La Pietra

Isaia 28

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Col capitolo 28 comincia una nuova sezione del libro di Isaia. Si chiude una serie di capitoli che oppongono il Regno del mondo alla città santa, e ci sono una serie di 6 sezioni che cominciano con la parola «Guai».

La prima la troviamo nel capitolo 28 che rimprovera gli abitanti della Samaria, da qualche anno conquistati dal re di Assiria Tiglat-Pileser 2 (722. a.c) che credono di poter trovare rifugio in un ulteriore alleanza politica, probabilmente quella con l’Egitto. Isaia, profeta profondamente sensibile alle dinamiche politiche del suo tempo denuncia questa alleanza e si esprime con due immagini estremamente forti, che saranno oggetto della nostra riflessione di oggi: Un patto con la morte, ed una pietra.

Testo:

1 Guai alla corona superba degli ubriachi di Efraim, al fiore caduco, suo splendido ornamento,
che domina la fertile valle, o storditi dal vino!

15 «Voi dite: Abbiamo concluso un’alleanza con la morte, e con gli inferi abbiamo fatto lega;
il flagello del distruttore, quando passerà, non ci raggiungerà; perché ci siamo fatti della menzogna un rifugio e nella falsità ci siamo nascosti».
16 Dice il Signore Dio: «Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vacillerà. 17 Io porrò il diritto come misura e la giustizia come una livella.
La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace, le acque travolgeranno il vostro riparo.
18 Sarà cancellata la vostra alleanza con la morte; la vostra lega con gli inferi non reggerà.
Quando passerà il flagello del distruttore, voi sarete la massa da lui calpestata.

Più che i dettagli di questo lungo testo, fitto di riferimenti precisi a quella situazione politica, mi interessano queste due immagini, la cui forza è estremamente attuale. Vorrei quindi esplorare queste due immagini e usarle come due guide, una negativa l’altra positiva, per la nostra fede e la nostra visione di chiesa oggi.

1. Un’alleanza don la morte e con la menzogna.

Partiamo dall’immagine negativa. Colpisce il concentrato di termini fortemente famigliari con il mondo di Satana, responsabile della morte e padre della menzogna. Isaia denuncia le false speranze del popolo di Samaria, che come ricordiamo ha scelto di separarsi dal fratello Giuda, costituendo un regno avversario al Nord, il regno di Israele, e che è stato conquistato e deportato dal re d’Assiria. La conseguenza della rivalità con il fratello Giuda, e l’abbandono del Signore hanno determinato una prima punizione, l’esilio. Purtroppo il popolo non decide di fermarsi e fare marcia indietro, tornando al Signore, ma sceglie di trovare come soluzione un’ulteriore alleanza con qualche altra potenza politica che promette salvezza. Isaia chiama questa scelta patto con la morte, con gli inferi. È anche possibile che questi capi di Efraim abbiano realmente fatto patti con divinità oscure, mortifere, ma qualunque esse siano le immagini che troviamo hanno in pregio di condensare in poche frasi la parabola di molti di noi.

Illustrazione. Per quanto da fuori questa condotta possa sembrare strana, illogica, bisogna riconoscere che è tipico degli uomini di ogni tempo di intestardirsi, di continuare, magari per orgoglio, in una direzione ormai presa, sebbene erronea. Lo facciamo tutti quando litighiamo con qualcuno, e ci rendiamo conto che stiamo sbagliando, ma tornare indietro ci costa. Dobbiamo ammettere di avere torto, riconoscere un errore. Quando Gesù denunciava le pratiche dei farisei, dicendo che nel rispetto del giorno del sabato eccedevano, vietando anche cose utili alla vita come aiutare un malato, denunciava delle pratiche ormai consolidate, e per questo incontrava opposizione.

Applicazione. Nel momento in cui scegliamo di mettere mano alla nostra vita spirituale si presentano un’infinità di menzogne, di patti con la morte che ci promettono soluzioni false, che non funzionano e porteranno nelle nostre vite flagelli simili a quello di Isaia.

  • Se partiamo da zero, vogliamo interessarci al mondo spirituale perché la vita puramente materiale non ci soddisfa e ci pare proprio come la Samaria prigioniera dell’Assiria, ecco che si presenteranno duemila voci che diranno che non bisogna ascoltare nessuna dottrina che pretende di avere la verità, che qualsiasi via scegliamo va bene, che l’importante è stare bene interiormente e via dicendo. Ed Isaia chiama questo patto con la morte, e lega con gli inferi…
  • Se Dio ci chiama ad andare più a fondo nel nostro impegno con lui, se ci chiama a fare sul serio ad «aggiungere alla fede la conoscenza», perché ci siamo resi conto che benché credenti la nostra vita spirituale è arida, quindi sentiamo che Dio ci chiama a studiare la Parola con più impegno, a pregare con più sistematicità e costanza, a vivere la vita comunitaria in modo assiduo… ecco che si solleveranno 2000 voci che ci diranno che il nostro riposo è più importante, che staremo meglio chiacchierando con degli amici o vedendo un bel film, che dobbiamo prima prenderci cura di chi ci sta accanto, ed ulteriori attività bellissime e perfettamente legittime. Che Isaia chiama Patto con la morte e lega con gli inferi…
  • Se crediamo sentiamo di essere apatici, e che la nostra vita di comunità, o sociale non sia abbastanza impegnata, e vorremmo dedicare la nostra attenzione ad altri con più cuore, con più dedizione ed amore… Ecco che 2000 voci ci diranno che prima di fare quello dobbiamo pensare a noi stessi, a non esagerare, ad amare prima noi stessi altrimenti non possiamo amare gli altri. E come chiama questo Isaia? Un patto con la morte ed una lega con gli inferi…

2. Una pietra angolare.

Ormai sappiamo che le immagini di Isaia, come i suoi oracoli, non si fermano mai al messaggio di minaccia o di distruzione. La condanna e la denuncia sono sempre accompagnate dalla promessa e dall’offerta di salvezza vera. Troviamo in questo passo l’immagine celebre, già menzionata nel Salmo 122, 18, e ripresa nel Nuovo Testamento, come citazione o come rilettura. È una delle immagini più «solide» e belle della Scrittura, e vorrei vedere i diversi sensi che questa pietra può avere.

2.1. una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vacillerà

Efesini

In primo luogo questa pietra angolare in questo passo come nei Salmi offre un’immagine di sicurezza, di stabilità. La pietra è scelta perché non sia irregolare o stabile, è preziosa nel senso che ha un valore, non è un materiale di scarto e si pone alle fondamenta di una costruzione. Un simile pietra nella città di Sion rappresenta la fede nel unico Dio YHWH, il verso salvatore e liberatore. Gli abitanti di Efraim anziché cercare ulteriori alleanze fallaci avrebbero dovuto scegliere di ritornare alla fede solida dei loro padri, al fondamento della loro vita. Chi confida in questa pietra non fugge. Non ha paura, non ha bisogno di proteggersi quando un nemico arriverà a punire il popolo.

Applicazione. Per quanto il mondo moderno si compiaccia in numerose forme di liquidità, abbiamo tutti la profonda convinzione che nella vita ci vogliono delle basi, delle fondamenta, altrimenti non si costruisce niente, oppure quello che si costruisce si storce, come la Torre di Pisa che è costruita su un fondo sabbioso. Quali sono le basi della vita di una persona? Possono essere le sue relazioni, il suo lavoro, la sua famiglia, la sua casa… Queste basi sono fragili a meno che non siano fondate sulla base prioritaria della fede, che è la stessa dai tempi di Isaia fino ad oggi. Chi trova questa vera fede nell’unico Dio non fugge più, perché non ne ha bisogno, si sente pienamente appagato e felice su quella pietra. Non so se avete mai provato la sensazione di aver trovato proprio quello che cercavate. Io l’ho provata ad esempio con la mia casa, in cui mi sono sentito proprio a casa mia, non appena l’ho vista. Chi si siede su questa Pietra può edificare per il resto della sua vita ed è sicuro che non sarà tradito dalla pietra, che resterà solida senza vacillare. La fede non è una delle certezze della vita, ma la pietra che fa da sostegno alle certezze che possiamo avere.

2.2. Una pietra disprezzata, rigettata.

Sal 118:22. La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta angolare

1 Pietro 2,7: Per voi dunque che credete essa è preziosa, ma per gli increduli «la pietra che i costruttori avevano rigettata è diventata la pietra angolare».

Nonostante le sue caratteristiche questa pietra non è attraente per tutti. Mentre i costruttori di oggi che lavorano con i mattoni prendono il primo che hanno a portata di mano perché sono tutti uguali, chi costruisce con le pietre deve scegliere, e per qualche motivo la Pietra migliore viene rifiutata. È un insegnamento sul discernimento umano, limitato ed incapace di scegliere, a meno che non lasci che lo Spirito gli illumini gli occhi.

Applicazione. Impariamo da questo passo che il nostro intuito è limitato e che facilmente sbagliamo in tanti ambiti. Prima di rigettare qualcosa cerchiamo di osservarla con gli occhi di Dio. Scegliere non deve diventare un’angoscia, ma proprio perché potremmo costruire sulla sabbia e sul fango, quando scegliamo un lavoro, un’amicizia, una moglie o un marito, persino il modo di fare le nostre vacanze chiediamoci: è la pietra che Dio avrebbe scelto per fondare quello che voglio fare? Ho messo in conto cosa Dio pensa della mia scelta?

2.3. La pietra è Gesù.

Quest’importante immagine non a caso è diventata una delle metafore più importanti per designare Gesù: Efesini 2,20. Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo la pietra angolare.

Isaia parlava per immagini e Gesù ha realizzato, nel senso che le ha rese reali, quelle immagini. La pietra è una persona. E la nostra vita prende senso nella misura in cui ogni idea, ogni progetto, ogni ragionamento poggia su quella persona. Isaia parlava di un flagello, di una punizione che sarebbe piovuta sul popolo. Ed in effetti, schierarsi contro Gesù, disconoscerlo come figlio di Dio significa condannarsi, scontrarsi su quella pietra che come ogni pietra ha la sua durezza. Viceversa essere edificati su di lui significa vivere la vita nell’unico modo realmente solido, protetto, stabile che possiamo trovare. Stabilità non significa semplicemente stare bene, significa avere una base solida per una vita che è un progetto alla gloria di Dio, che solo se poggia su Gesù può essere tale.

Stabilità non significa non essere mai tristi o non attraversare duemila prove. Significa essere certi che comunque vada la vita, i nostri piedi sono su un fondamento stabile, garantito da Dio che tiene in mano la nostra vita.

La scelta del popolo di Israele di ieri, diventa la storia nostra di oggi: scegliere il patto con la morte e la menzogna, o il patto con la pietra vivente che dà vita? La risposta va da sola.