il tuo Dio, avrà scelto. Metterai su di te come re uno del tuo popolo; non metterai come re uno straniero che non sia del tuo popolo. (Deu 17:14-15)).
Il primo re scelto è, apparentemente il meglio che si potesse avere (Corsero a farlo uscire di là; e quando egli si presentò in mezzo al popolo, era più alto di tutta la gente, dalle spalle in su. Samuele disse a tutto il popolo: “Vedete colui che il SIGNORE si è scelto? Non c’è nessuno come lui in tutto il popolo”. Tutto il popolo mandò grida di gioia esclamando: “Viva il re!” (1Sa 10:23-24)). Il secondo re scelto invece è l’opposto, apparentemente. Nessuno credeva che Davide sarebbe potuto diventare re, nemmeno suo padre che sembra di esserselo dimenticato quando ha presentato i suoi figli al profeta Samuele. Dopo Davide e Salomone. Dopo Salomone il Regno viene diviso in due: il regno del nord, Israele, e il regno del sud, Giuda. Il regno di Israele ha una serie di re che fecero quello che “è male agli occhi del Signore”. Questo porta all’invasione assira del 772 a.C. Il regno di Giuda oltre ad avere tanti re che si comportarono male ha qualche re che fece “ciò che è giusto agli occhi del Signore”. Ma circa 150 anni dopo anche il Regno di Giuda viene invaso, questa volta dai Babilonesi. I giudei vengono portati in esilio dai Babilonesi ma i Babilonesi perdono a loro volta contro i Persiani.
Il libro di Neemia è scritto in questo periodo storico. In realtà in origine i libri di Esdra e Neemia formavano un libro unico e probabilmente parte del libro di Neemia è stato scritto da Esdra.
Neemia 1:1-11
(1) Parole di Neemia, figlio di Acalia. Nel mese di Chisleu del ventesimo anno, mentre mi trovavo nel castello di Susa,
(2) Anani, un mio fratello, e alcuni altri uomini arrivarono da Giuda. Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della deportazione, e riguardo a Gerusalemme.
(3) E quelli mi risposero: “I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in gran miseria e nell’umiliazione; le mura di Gerusalemme restano in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco”.
(4) Quando udii queste parole, mi misi seduto, piansi, e per molti giorni fui in grande tristezza. Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo.
(5) E dissi: “O SIGNORE, Dio del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e fai misericordia a quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti.
(6) Siano i tuoi orecchi attenti, i tuoi occhi aperti per ascoltare la preghiera che il tuo servo ti rivolge adesso, giorno e notte, per i figli d’Israele, tuoi servi, confessando i peccati dei figli d’Israele: perché abbiamo peccato contro di te; abbiamo peccato io e la casa di mio padre.
(7) Abbiamo agito da malvagi contro di te, e non abbiamo osservato i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che tu hai dato a Mosè, tuo servo.
(8) Ricòrdati della parola che ordinasti al tuo servo Mosè di pronunziare: “Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli;
(9) ma se tornerete a me e osserverete i miei comandamenti e li metterete in pratica, anche se sarete dispersi negli estremi confini del mondo, io di là vi raccoglierò e vi ricondurrò al luogo che ho scelto per farne la dimora del mio nome”.
(10) Essi sono tuoi servi, tuo popolo; tu li hai salvati con la tua grande potenza e con la tua forte mano.
(11) Signore, te ne prego, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che vogliono temere il tuo nome; e concedi oggi, ti prego, successo al tuo servo, e fa’ che egli trovi pietà presso quest’uomo”. A quel tempo io ero coppiere del re.
La storia di Neemia inizia a Susa, più precisamente nel castello di Susa, dove si trovava in quanto coppiere del re Artaserse. Neemia incontra Anani ed altre persone che erano state a Gerusalemme e viene a sapere che nonostante alcuni ebrei erano tornati nella capitale, la situazione della città non era affatto migliorata. Gerusalemme, la capitale del popolo di Dio, era una città senza mura, e una citta senza mura è come una casa senza porte o come un recinto bucato. Quanti di noi andrebbero a dormire con il cuore leggero lasciando le porte di casa aperte? Quando andavo a scuola passavo parte delle mie vacanze estive in Svizzera dove capitava di aiutare un mio zio che è allevatori di animali. Da buon pastore mio zio spostava le greggi ogni volta che l’erba di un campo non era più sufficiente per gli animali. Le greggi venivano sempre portati in nuovi campi che avevano recinzioni elettrificate: lo scopo di queste recinzioni, ovviamente, è di impedire alle pecore di uscire dal campo e andare incontro a dei pericoli ma anche di impedire a degli animali indesiderati di entrare nel campo. Mio zio controllava sempre che ogni parte della recinzione fosse intatta e che l’elettricità funzionasse perché una recinzione imperfetta sarebbe stato un pericolo per il suo gregge. Ai tempi di Neemia Gerusalemme era come un campo con un recinto bucato. Non sappiamo se per Neemia questa notizia fosse una novità o la conferma di una situazione che si portava avanti da tempo. Quello che conosciamo è la reazione di Neemia: pianto, tristezza, digiuno e preghiera.
Non l’inizio più promettente per una storia. Gerusalemme è distrutta, il popolo di Dio vive nella miseria e nell’umiliazione e Neemia, nonostante la distanza fisica, ha il cuore affranto e distrutto. È interessante notare l’empatia, la compassione di questo servo di Dio. Tante volte preghiamo per i credenti perseguitati, o per persone che sono nel bisogno ma devo ammettere che spesso non sono mosso a compassione, la mia è una preghiera superficiale che non considera veramente la condizione, le difficoltà, il dolore che attraversano le persone per le quali sto pregando. Neemia invece è profondamento colpito dalle notizie che riceve dai suoi compatrioti.
Come ho appena detto l’inizio di questo libro non è dei più positivi. Eppure nei prossimi mesi scopriremo come proprio in questo momento di disperazione, di infelicità Dio inizia qualcosa di grandioso, di impensabile. In questo momento inizia un progetto che rivela la potenza di Dio, l’amore di Dio, la fedeltà di Dio. Forse anche tu in questo momento stai attraversando un momento come quello che ha attraversato Neemia. Forse sei troppo distante da qualcuno che vorresti aiutare, forse stai attraversando un momento della tua vita nel quale non ti sembra di riuscire ad onorare Dio con le tue azioni. Forse quando ti alzi la mattina la prima cosa a cui pensi è una persona cara che sta male, o un debito che devi pagare, o un peccato che tormenta la tua vita. O forse pensi ad una categoria di persone che in questo momento sta soffrendo, o un gruppo di persone messo ai margini dalla nostra società o una nazione che non è stata raggiunta dal Vangelo. Spesso Dio inizia qualcosa mettendo sul cuore delle persone un peso specifico per un problema, una causa, un soggetto. È successo, nel mio piccolo, con la chiamata a servire a tempo pieno in Italia e al fianco della chiesa italiana. È successo con il ministero contro la tratta di OM, nato dalla compassione provata da alcuni missionari per le vittime di questa ingiustizia.
Neemia in questo momento sta soffrendo, piange, digiuna e si rivolge a Dio, sapendo che solo Dio può rispondere ed operare. Neemia prega. Una preghiera, una discussione che deve essere durata per giorni e che qui viene solo riassunta. Una preghiera che rappresenta l’inizio di qualcosa di impensabile agli occhi umani.
– E dissi: “O SIGNORE, Dio del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e fai misericordia a quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti. (Neh 1:6)
Giovanni Calvino parlando della preghiera afferma quanto segue:
“…vediamo chiaramente quanto l’uomo sia sprovvisto di ogni bene…se dunque vuol trovare qualcosa che sovvenga al suo bisogno, deve uscire da sé stesso e cercare altrove.” Neemia sa benissimo che non può trovare aiuto se non uscendo da se stesso e chiedendo a Dio.
La preghiera di Neemia inizia alzando gli occhi verso il cielo e iniziando da lì, dal Dio del cielo e non dal problema terreno. Neemia afferma con convinzione e passione che il Signore, Dio è grande e al di sopra della terra e dei suoi abitanti. Nonostante ciò egli si prende cura di essi, rimanendo fedele al suo patto e alle sue promesse per coloro che lo servono, lo amano e ubbidiscono ai comandamenti che Lui ha dato per il bene dell’essere umano. Nel bel mezzo del dolore Neemia loda Dio per chi lui è, riconosce la sua grandezza e mette Dio, e non i problemi del popolo d’Israele, al centro. Oggi, quando preghiamo, abbiamo, grazie al modello lasciatoci da Gesù la possibilità di rivolgerci a Dio sapendo non solo che lui è grande e tremendo, ma anche che ci ha adottati a caro prezzo. Questo atto ci porta a chiamarlo Padre, nel nome di Cristo Gesù, ricordandoci ogni volta il suo amore per noi.
– Siano i tuoi orecchi attenti, i tuoi occhi aperti per ascoltare la preghiera che il tuo servo ti rivolge adesso, giorno e notte, per i figli d’Israele, tuoi servi, confessando i peccati dei figli d’Israele: perché abbiamo peccato contro di te; abbiamo peccato io e la casa di mio padre. (7) Abbiamo agito da malvagi contro di te, e non abbiamo osservato i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che tu hai dato a Mosè, tuo servo. (Neemia 1:6-7)
In questa seconda sezione Neemia chiede al Signore di ascoltare la sua preghiera, la preghiera che gli rivolge giorno e notte per conto degli israeliti. Neemia non si rivolge a Dio con presunzione, ma con umiltà confessa che il popolo di Dio ha agito ingiustamente contro di Lui, peccando, agendo con malvagità, disubbidendo ai comandamenti e alle leggi che avrebbero dovuto essere la bussola morale ed etica per la vita del popolo. Commentando il Padre Nostro, Lutero ha scritto che
“Alla presenza di Dio ognuno deve chinare la propria testa ed entrare nella gioia del perdono unicamente attraverso la porta bassa dell’umiltà”.
Neemia si presenta a Dio senza cercare delle scuse, senza cercare di nascondersi dietro a delle giustificazioni. Il popolo d’Israele era stato sconfitto e portato in esilio a causa di questi peccati, il popolo era stato mancante e Neemia riconosce questa mancanza e chiede perdono per essa.
– Ricòrdati della parola che ordinasti al tuo servo Mosè di pronunziare: “Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli; (9) ma se tornerete a me e osserverete i miei comandamenti e li metterete in pratica, anche se sarete dispersi negli estremi confini del mondo, io di là vi raccoglierò e vi ricondurrò al luogo che ho scelto per farne la dimora del mio nome”. (10) Essi sono tuoi servi, tuo popolo; tu li hai salvati con la tua grande potenza e con la tua forte mano. (11) Signore, te ne prego, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che vogliono temere il tuo nome; (Neemia 1:8-11a)
In questi versetti Neemia presenta la sua richiesta: Neemia fa parte di un gruppo di persone che sono tornate ad osservare i comandamenti di Dio, un gruppo di persone che ha imparato la lezione e che vuole vivere non per seguire i propri interessi carnali bensì per vivere per la gloria di Dio. La vita di Neemia e degli altri servi è stata completamente cambiata, hanno riconosciuto la maestà di Dio e hanno visto la desolazione di una vita vissuta lontana dalla sua presenza. Per questo Neemia non ha nessun tipo di problema nel dichiarare la grandezza ed unicità di Dio, per questo Neemia non ha nessun tipo di problema nel confessare i peccati suoi e della sua casa. Neemia aveva conosciuto personalmente Dio e questo aveva cambiato la sua vita. Nella sua vita si era avverata, e si stava avverando, una profezia che troviamo in Deutoronomio 30 dov’è scritto:
“Quando tutte queste cose che io ho messe davanti a te, la benedizione e la maledizione, si saranno realizzate per te e tu le ricorderai nel tuo cuore dovunque il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà sospinto in mezzo alle nazioni (2) e ti convertirai al SIGNORE tuo Dio, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, secondo tutto ciò che oggi io ti comando, (3) il SIGNORE, il tuo Dio, farà ritornare i tuoi dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà disperso. (Deu 30:1-3 )
Neemia, convertitosi a causa della grazia, misericordia e potenza di Dio, non desiderava altro che servire il Signore con tutto il suo cuore e tutta la sua anima. Il suo spirito era affranto per la situazione di Gerusalemme, così come Dio era affranto per ciò che era accaduto al suo popolo.
– “…e fa’ che egli trovi pietà presso quest’uomo”. A quel tempo io ero coppiere del re. (Neemia 1:11b) Questa è forse la parte più incredibile della preghiera di Neemia. Durante questi giorni di sofferenza, di lacrime amare, di preghiera avviene un miracolo: Dio risponde. Dio pianta nel cuore e nella mente di Neemia un piano. Dio decide di usare questo servo devoto per cambiare il corso della storia. Dio risponde alla preghiera di Neemia in maniera concreta ed incredibile, rivelandosi presente e all’opera nonostante alcuni pensassero che si fosse dimenticato della sorte del suo popolo. Immagino che anche voi abbiate avuto la stessa sensazione di sollievo e di gioia quando avete sentito la risposta di Dio alle vostre preghiere. Purtroppo non ho l’abitudine di scrivere le risposte che Dio ha dato alle mie preghiere ma guardando indietro posso vedere come egli abbia risposto a tante mie preghiere. Come mi abbia liberato da peccati che mi avevano intrappolato, come abbia provveduto ai miei bisogni giornalieri.
Nelle prossime settimane vedremo in cosa consiste questo piano, scopriremo insieme in che modo Dio si servirà di Neemia per compiere qualcosa di incredibile, impensabile. Vedremo l’impegno di Neemia nel portare avanti questo piano e i tentativi del nemico di bloccarlo. Per oggi ci deve bastare, e ci basterà, prendere spunto dalla devozione di Neemia, dal suo modo di pregare un Dio eterno e onnipotente e sapere che Dio è lo stesso anche oggi, anche nelle nostre situazioni che sembrano impossibili. Nelle situazioni che ci fanno piangere lacrime amare, Dio è presente; nei problemi che vediamo intorno a noi, Dio è presente. Dio è presente, sta operando e vuole operare attraverso di noi, uomini e donne pronti a riconoscere la sua sovranità e superiorità, pronte a confessare i propri peccati, pronti a servirlo con tutto il proprio cuore e tutta la propria anima perché non potremmo fare altro dopo aver visto chi Lui è e cosa ha fatto per noi. Dio vuole operare attraverso di noi, attraverso le nostre situazioni ma secondo il suo piano che mette nei nostri cuori.