Matteo 5, 7. I misericordiosi

Beati i misericordiosi perché a loro misericordia sarà fatta
Ci limitiamo a questo singolo verso che racchiude una grande ricchezza.

  1. Definizione del termine: misericordioso come viscere e come fedele a un patto
    Nell’accezione comune misericordioso equivale più o meno a buono, a persona disposta a perdonare con il rischio di scivolare in quel buonismo di cui molto spesso si parla. Importante quindi ricordare che misericordioso non significa facilone, che perdona facilmente non per virtù morale, ma per facilità di carattere, per superficialità, o perché non dà un gran peso a fatti anche gravi. I significati biblici sono altri:
    Il termine “misericordia” è la traduzione dall’ebraico di due termini che non sono esattamente equivalenti. Traduciamo con misericordia sia il termine hessed che significa pietà in una relazione che unisce due esseri, e che implica la fedeltà, la relazione di aiuto. Nell’Antico Testamento notiamo che questo termine hesed, è spesso associato al fatto che Dio ricorda il suo patto, quindi interviene nei confronti di Israele. Troviamo l’espressione: “Tu mantieni il patto e la misericordia” in molti passi: 1 Re 8:23, 2 Cr 6:14, Ne 1:5, Ne 9:32, Sal 106:45, Daniele 9:4, Lc 1:72.
    Ma traduciamo in italiano con misericordia anche un altro termine: rahamim, che riguarda un sentimento profondo di compassione, (la radice del termine è raham, viscere o utero), e che riguarda quel sentimento per cui ci si commuove interiormente provando una profonda compassione per qualcuno che soffre o anche che fa del male. Quindi la misericordia in senso biblico ha questi due aspetti: uno di impegno e fedeltà in una relazione di amicizia amore, e l’altro di commozione profonda.
  2. Excursus biblico: attribuito soprattutto a Dio, rare esortazioni dei profeti come Osea e compare nel NT in modo moderato: Gesù, Giacomo, Paolo, Tito
    Osservando il modo in cui questo termine appare nella Bibbia ci colpisce un fatto: sia nel Nuovo che nell’AT il termine è riferito soprattutto a Dio. Compare 72 volte e quasi tutte si riferiscono a Dio che fa misericordia. Potremmo riassumere tutti questi passi con il salmo 62 che dice: “A te pure Signore appartiene la misericordia, poiché tu retribuirai ciascuno secondo le sue azioni”.
    Eccezioni: Osea riprende il popolo perché “ non c’è verità, né misericordia,
    né conoscenza di Dio nel paese: (Osea 4:1) e qui si riferisce agli uomini. E anche oltre incoraggia il popolo alla misericordia.
    Molto più avanti nel NT troviamo la parabola del buon samaritano che “usò misericordia verso l’uomo incontrato”, Paolo parla in Corinzi di opere di misericordia, (Rm 15) ed esorta i Colossesi ad essere rivestiti di sentimenti di misericordia.
    Il passo più vicino a quello che abbiamo letto è quello che troviamo in Giacomo: “Perché il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia. La misericordia invece trionfa sul giudizio” Gc 2:13
    Questa distribuzione asimmetrica dei versetti biblici ci aiuta per capire bene cosa sia la misericordia, e il senso di questo comandamento. La misericordia è qualcosa che viene da Dio, che appartiene a Dio e che noi non possiamo avere né per carattere né per virtù propria. È qualcosa di faticoso, che si impara e che si esercita, non è spontanea e naturale.
  3. Per avere misericordia bisogna avere capito la misericordia che Dio ha avuto per noi
    Il sermone sul monte non parla di virtù personali o qualità caratteriali o culturali che alcuni hanno e che di conseguenza sono beati. Ci parla di alcune caratteristiche che coloro che hanno creduto in Dio hanno, perché è Dio stesso a dargliele. Per capire cosa sia la misericordia dobbiamo quindi pensare attentamente a Dio e osservare il modo in cui ha agito in noi. Dio ha perdonato i nostri peccati e non si è fermato davanti a nessun peccato. Nessun peccato, nessun carattere, nessuna vita è così orribile da non suscitare la misericordia di Dio, legato ad ogni umano da un patto creazionale e mosso a compassione verso ognuno di noi. Gesù ha avuto compassione di coloro che lo uccidevano, e dei discepoli che lo tradivano. Sapeva che in fondo ciò che agiva in loro non era solo la loro volontà, ma la forza demoniaca della schiavitù dal peccato. Perché gli esseri umano non sono i realtà liberi… Sono sempre schiavi di qualcosa. O di Dio, che li guida verso una via di salvezza, oppure di Satana, del peccato, di una forza più grande di loro, che fa fare loro ciò che non vogliono. Gesù ha visto questo nei suoi aguzzini. Stefano ha visto questo nei suoi lapidatori. Giuseppe ha visto questo nei suoi fratelli.
    Chi sono allora i misericordiosi? Sono quelli che davanti a persone che compiono il male, verso loro o verso altri, oltre ad una giustissima indignazione hanno anche misericordia, compassione. Sanno che ciò che agisce in quelle membra, sebbene pienamente responsabili, sono forze enormi che guidano da sempre l’umanità e che la sorpassano. I moderni hanno scoperto l’inconscio che è una forza oscura mista di bene e di male, e che ugualmente guida l’uomo che non è consapevole. Prima di questa scoperta la Bibbia parlava di peccato, una forza che ugualmente guida l’uomo senza che egli ne sia pienamente consapevole. I misericordiosi riescono a vedere dietro le azioni dei criminali, dei pedofili, e degli assassini, ma anche delle meschinità umane più semplici e comuni, nella disonestà, nel menefreghismo, nella superficialità, delle forme sicuramente gravi e responsabili ma con una parte di inconsapevolezza.
    Ma per poter fare questo devono aver sentito che Dio ha avuto misericordia di loro. Non si può usare misericordia se non ci si è resi conto di quanta misericordia Dio ha avuto di noi. Ecco perché dobbiamo continuare ad affermare con il salmo 62: la misericordia appartiene a Dio!
  4. La promessa futura è una condizione: possiamo avere misericordia se abbiamo misericordia.
    A differenza delle altre beatitudini che promettono qualcosa di diverso dall’oggetto dell’osservanza, i misericordiosi otterranno la stessa cosa che hanno avuto. La misericordia. Hanno avuto misericordia e sarà fatta loro misericordia. È molto importante capire che il fare misericordia non è un merito con cui si ottiene poi la misericordia di Dio. Al contrario: avere misericordia è una condizione che permette di capire se abbiamo veramente capito chi è Dio e la sua misericordia.
    Se affermando di aver capito la misericordia di Dio non abbiamo misericordia per gli altri, allora non abbiamo capito cos’è la misericordia di Dio. Avere misericordia invece dimostra che l’abbiamo capita, che abbiamo ricevuto il perdono di Dio, e quindi nel momento in cui giudicherà il mondo, come dice Giacomo, la sua misericordia trionferà sul giudizio.
    Conosco molte persone che hanno problemi ad avere misericordia perché sanno di doverne avere nei confronti di persone che magari hanno fatto loro del male. Potrei parlare di una mia cara sorella che ha aspettato molto prima di battezzarsi perché sapeva di odiare alcune persone che le avevano fatto del male, e si sentiva ipocrita a battezzarsi conservando questi sentimenti di odio. Poi un giorno ha capito: ma se Dio ha amato me con quello che facevo e ha perdonato me nonostante ciò che ero, come posso io non perdonare queste persone?
    Capisco che questo può mandare alcuni in crisi. Molti di noi sanno di avere qualcosa contro alcune persone. Il passo di oggi non ci invita a fare degli sforzi per amare coloro che non riusciamo ad amare, ma ci spinge a focalizzarci su Dio, pensando a come egli ci ha amati.
    Dobbiamo capire bene che la misericordia non è un istinto. Non è quel sentimento compassionevole che alcuni hanno per carattere. La misericordia è l’opera di Dio che ci rende capaci di perdonare. È il risultato della corretta comprensione del suo perdono. Da lì dobbiamo partire e scopriremo che la compassione diventerà lentamente qualcosa di automatico, che lo Spirito produce in chi crede.