Progredire, attraverso la santità e l’amore – 1 Tessalonicesi 4:1-12

A volte succede nello sport che una squadra o un atleta riesca, nel corso di una gara, ad accumulare un vantaggio importante ma che, nonostante questo vantaggio, si faccia rimontare. È successo, per esempio, qualche anno fa durante una finale di Champions League, la partita più importante dell’anno per una squadra di calcio. Era il 2005, si giocava ad Istanbul e si affrontavano una squadra italiana, il Milan, e una inglese, il Liverpool. Il Milan passò in vantaggio dopo solo 53 secondi, con un goal del loro storico capitano, Paolo Maldini. Nel primo tempo il Milan segnò alti due goal e il primo tempo si chiuse con il risultato di 3 a 0. Durante la pausa, negli spogliatoi, alcuni giocatori del Milan iniziarono a festeggiare come se avessero già vinto. Ma non avevano ancora vinto… Il Liverpool nel secondo tempo riuscì a segnare tre goal e vincere la finale ai rigori…

In queste settimane abbiamo visto come la vita dei tessalonicesi sia stata trasformata dall’annuncio di Paolo e come la chiesa stia crescendo bene. L’apostolo scrive ai Tessalonicesi, dopo averli lasciati, per metterli in guardia riguardo a queste rimonte, per esortarli a non rilassarsi e non farsi riprendere dal nemico, da vecchie abitudine, da vecchi peccati.

Molti anni dopo la stesura di questa lettera, Paolo potrà testimoniare di non essersi rilassato durante la sua gara

2Ti 4:6-8  Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.  (7)  Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.  (8)  Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.

1Th 4:1-12  Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate. Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.  (2)  Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù.  (3)  Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione,  (4)  che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore,  (5)  senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio;  (6)  che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima.  (7)  Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione.  (8)  Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito.  (9)  Quanto all’amore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri,  (10)  e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell’intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più,  (11)  e a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare,  (12)  affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno.

Nell’ultimo punto della scorsa predicazione abbiamo analizzato insieme a Stefano la preghiera di Paolo per i tessalonicesi. Paolo pregava il Signore affinché tramite il suo amore egli rendesse

“i vostri cuori saldi, irreprensibili in santità davanti a Dio nostro Padre, quando il nostro Signore Gesù verrà con tutti i suoi santi.” (1 Te. 3.13)

Il discorso di Paolo continua nel capitolo 4.

  • Progredire

Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate. Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.  (2)  Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù.  (3)

I complimenti non sono certo mancati per la chiesa di Tessalonica, che è stata più volte lodata da parte dell’apostolo per la sua fedeltà, esemplarità, resilienza. La preghiera di Paolo che abbiamo visto la volta scorsa si sta avverando nei tessalonicesi, che seguono già le istruzioni di Paolo in modo da piacere a Dio.  Ma Paolo esorta i tessalonicesi a non fermarsi qui, a non accontentarsi. Paolo li esorta a progredire, continuando a seguire le istruzioni ricevute nel nome del Signore Gesù.

Queste parole di Paolo sembrano quasi un po’ scontate… è normale che dobbiamo crescere sempre più, piacere sempre di più a Dio… ma sotto sotto forse pensiamo: non è sufficiente quello che stanno facendo i tessalonicesi? Non hanno raggiunto un livello soddisfacente? Forse qualcuno a Tessalonica pensava la stessa cosa, e Paolo li avverte che il cammino del cristiano non si ferma dopo i primi successi, le prime vittorie, i primi frutti.  Si tratta, appunto, di un percorso che dura tutti i giorni della nostra vita.

A tal proposito sono illuminanti le parole di Gesù quando dice che se vogliamo seguirlo, dobbiamo rinunziare a noi stessi e ogni giorno prendere la propria croce e camminare con Gesù. (Luca 9.23)

Paolo sta osservando una chiesa che ha fondato, che sta crescendo nella fede e nell’amore e la esorta a continuare così. Noi non abbiamo una figura come Paolo per la nostra chiesa ma spero che in noi ci sia il desiderio come in Paolo di voler continuare a crescere. Il Signore ci ha fatto crescere nel numero di persone che frequentano, nei vari eventi. Ma in noi ci deve essere il desiderio di non fermarci, di crescere sempre nell’amore per il Signore e per il prossimo, nella cura per il fratello e la sorella in Cristo sia per le tante persone che vivono fuori dalla nostra chiesa.

E visto che ultimamente parliamo molto di fondazione di chiesa spero che se il Signore ci permetterà di fondare una o più chiese da parte della chiesa evangelica libera di Lucca ci sarà sempre il volere di spingere per una continua progressione nel Signore le chiese fondate.

Non importa se stai iniziando ora a camminare al fianco di Gesù o se le segui da tanti anni: non possiamo di permetterci di fermarci, di accontentarci. Quindi esortiamoci e incoraggiamoci a vicenda, come singoli e come chiesa, a progredire sempre più!

Progredire in che modo? Sono due gli elementi presentati da Paolo ai tessalonicesi, due gli elementi nei quali continuare a crescere per continuare a progredire.

  • Santità

(3)  Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione,  (4)  che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore,  (5)  senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio;  (6)  che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima.  (7)  Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione.  (8)  Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito.  (9)

Il primo elemento presentato da Paolo è la santità. Paolo dice ai tessalonicesi di dover crescere nella santità e nella purezza. L’affermazione di Paolo è molto forte: questa è la volontà di Dio. Immagino che tutti noi ci siamo chiesti ad un certo punto della nostra vita: ma qual è il senso di questa vita? Qual è lo scopo della mia vita? Paolo risponde a questa domanda.

Paolo dice innanzitutto che esiste un Dio, un Dio che ti ha creato, che ti conosce. Un Dio che vuole diventare il Dio di ogni essere umano. Questo Dio non è né astratto ne lontano da noi, anzi. Questo Dio ha un piano per te.

Spesso quando ci domandiamo qual è lo scopo della nostra vita o quale sia la volontà di Dio per la nostra vita corriamo il rischio di mettere noi al centro. Paolo ci ricorda che Dio deve essere al centro e come scopo della nostra vita basta avere la santificazione. Quando riconosciamo che Dio deve essere l’unica priorità della nostra vita allora capiamo che la santità di Dio, la giustizia di Dio, la perfezione di Dio, la purezza di Dio è quanto di più bello possiamo desiderare per la nostra vita e ambire per la nostra vita.

Uno dei miei versetti preferiti nella Bibbia è Salmo 37:4 “Trova la tua gioia nel SIGNORE, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore.” Ma se all’inizio la seconda parte del versetto sembrava più allettante, ora la prima diventa sempre più bella. Il Signore ci ha concesso di trovare la nostra gioia in Lui, ci ha permesso di essere appagati in Lui, il Dio trino e possente.

Se sei alla ricerca di uno scopo per la tua vita sappi questo: Dio ti vuole sempre più simile a Lui, ti vuole sempre più vicino a Lui. Non è fantastico? Non è abbastanza?

La santificazione comprende tanti diversi aspetti e nel testo di Paolo ne vengono citati solo alcuni. Paolo cita innanzitutto la fornicazione, ovvero i rapporti sessuali illeciti. In altre parole quei rapporti che avvengono prima del matrimonio, fuori dal matrimonio e anche quelli violenti. Se spesso la cultura che ci circonda ci dice attraverso i messaggi pubblicitari, i film, il materiale pornografico e tant’altro che non c’è niente di sbagliato in queste cose, dobbiamo ricordarci che Dio ha creato il rapporto sessuale e meglio di tutti noi sa come dobbiamo e possiamo beneficiare. Paolo poi dice ai Tessalonicesi che devono essere in grado di controllare il proprio corpo in modo santo e onorevole, non essere succubi di passioni che non sono divine, e non sfruttare né abusare i propri fratelli.

Forse nella tua vita in questo periodo sono presenti alcuni di questi aspetti. Forse stai cercando di liberarti da questi pesi, desiderando di essere più santo, simile a Dio. E forse non ti sta riuscendo. Ti voglio incoraggiare, spronarti a non abbatterti. Questi versetti in passato mi hanno molto incoraggiato.

Col 3:1-3  Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.  (2)  Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra;  (3)  poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Siamo chiamati ad essere santi, a cercare le cose di lassù, come dice Paolo, non con le nostre forze ma sapendo che noi siamo nascosti, protetti in Dio con Cristo. La nostra carne è morta, non ha più il controllo su di noi perché siamo stati liberati e resuscitati con Cristo. Dio ci ha chiamati a santificazione, ci ha eletti per questo ed è per questo motivo che ci ha donato lo Spirito Santo.

Dio dà senso alla nostra vita, ci chiama ad essere sempre più simili a Lui, liberi dal peccato grazie a ciò che Gesù ha fatto per noi.

  • Amore

(9)  Quanto all’amore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri,  (10)  e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell’intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più,  (11)  e a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare,  (12)  affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno.

Il secondo elemento necessario per progredire è l’amore, un concetto che torna spesso in questa lettera. Se prima Paolo ha parlato di cose da abbandonare o cose da non fare ora passa ad una cosa che, invece, deve essere fatta. Paolo sottolinea di nuovo la bravura dei tessalonicesi ad amare e di nuovo li sprona a non accontentarsi, ad alzare sempre l’asticella. Abbondate sempre più nell’amore è l’incoraggiamento dell’apostolo.

L’amore descritto da Paolo in questi versetti è molto pratico e illuminante. Se proviamo a tradurre letteralmente dal greco il versetto 11 verrebbe più o meno così: sforzatevi di vivere in pace, fate diventare una vostra abitudine occuparvi delle proprie cose e lavorare con le proprie mani, a essere indipendenti.  In questo modo i tessalonicesi avrebbero potuto vivere dignitosamente in mezzo a coloro che non facevano parte della loro chiesa, coloro che li perseguitavano e rendevano la loro vita difficile. Queste persone, scrive Paolo, possono essere raggiunte attraverso l’esempio di una vita vissuta dignitosamente, indipendente e pacifica. Il messaggio cristiano non promuove l’assistenzialismo, sicuramente non promuove il parassitismo, l’assenteismo. È l’amore, oltre al senso del dovere, a spingerci a lavorare per essere autonomi, in modo da non essere di peso agli altri ma piuttosto essere di aiuto per gli altri.

Conclusione

Il testo di oggi ci spinge, così come ha spinto i tessalonicesi, a progredire nel nostro cammino con il Signore, a prescindere dai tanti o dai pochi successi raggiunti. Paolo ci ricorda di seguire le istruzioni e l’esempio di Cristo e di continuare ad andare avanti. In particolare Paolo presenta due elementi da promuovere: la santità e l’amore. Nella nostra crescita nella santificazione vogliamo impegnarci ad essere sempre più simili a Cristo, abbandonando ciò che non è da Lui sapendo che possiamo farlo grazie alla nuova vita e la nuova libertà che riceviamo in Gesù. Per quanto riguarda l’amore Paolo ci ricorda di abbandonare in esso, e di dimostrarlo anche praticamente verso coloro che sono “fuori”, non cercando il conflitto, bensì la pace, non credendo di dover dire la nostra su tutto bensì essendo discreti.

Il testo di oggi ci spinge a progredire, attraverso la santità e l’amore.