Quando ho finito l’università, non ho trovato subito lavoro. Anzi, sono stato disoccupato per più di 6 mesi. Il mio vicino lavorava a CapGemini. Cap Gemini è un’agenzia ‘di consulenza aziendale’. Immaginate persone con cravatte, che danno consigli ai manager aziendali. Il mio vicino un giorno mi ha detto che CapGemini stava per organizzare un “Open Day”. Durante l’open Day gli studenti o le persone interessate possono incontrare i dipendenti di CapGemini, parlare della cultura aziendale, di come lavorano, di cosa rende speciale Capgemini. L’open Day serve poi a Capgemini per reclutare nuove persone.
Sono andato all’Open Day pieno di entusiasmo. I partecipanti venivano divisi in diverse squadre e alla fine del giorno abbiamo dovuto presentare “CapGemini” (ogni cosa che avevamo scoperto quel giorno) davanti a reclutatori. La MIA idea di prendere i valori di CapGemini e presentarli in una maniera particolare ha convinto i reclutatori/la giuria e abbiamo vinto questa competizione fra le squadre. A fine giornata i partecipanti hanno lasciato il loro curriculum vitae. Dopo l’Open Day mi aspettavo di essere richiamato perché mi facessero sapere cosa pensavano del mio curriculum. I reclutatori sapevano chi erano tutti i partecipanti e io li avevo mostrati quel giorno le mie capacità. Però, dopo tre settimane non mi avevano chiamato né scritto.A quel punto ho chiamato e hanno detto: no, non vediamo una collaborazione fra te e Capgemini. Ma? Come mai? Hanno dimenticato che IO avevo avuto l’idea principale durante l’Open Day? Non è possibile! È proprio ingiusto! Io avevo dimostrato che sono ‘uno di CapGemini’ e loro mi hanno rifiutato. E altre persone meno brave forse usando un curriculum vitae esagerato, sono state assunte….
Questa mattina abbiamo un’opportunità di riflettere sulla giustificazione, e come noi uomini pensiamo di essere giusti davanti a Dio. E, spesso, ci giustifichiamo senza includere Dio! Purtroppo questa è una riflessione che devo riascoltare, sulla quale devo riflettere e rimettere in pratica!
Leggiamo Luca 18:9-14.
Il fariseo e il pubblicano
9 Disse ancora questa parabola per certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10 «Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo, e l’altro pubblicano. 11 Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri; neppure come questo pubblicano. 12 Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo”. 13 Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” 14 Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato».
Prima di tutto, voglio esaminare i versetti della parabola
Nel versetto 9vediamo subito che cosa dà origine alla parabola:
Alcuni erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri.
Per la parola ‘giusti’ è usata la parola Greca ‘díkaios’ , un aggettivo, derivato da dikē che significa “approvato” (in questo caso da Dio”, “giusto agli occhi di Dio”)
Poi nel versetto 10scopriamo che due uomini salirono al tempio per pregare. Non c’è una differenza fra i due uomini: semplicemente uomini! Per Dio siamo creati tutti uguali. In Israele il tempio era costruito in alto, in modo da poterlo distinguere facilmente. Ma non solo in Israele, anche in Italia! Quando faccio le camminate sui monti Apuani, nonostante i paesini piccoli, c’è sempre una chiesa presente nel punto più alto. In questo modo ‘la chiesa’ o il tempio ci fa riflettere quando lo vediamo. Gli Israeliti dovevano salire, per arrivare al luogo sacro.
Nel seconda parte del versetto 10 viene spiegata la differenza enorme fra gli uomini: Uno era fariseo, l’altro pubblicano. Molto probabilmente il fariseo fu salutato gentilmente mentre entrava nel tempio: “Rabbino”. Probabilmente il fariseo andava al tempio per pregare tre volte al giorno. Giorno dopo giorno. Il pubblicano invece era disprezzato dagli israeliti. Lui collaborava con il nemico: I Romani! il pubblicano era ingiusto e lucrava sui suoi connazionali. Non ci sorprende che fosse disprezzato!
11 Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé:
I miei genitori mi insegnavano a pregare con le mani giunte, mentre gli israeliti erano soliti pregare mentre stavano in piedi. Non è scritto che stava pregando ad alta voce, ma dentro di sé.
Il fariseosceglie di ringraziare Dio e lo fa in questo modo: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri; neppure come questo pubblicano.
Chi sta ringraziando? Dio? Noo…più se stesso J. O Dio, ti ringrazio che io non sono come i miei colleghi che non rispondono mai in tempo alle mie mail, che non sono come il mio vicino che ha un lavoro in nero, come mio zio che fa la mano morta con quasi tutte le donne che incontra.
12 Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo.
Il fariseo ricorda a Dio, che lui sta facendo un compito grande! Il fariseo non si ritiene buono, di più, forse il migliore! Gli ebrei credono che Dio perdoni i peccati durante lo Yom Kippur (il grande giorno dell’espiazione) se hanno sinceramente confessato i propri peccati a Dio. Durante questo giorno è comune digiunare. Quindi una volta all’anno è ‘obbligatorio’. Ma questo fariseo digiuna 2 volte alla settimana!
Ma se questo non fosse sufficiente paga anche la decima su tutto!
La decima del grano o degli animali venivano dati al Signore come ringraziamento di quanto ricevuto. Per esempio, ha dato la decima parte del nuovo raccolto o degli animali appena nati. Se qualcuno avesse ricevuto dieci agnelli, avrebbe cercato l’agnello migliore, uno dei dieci, come ringraziamento per il Signore. Ma il fariseo dice: “Sono molto meglio. Io do la decima di tutto, anche dalle erbe del mio giardino. E non do solo la decima di ciò che ho ricevuto dal Signore, ma anche di tutto ciò che ho già, di tutto ciò che già possiedo!
13 Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!”
Il pubblicano vede il fariseo a distanza, sulla piazza del tempio. Non ha nemmeno il coraggio di alzare gli occhi al cielo. Lui è umile, cosciente del suo carattere, il suo atteggiamento, i suoi sbagli. Come mia figlia Jaelle quando sa che è stata disobbediente, perché ha gridato , o ha accesso l’Ipad senza il mio permesso. Lei ha paura di guardarmi negli occhi. Ha paura che io sia arrabbiato. In questo modo anche il pubblicano vuole avvicinarsi Dio, con tremore. Non vuole nascondersi.
Si colpisce il petto. Non scuote la testa: “che stupido sono stato, avrei dovuto essere più attento.” No, si colpisce il petto. SI Colpisce il cuore …di dolore …
Quando qualcuno si colpisce il petto, lo fa se ha molto dolore, per esempio se qualcuno è morto. Battersi il petto è un segno di un dolore forte!
14 Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato».
Poi Gesù conclude spiegando la morale della parabola. Chiunque s’innalza saràabbassato, ma chi si abbassa saràinnalzato. Qui vediamo una particolarità. È scritto: ‘sarà abbassato’ e anche ‘sarà innalzato’. È presente un fattore esternoche permette di innalzare, di giustificare la persona. Per essere giustificato abbiamo bisogno di un fattore esternoche faccia qualcosa per noi. Tornerò su questo punto.
Se sono onesto con me stesso, devo ammettere che spesso ho caratteristiche del fariseo. Questo brano ci mostra 3 modi per trovare approvazione, per essere apprezzati, per essere giustificati. Due modi sono mostrati del fariseo, uno dal pubblicano.
- Giustificazione per opere
12 Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo.
Il fariseo fa notare a Dio che lui sta facendo qualcosa di grande. Le buone opere sono sempre state, nel corso della storia, un modo per guadagnare la giustizia. “Guardami, sto facendo un’opera per Dio!”
Vorrei mostrare che la giustificazione per opere è parte della cultura italiana.
Leggo un passo del Concilio di Trento (1545-1563), un documento fatto dalla chiesa Cattolica. L’obiettivo del documento era quello di affrontare gli abusi all’interno della Chiesa cattolica. E soprattutto di dare una risposta alla riforma protestante che aveva molto insistito sulla giustificazione per sola fede.
Canoni sulla giustificazione
- Se qualcuno afferma che la fede giustificante non è altro che la fiducia nella divina misericordia, che rimette i peccati a motivo del Cristo, o che questa fiducia sola giustifica: sia anatema.
- Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata ed anche aumentata dinanzi a Dio con le opere buone, ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione conseguita, e non anche causa del suo aumento: sia anatema.
In altre parole: se vogliamo essere giustificati davanti a Dio, impegniamoci!
Nell’Islam, il perdono è ottenuto attraverso il favore di Allah e le sue azioni:
“Allah ha promesso a quelli che credono e compiono il bene che otterranno il perdono e una grande ricompensa”(Sura 5:9).
Un musulmano può essere perdonato solo per i suoi peccati e ottenere l’accesso al paradiso, se Allah lo vuole e se le sue buone azioni superano le sue cattive azioni.
“Allora ci riusciranno, le cui scale sono pesanti, ma quelle le cui opere sono leggere – queste sono quelle che hanno danneggiato la loro anima – risiederanno all’inferno”. (Corano 23: 102-103).
Nel buddismo lo scopo della vita è di raccogliere il karma positivo. Ciò significa: fare buone opere. In questo modo possiamo guadagnare una prossima vita migliore.
Il fariseo aveva capito come svolgere i compiti spirituali, come praticare i rituali, non era pigro nel mantenere la legge di Dio! “Come posso distinguermi dagli altri?” Cosi pensa il fariseo! C’è bisogno di digiunare una volta all’anno? Allora digiuno 2 volte alla settimana: sono speciale! C’è bisogno di pagare la decima del nuovo raccolto o degli animali appena nati? La pago per ogni cosa! “Il diavolo è nei dettagli” si dice in Italia. Il fariseo prende dei dettagli nella legge e li amplifica per poi poter dire: sì, sono un seguace di Dio!
Esempi nella vita cristiana quotidiana non mancano: Esistono chiese in cui ogni domenica viene contato chi c’è e chi manca. A Londra in un culto, si dava il benvenuto a persone che non c’erano la settimana scorsa, come se fossero nuove! Su richiesta del pastore anche accompagnato con un applauso ironico e cinico! “I veri credenti ci sono ogni settimana” e non solo occasionalmente.
Il pensiero che attraverso buone opere possiamo essere giustificati davanti a Dio non è nuovo, e parte del DNA della nostra cultura. Cosi come io pensavo di essere giustificato, per la mia idea vincente durante l’Open Day a CapGemini, cosi molte persone pensano di essere giustificati davanti al proprio Dio.
Nella tua vita senti l’impulso di giustificarti attraverso le tue opere buone?
C’è un problema con questo tipo di giustificazione!
Giacomo 2:10Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti.
Ops! Non possiamo mai essere giusti davanti a Dio.
Esiste anche un altro modo per sentirsi giustificati e approvati!
- Giustificazione per paragone
La verità e che dentro di noi vogliamo sentire che la nostra vita abbia un significato. Anche il fariseo aveva quel desiderio. Purtroppo paragoniamo noi stessi, come il fariseo, a gli altri.
O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri; neppure come questo pubblicano.
In questo modo possiamo dire: io sono abbastanza bravo rispetto ad altri. In questo modo facciamo cadere moralmente gli altri in modo da poter brillare in confronto a loro.
– Mostrando continuamente, in base a storie ed eventi, che l’altra persona comprende poco o quasi niente della situazione ‘reale’.
– Mostrando che l’altra persona fa scelte sbagliate
L’orgoglio spirituale è molto sottile e può essere nascosto sotto un vestito di modestia. Un’insegnante di una scuola domenicale raccontò questa parabola del fariseo e del pubblicano una volta nella sua classe. Alla fine disse le parole che suonano esattamente come le parole del fariseo, “Figli, ringraziamo Dio che non siamo come il fariseo”! A nostra volta, ridiamo di questo e diciamo: “Grazie a Dio, che non siamo come quella signorina della scuola domenicale”! Sì, l’orgoglio spirituale sembra come una cipolla: quando abbiamo levato una parte, viene mostrato un’altra parte.
Forse sei una donna che mantiene la tua casa immacolata e ha tutto nel posto giusto. Se vedi la casa disordinata e sciatta di qualcun altro, potresti benissimo disprezzarla. Ma forse ti stai comportando come il fariseo, paragonando e disprezzano il prossimo che invece potrebbe essere una persona pia.
Un altro esempio personale: Alcuni fratelli o sorelle hanno poca musicalità e quando iniziano a cantare durante la lode in chiesa, stonano sempre. Non devo disprezzarli, perché Dio non ascolta la musica. Lui ascolta le parole. I fratelli che cantano sbagliando possono essere più sinceri di me, che canto in modo piacevole. È il musicista fariseo che distrugge la chiesa, non il fratello stonato. Dio ama i fratelli stonati come tutti gli altri, ma rifiuta i farisei.
Non sto dicendo che non dovresti tenere pulita la tua casa, o che non dovresti cantare in modo intonato. Per niente! Facciamo queste cose in particolare! Tuttavia, restiamo umilie non disprezziamo qualcuno che non può fare ciò che noi possiamo.
Senti l’impulso di giustificarti paragonandoti con disprezzo agli altri?
Il problema di questa giustificazione è che non tiene conto di Dio e dei suoi standard, ma è autoreferenziale e soggettiva. Paolo dice in 2 Corinzi 10: 12
Poiché noi non abbiamo il coraggio di classificarci o confrontarci con certuni che si raccomandano da sé; i quali però, misurandosi secondo la loro propria misura e paragonandosi tra di loro stessi, mancano d’intelligenza.
1 Giovanni 4:20Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto.
Il terzo modo ad essere giustificato:
- Giustificati da Dio
Che fa il pubblicano?
13 Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!”
Con Dio mi confronto con qualcosa che è infinitamente al di sopra di me, in ogni modo. Finché non riconosco Dio così non conosco affatto Dio. Non puoi conoscere Dio finché sei arrogante, ma puoi riconoscerlo quando capisci di non essere nulla in confronto a Lui. Un uomo orgoglioso guarda sempre le cose e le persone dall’alto in basso, e fino a quando guarda in basso, ovviamente non vede nulla sopra di lui.
Il pubblicanoè nella posizione giusta per ricevere la giustificazione. Facciamo attenzione ad una cosa: Gesù non sta dicendo che possiamo guadagnare la giustificazione essendo umili. In altre parole la nostra umiltà ci permette di ricevere la giustificazione, non di meritarcela. Il pubblicano non è giustificato perché umile, il pubblicano ha capito che non può fare nulla per essere approvato da Dio.
Il pubblicano, a differenza del fariseo, si presenta al tempio con il giusto atteggiamento. Ma la giustificazione di Dio non si guadagna, essa viene imputata (ovvero attribuita, concessa gratuitamente). E come viene imputata questa giustificazione divina, questa approvazione che l’essere umano sta cercando?
Gesù in questo momento sta raccontando la parabola, ma da lì a poco sarebbe morto sulla croce al posto di noi peccatori. Attraverso la sua morte noi possiamo essere giustificati, perché il nostro debito è stato estinto da Cristo.
la Bibbia dice che noi siamo “Giustificati per fede”e di conseguenza “abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore”(Romani 5:1)
Il sacrificio di Dio sostituisce le nostre opere e il nostro orgoglio, che non possono salvarci.
14 Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato
Il fattore esterno che ci aiuta ad essere innalzato non è altro che Gesù.
Dio ha giustificato il pubblicano perché è entrato nel tempio con un cuore giusto,,disposto a ricevere l’aiuto di Dio!
Sono disposto a essere giustificato solo da Dio?
Un ultimo pensiero sulla comunità cristiana. Anche oggi le persone che frequentano la chiesa locale sono fatte di farisei e pubblicani. La chiesa di Dio è piena di gente che non darebbe l’un l’altro a prima vista l’attenzione. Come il fariseo verso il pubblicano. Ma siamo chiamati entrambi a avvicinarci a Gesù. Una banda di nemici naturali, trasformati in amici, perché conosciamo Gesù.
Grazie Dio che siamo giustificati non a causa delle opere, per paragonarci ma a causa del tuo amore e del tuo sacrificio per noi.
AMEN