Luca 21: Non lasciatevi ingannare

Luca 21. Non lasciatevi ingannare

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Nell’insieme del capitolo 21 c’è un verso che mi è saltato agli occhi: “Guardate di non farvi ingannare” v. 8a. Mi sembra possa riassumere tutto il capitolo che a ben guardare ci parla di diversi possibili inganni, diverse apparenze dietro cui si potrebbe essere tentati di correre, ma che nel presente capitolo vengono smascherate. Personaggi, situazioni e fatti presentati sono numerosi e riguardano tanto il presente quanto un futuro che era già tale al momento in cui questo testo è stato scritto, ma continua ad essere futuro anche oggi. Alcuni fatti o predizioni riguardano gli abitanti di quell’epoca e a noi potrebbero anche non interessare. Ci sono però istruzioni e consigli che Gesù dà ai suoi discepoli che hanno portata universale e che valgono anche per noi, che viviamo dopo la distruzione di Gerusalemme e del tempio.

  1. Ingannati dalla falsa pietà.

Finora nel tempo diverse categorie di persone si sono fatte avanti per apostrofare Gesù. Ora è lui ad osservare e a commentare il modo di agire di chi si muove nel tempio. Come in ogni religione anche in quel sistema religioso che era l’ebraismo del I secolo c’è un legame tra religione e denaro, che lungo tutto il vangelo di Luca è stato messo in evidenza, soprattutto per denunciare la corruzione. Qui invece vengono smascherati i pensieri possibili dei discepoli rispetto a due tipi di doni: uno è abbondante, l’altro è misero e calcolati in valore assoluto i doni dei ricchi valgono sicuramente di più di quello della vedova. Arricchiscono le casse del tempio, lo fanno funzionare economicamente, permetteranno di adornarlo e di mantenere la classe sacerdotale. Gesù fa notare ai discepoli che il criterio di valutazione che va usato quando si dà qualcosa a Dio non è il quanto si dà, ma il quanto resta in tasca … Alla vedova non resta più niente quindi ha dato di più di tutti.

Un amico pastore mi ha raccontato che per un certo periodo frequentò la sua chiesa un direttore di banca che ogni mese dava la decima, e questo aveva innalzato molto le possibilità economiche della chiesa. Tuttavia questo aveva anche viziato il resto della chiesa che adagiato sugli allori del direttore dava di meno e si impegnava di meno. Il mio amico concludeva che quei doni non facevano necessariamente del bene …

Applicazione. Il brevissimo episodio basta nella sua forza a farci riflettere ancora oggi su quello che pensiamo si possa fare con i soldi e su quanto siamo disposti a dare. Fermo il principio posto da Paolo in II Cor 8,13: “Infatti non si tratta di mettere voi nel bisogno per dare sollievo agli altri, ma di seguire un principio di uguaglianza;” che egli rivolgeva ai Corinzi per spingerli a donare, il calcolo che dobbiamo fare sulle nostre finanze è complicato ma necessario. Siamo chiamati a ripensare il concetto di necessario, di superfluo, e a chiederci di continuo come e quanto possiamo dare. Siamo anche chiamati a pensare che Dio fare funzionare il suo regno con il poco dato lasciandoci nella necessità piuttosto che con il tanto superfluo.

  1. Ingannati dalle apparenze della pietra.

I discepoli sono anche ingannati dal fascino delle pietre. Non perché siano appassionati di architettura, ma perché secondo una certa mentalità un Dio potente ha un tempio magnifico  ed i doni dei ricchi colpiscono gli occhi: pare che Erode avesse fatto costruire un’enorme vigna d’oro con grappoli grossi come un uomo in questo tempio. Da questo passo non si evince che Gesù sia contrario all’architettura o alla bellezza artistica, ma che è contrario al credere che nella grandiosità degli edifici risieda qualche virtù.

Ultimamente abbiamo letto in chiesa il bel libro Chiesa Totale che racconta di un movimento di chiese che si sviluppa soprattutto nelle case, ed in parte questo lo facciamo anche noi. Certo che tanti di noi potrebbero chiedersi se con grossi edifici non avremmo una capacità ed un potenziale molto maggiori. Come per i soldi Gesù ci invita a non farci ingannare dalle apparenze: le più belle cattedrali mai costruite, quelle su cui si dilungano i manuali di storia dell’arte, saranno distrutti… Il tempio in cui Gesù stava circolando ed a cui il popolo di Israele dava tanta importanza, sarà smantellato.

Ancora una volta Gesù ricorda che il vero tempio sono gli esseri umani che si convertono e che invitano Gesù ad entrare nel loro cuore. Chi accetta Dio dentro di se diventa il vero tempio di Dio, e rappresenta Dio sulla terra con la sua vita molto meglio degli edifici inanimati.

 

  1. Ingannati rispetto alla fine

Tuttavia un’affermazione come quella fatta da Gesù apre la grossa domanda che in qualche modo tutti si pongono, siano essi religiosi o meno: come andrà a finire il mondo? Anche senza che il mondo finisca tanti templi sono scomparsi sotto la polvere, ma i discepoli credono di capire che Gesù stia parlando di grossi avvenimenti che sconvolgeranno sia Gerusalemme, sia il mondo intero. Nasce quindi la domanda di quando tutto ciò avverrà.

Mi colpisce che la prima riposta di Gesù non è costituita da una serie di dettagli precisi sui fatti che avverranno: la prima risposta è: guardate di non farvi ingannare! Seguono delle indicazioni generali che è piuttosto difficile ricondurre a fatti precisi e che dovrebbero rinviare ad una certa saggezza: mi sembra possibile individuare almeno tre tipi di fatti su cui ci si può ingannare che si possono presentare e che di fatto si sono presentati nella storia:

Fenomeno Inganno           o segno Istruzione
Falsi messia (8) Ne verranno molti dicendo sono io. Dopo Gesù ne sono venuti circa 20 dall’ebraismo, quelli cristiani non si contano. Non andate dietro a loro
Guerre e sommosse ( 9-19) Nazione contro nazione, terremoti, pestilenze, carestie. Segni del cielo.

Persecuzione. Tradimenti dalla famiglia, odio e martirio.

Cose ampiamente avvenute negli ultimi 20 secoli.

Non vi spaventate, bisogna che avvengano. Testimoniare, guidati dallo Spirito.

Neppure un capello perirà e la costanza salverà la vite.

Gerusalemme (20-24) Sarà circondata da eserciti

Realizzato nel 70 d.c.

Completamento del tempo delle nazioni.

Fuggire
La fine (25-36) Segni straordinari

Il figlio dell’uomo viene sulle nuvole: questo si vede!

Questa generazione non passerà!

 Badate a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati da stravizio, da ubriachezza e dalle ansiose sollecitudini di questa vita, e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso come un laccio; 35 perché verrà sopra tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere, e di comparire dinanzi al Figliuol dell’uomo

Credo che Gesù abbia volutamente dato uno schema molto generale, che in parte si è già realizzato ed in parte si deve ancora realizzare che è molto vago rispetto ai fatti che debbono avvenire eccetto alcuni punti cruciali: la caduta di Gerusalemme, la venuta sulle nuvole del Figlio dell’Uomo: su questo sarà difficile ingannarsi, perché sarà palese!

Per i credenti di ogni tempo non credo che sia interessante sapere quando: è molto più importante capire cosa fare e come comportarsi. E qui le istruzioni sono molto più chiare: non lascarsi prendere da vizi, ubriachezza e ansietà relative a questa vita ma essere impegnati nella testimonianza.

La chiesa non vince se riesce a predire qualche segno miracoloso o se riesce a capire a che punto sia arrivato l’orologio della storia, ma vince ogni volta che riesce ad essere testimone della verità di Dio. Questo gran discorso giunge alla fine di tre anni di istruzioni, insegnamenti e opere potenti di parola ed amore che Gesù ha fatto nei confronti delle persone del suo tempo. Non avrebbe senso se cadesse dall’alto a prescindere da queste: la grande promessa è quella della vittoria finale di coloro che credono nella costanza che viene da Dio, nella condotta di una vita che si sforza di seguire Dio nella preghiera che invoca Dio e nella testimonianza continua. Nessuna sfera di cristallo, ma delle istruzioni per continuare ad essere parte di quella generazione umana, che non è ancora passata e di cui facciamo parte anche noi. La nostra sfida consiste nel non lasciarci ingannare dai segni, o nel cercare segni dappertutto, ma di tenere alta la promessa del ritorno di Gesù.