Isaia 3 e 4: Appartenere a Dio

Introduzione

Quando avevo capito che dovrei predicare su un capitolo di Isaia, è aumentata un po’ l’ansia: come mi posso preparare in pochi giorni a spiegare un libro cosi difficile nella Bibbia? Come posso spiegare qualcosa che nemmeno io ho capito 100%? Però ho accettato la sfida e ho chiesto al Signore di rivelarmi cosa dire questa mattina.

Perché vorremmo meglio capire Isaia? Ci sono tante ragioni. Una ragione è che il vangelo di Giovanni è pieno di riferimenti a Isaia. Un altro che Isaia è un libro grande nel vecchio testamento, il primo libro che scrive su i profeti. Di solito Isaia è anche considerato come il profeta più grande!

Mercoledì abbiamo letto capitolo 2 e quindi ora siamo arrivati al capitolo 3 e 4!

Bibbia

Isaia 3:

13 Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per giudicare il suo popolo.
14 Il Signore inizia il giudizio con gli anziani e i capi del suo popolo:
«Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case.
15 Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?».

16 Dice il Signore:
«Poiché si sono insuperbite le figlie di Sione procedono a collo teso,
ammiccando con gli occhi,e camminano a piccoli passifacendo tintinnare gli anelli ai piedi,
17 perciò il Signore renderà tignosoil cranio delle figlie di Sion,il Signore denuderà le loro tempie».
18 In quel giorno il Signore toglierà l’ornamento di fibbie, fermagli e lunette, 19 orecchini, braccialetti, veli, 20 bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, 21 anelli, pendenti al naso, 22 vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, 23 specchi, tuniche, cappelli e vestaglie.
24 Invece di profumo ci sarà marciume,invece di cintura una corda,invece di ricci calvizie,invece di vesti eleganti uno stretto sacco,invece di bellezza bruciatura.

25 «I tuoi prodi cadranno di spada, i tuoi guerrieri in battaglia».
26 Si alzeranno lamenti e gemiti alle tue porte e tu, disabitata, giacerai a terra.

4:1 In quel giorno, sette donne afferreranno un uomo e diranno:
«Noi mangeremo il nostro pane,
ci vestiremo delle nostre vesti;
facci solo portare il tuo nome!
Togli via da noi il disonore!»

Purificazione e gloria d’Israele
Gr 23:5-6 (So 3:12-15; Is 33:20-24)
2 In quel giorno, il germoglio del SIGNOREsarà lo splendore e la gloria
degli scampati d’Israele,
e il frutto della terra sarà il loro vanto e il loro ornamento.
3 Avverrà che i sopravvissuti di Sion e i superstiti di Gerusalemme
saranno chiamati santi:
chiunque, cioè, in Gerusalemme sarà iscritto tra i vivi,
4 una volta che il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion,  e avrà purificato Gerusalemme dal sangue che vi è stato sparso,
con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio.
5 Il SIGNORE creerà su tutta la distesa del monte Sion
e sulle sue assemblee
una nuvola di fumo per il giorno
e uno splendore di fuoco fiammeggiante per la notte;
perché su tutta la gloria vi sarà un padiglione.
6 Ci sarà un riparo per far ombra di giorno e proteggere dal caldo,
e per servir di rifugio e d’asilo durante la tempesta e la pioggia.

Appartenenza

Stamattina vorrei capire meglio Isaia 4 sulla base del tema “appartenenza “, basato sul versetto 1: facci solo portare il tuo nome! Togli via da noi il disonore!Ognuno ha il bisogno di appartenere a qualcuno o qualcosa: un gruppo di amici, un gruppo di professionisti, una famiglia, un club. Che cosa vuole dirci questo brano su questo tema?

Definizione di appartenenza:

appartenenza Concetto di ambito sociologico, studiato in riferimento alla relazione tra l’individuo e le varie forme di azione collettiva. Se per un aspetto l’a. contribuisce a definire i confini e la struttura di un dato sistema sociale, sia esso gruppo, associazione, movimento o Stato, essa è rilevante anche per collocare il soggetto in una specifica posizione sociale, secondo precise caratteristiche di status e di ruolo. La partecipazione politica, e lo stesso può essere detto per quella sportiva, culturale o religiosa, costituisce un indicatore importante del senso di a. di un attore sociale a un dato gruppo, in questo caso a un partito (http://www.treccani.it/vocabolario/appartenenza/)

Voglio menzionare due punti che non aiutano il nostro bisogno di appartenere e un punto che ci aiuta.

  1. Non appartenere a Dio

Il brano che abbiamo letto è piuttosto piccante. Probabilmente non è un brano che userei per far avvicinare qualcuno alla Bibbia. Abbiamo letto dei peccati del popolo di Giuda in forma poetica. In Isaia 3 vediamo che le donne non si comportano in modo dignitoso. Assolutamente no, proprio l’opposto. Hanno determinati bisogni e sperano di soddisfarli non rimanendo fedeli al marito. Le donne non vogliono essere dedicate al marito, e nemmeno a Dio e ai suoi precetti, e così si sentono più libere di soddisfare i loro bisogni. Allora, il peccato del popolo di Giuda è ovvio: di non essere dedicato al marito, a Dio. Stanno flirtando con altri uomini, altri popoli e altri dei. Si comportano in modo altezzoso. Non si sono dedicati a prendersi cura dei poveri. Invece, flirtano con gli idoli. Ecco perché leggiamo nel versetto 15: 15 Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?».

E cosi capiamo perché Dio vuole cambiare il ‘non appartenere’ del popolo! Al tempo di Isaia il popolo serviva idoli e non voleva essere devoto.

Come possiamo applicare questo pezzo al nostro tempo?

Come le donne insuperbite nel brano, anche per noi è molto conveniente nonappartenere ad alcune cose e flirtare al di fuori della legge: non vorrei avere un contratto lavorativo, perché pagato in nero posso guadagnare molto di più. Non vorrei registrare che ho anche un saldo bancario in un’altra banca, cosi evito di pagare più tasse. O al livello personale: non porto il mio anello di nozze, in modo che possa flirtare di più con il sesso opposto.

E come chiesa? Siamo dedicati a Dio? O ci comportiamo anche altezzosamente? “Siamo l’unica chiesa che ha trovato il giusto equilibrio tra una chiesa pentecostale carismatica da una parte e una chiesa dogmatica legalista dall’altra”. Cioè che è veramente importante è il nostro comportamento e il nostro atteggiamento verso a Dio! Lui come vorrebbe che ci comportassimo, in ogni ambito? Sono veramente dedicato a Lui? Prendo tempo per leggere la sua parola? Per la preghiera, per ascoltare? Sono parte di una comunità, con fratelli e sorelle che possono aiutarmi, sostenermi, ma anche – la parte più difficile – correggermi?

Allora, in Isaia Dio ha un buon motivo per portare a termine il suo giudizio su queste figlie di Sion, e cosi allo stesso tempo aiutare il popolo che soffre di queste figlie immorale.

A tante persone non piace questa idea di giudizio. Però se per esempio io mi trovassi ad una festa e di continuo un bambino non si comporta bene e molesta altri bambini, sarebbe strano se i genitori non lo correggessero. Un padre giusto e amorevole dovrebbe riprendere il figlio che terrorizza i suoi amici. Sarebbe inaccettabile non correggerlo. Sarebbe anche  inaccettabile non fare la doccia a mia figlia di 5 anni per 3 settimane, solo perché lei non ne ha voglia. Qualcuno che corregge, mostra alla persona che viene corretta amore e apprezzamento.  Che il figlio o la figlia appartiene a lui. Chi corregge non è indifferente, ma vuole prendersi cura di lui/lei!

Ricordiamoci che Dio ci dà momenti in cui dobbiamo scegliere a chi apparteniamo. Se non decidiamo di appartenere a lui, andiamo contro il suo giudizio.

 Quando? In Isaia è scritto: 3:18 In quel giornoil Signore toglierà…..e anche nel versetto 4:1 vediamo ‘In quel giorno’. Come dovremmo interpretare il pezzo “In quel giorno”?

L’espressione “in quel giorno” potrebbe fare riferimento agli “ultimi giorni” (Isa 2:2), il tempo della fine, l’apocalisse. Ma non solo: quando Gerusalemme è stata distrutta si può dire che c’è stata un pre-adempimento: i nemici reali hanno distrutto la città e i suoi abitanti: 3:25 «I tuoi prodi cadranno di spada, i tuoi guerrieri in battaglia.

Prima di tutto, non si riferisce ad una certa data, ma più che il giudizio di Dio viene sul peccato. In quel giornosta scritto in 2:11 2:17 3:18 e in capitolo 4 nei primi due versetti.

1 Tessalonicesi 5:1 Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2 perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.

Allora non appartenere a Dio ha delle conseguenze. Il secondo punto è

  1. Far finta di appartenere a Dio

Leggiamo versetto 1

  1. In quel giorno, sette donne afferreranno un uomo e diranno: «Noi mangeremo il nostro pane, ci vestiremo delle nostre vesti; facci solo portare il tuo nome! Togli via da noi il disonore!»

La punizione del popolo di Giuda fu  che i suoi uomini furono massacrati. Sembra che le figlie di Sion siano diventate vedove a causa della distruzione della città Che ha portato ad una grande carenza di uomini – il rapporto nella popolazione tra uomini e donne è quindi uno su sette (= molto). La sopravvivenza della tribù sarà in pericolo! All’improvviso le donne iniziano a comportarsi in modo diverso: sono disperate! Perché? Creare una prole, avere un nome, era incredibilmente importante in quel momento.

E le donne cercano un uomo in un modo molto innaturale, perché normalmente l’uomo corteggia la donna. Invece di uomini che corteggiano le donne, ora è completamente invertito. A loro non importa nemmeno se l’uomo può prendersi cura di loro! Questo non è necessario, perché provvederanno alla loro manutenzione. Libereranno volontariamente quell’uomo dall’obbligo che ha sotto la legge di prendersi cura di sua moglie (Es 21:10).

Tutto quello che chiedono è il permesso di portare il nome dell’uomo, come succede dopo il matriomonio Sposandosi, una donna prende il nome di suo marito (questo non è più tanto evidente oggi ). L’unica cosa che vuole è che sia sposata e così libera dalla vergogna essere una donna single o qualcuno senza figli.

Sembra che la donna appartiene all’uomo però non è cosi! Lei non vuole che l’uomo si prenda cura di lei, non ha nemmeno bisogno di una relazione monogama. Completa il mondo inverso, nel capitolo 3! Suppone che l’uomo non possa o non voglia prendersi cura di lei. Resta anche economicamente indipendente da lui: La donna vuole lavorare per la sua conservazione. Appartiene davvero a lui allora? Possiamo dire che il popolo di Giuda è disperato dopo la punizione, dopo il giudizio.

E come chiesa e individui, come reagiamo oggi?

 Non oso dire che Dio ha punito la chiesa italiana, non lo voglio. Ma a volte sembra che sia stata punita: molti scismi e persone a cui è stata insegnata la fede cristiana, ma che hanno lasciato immediatamente. Recentemente abbiamo fatto un sondaggio a Pisa in cui abbiamo chiesto a 342 studenti quale religione aderiscono! 70% ha scelto agnostico/ateo e 25% ha scelto ‘cattolico’ e la maggior parte subito dopo questa scelta ha precisato ‘però non praticante’. La chiesa è anche alla disperata ricerca di sopravvivenza? La chiesa dovrebbe accontentarsi di un Dio che non può prendersi cura di lei? (No…)

Devo accontentarmi di un Dio che non può prendersi cura di me? Sono così disperato che dico: Ah, Dio, organizzo personalmente questa parte della mia vita?

Un esempio: recentemente ho ricevuto la richiesta di suonare come pianista al Festival Rock di Sanremo. Come musicista, è bello suonare su un grande palco, praticare musica alla perfezione e conoscere nuove persone. Per me una nuova possibilità di integrarmi nella scena musicale italiana. Dopo alcuni contatti tramite social media ho ricevuto i file audio. Non riuscivo a seguire i testi, quindi ho chiesto a Michel di ascoltare le canzoni. Ed è diventato chiaro che il tema principale era la depressione e il suicidio e rimarchevoli riferimenti alla religione.

Avrei potuto dire: appartengo a Gesù come cristiano, ma non deve interferire con ‘la mia musica’. Questa cosa la sistemo io.  Trascurare la mia fede per essere in grado di fare musica avrebbe potuto avere conseguenze: urlando (cursing) intorno a me, persone con pensieri suicidi. Se avessi vinto il Sanremo Rock festival con questo gruppo, che usano testi che non sopravvivrebbero “alla prova del fuoco di Dio, cosa avrebbe fatto questo con la mia credibilità come cristiano? Anche come missionario? Ho dovuto rinunciare al mio desiderio di fare musica per seguire Dio. E quindi ho dovuto deludere questa band. Non facile, ma altrimenti mi sarei mostrato d’accordo con un messaggio che non potevo unire con l’essere cristiano.

Ci riconosciamo nelle donne del verso 1? Siamo soddisfatti con delle cose che Dio non intende per noi? Ci basta solo far finta di appartenere a lui?

Ora vorrei spiegare come siamo chiamati ad appartenere a Dio.

  1. Appartenere a Dio

2 In quel giorno, il germoglio del SIGNORE sarà lo splendore e la gloria
degli scampati d’Israele, e il frutto della terra sarà il loro vanto e il loro ornamento.

Il germoglio del SIGNORE. Di cosa sta Isaia parlando? O meglio: di chi? Leggo da Zaccaria 6:12 e Geremia 23:5.

Zaccaria 6:12 Gli parlerai e gli dirai: Così parla il SIGNORE degli eserciti: “Ecco un uomo, che si chiama il Germoglio, germoglierà nel suo luogo e costruirà il tempio del SIGNORE. 13 Egli costruirà il tempio del SIGNORE, riceverà gloria, si siederà e dominerà sul suo trono, sarà sacerdote sul suo trono e vi sarà fra i due un accordo di pace”. 

Geremia 23: 5 «Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà; eserciterà il diritto e la giustizia nel paese.

Germoglio in questo caso richiama l’idea di ‘albero di famiglia’ che indica la genealogia del Messia. Per Geremia, è il germoglio di Davide, tracciando la sua genealogia umana indietro sino al grande re! Dopo l’idolatria nel capitolo 3 e la disperazione ad appartenere a qualcuno, qui Isaia ci dà un’indicazione che ci aspetta non qualcosama qualcuno, qualcuno contraddistinto da  splendore e gloria. È un’idea accettata dai teologi vedere questo germoglio come Gesù.

Dopo il giudizio il popolo sembrava destinato a morire, non c’erano presenti tanti uomini e le persone che erano sopravvissute erano i deboli, i poveri. Quelli sono “gli scampati d’Israele”.  Tutti quelli che non erano stati uccisi.

Questa profezia dà speranza: qualcosa di nuovo cresce dai sopravvissuti. Porterà splendore e gloria. Dopo il giudizio non è finita con Giuda! La profezia può essere interpretata che dopo la distruzione di Gerusalemme, la città sarà ricostruita. Dopo le sconfitte, il popolo rifiorirà.

Notate come il Profeta oscilla da un giudizio completo e radicale ad un perdono e una restaurazione completa e radicale. Questo è tipico nella letteratura profetica. Uno non potrebbe essere presentato senza l’altro! Lo scopo del giudizio è sempre il ripristino.

Ma questa buona notizia non finisce, versetto 3 e 4:

3 Avverrà che i sopravvissuti di Sion e i superstiti di Gerusalemme
saranno chiamati santi: chiunque, cioè, in Gerusalemme sarà iscritto tra i vivi, 4 una volta che il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion, e avrà purificato Gerusalemme dal sangue che vi è stato sparso, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio.

Ai giorni delle peccatrici di Sion, le figlie di Sion furono chiamate belle, furono chiamate delicate, furono chiamate attraenti, furono chiamate alla moda. Il loro aspetto era bellissimo, ma al suo interno era marcio. Non erano chiamati santi. La Bibbia dice che tutti coloro che sono iscritti – quindi ancora vivo – saranno chiamati santi, comprese le figlie di Sion.

Santo non significa “super-spirituale”. Non significa perfezione senza peccato. Non significa spiritualmente superiore e odioso. Significa una vita, un cuore, una mente e un corpo che è sinceramente separato per il Signore. È una vita vissuta in separazione  dal pensiero e dal cuore di questo mondo e vissuta esclusivamente  per il Signore.

Dio “lava le brutture delle figlie di Sion”. La sporcizia non indica i vestiti di queste donne, ma il comportamento di loro. Non si comportarono come donne degne, ma il contrario. La loro malvagità interiore è camuffata dai loro vestiti festivi. E quando Dio ci mostra che apparteniamo a Lui, Lui corregge e purifica con ‘il soffio del giudizio’ e ‘il soffio dello sterminio’.  l’agente che opera la purificazione è il soffio, lo Spirito che agisce con giudizio e sterminio. “Il sangue che è stato sparso” si riferisce alla violenza contro i poveri e i miserabili del popolo di Dio (Isaia 3:13-15).

Attraverso questo germoglio, i rimanenti Giudei sono chiamati santi! Che speranza per il popolo!

Cosa significa per noi? 

Questa promessa è altrettanto buona per noi! Il germoglio Gesù ci ha salvati dalla sporcizia che abbiamo causato a noi stessi. Siamo stati infedeli, non volevamo appartenere a lui.

E il germoglio porta frutto; il messaggio di Gesù è il suo frutto. Il frutto è bello, come ornamento. Il vangelo è come frutto: cresce ed è buono, dobbiamo mangiarlo ogni giorno!

Per confermare che anche noi siamo chiamati santi, leggo da Ebrei 10:10.

Ebrei 10: 10 In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.

Quando apparteniamo a Gesù, c’è di più da rallegrarsi!

5 Il SIGNORE creerà su tutta la distesa del monte Sion
e sulle sue assemblee una nuvola di fumo per il giorno e uno splendore di fuoco fiammeggiante per la notte; perché su tutta la gloria vi sarà un padiglione.

Questo verso ci ricorda all’esodo in cui Dio è diventato visibile in una nuvola. Gli israeliti appartenevano a Dio e non agli egiziani. Proprio come le donne disperate di Sion che appartengono a Dio e non dovrebbero accontentarsi di un matrimonio condiviso con 6 altre donne. La parola Ebraico per ‘padiglione’ nella Bibbia è Chuppah. Questa parola viene usato in un contesto matrimoniale: un padiglione matrimoniale sotto il quale sta la sposa e lo sposo!   Nella loro umiliazione (o egoismo?) le figlie erano disposte ad accontentarsi di un matrimonio finto. Ma il Signore ha disegnato per loro un padiglione matrimoniale di uno splendore inimmaginabile!

Si può dire che Dio vuole essere sempre presente per il popolo di Giuda in quel tempo, ma è anche vale per noi come la chiesa di oggi! E la gloria di Gesù sarà (o è) un padiglione, anche per noi.

6 Ci sarà un riparo per far ombra di giorno e proteggere dal caldo, e per servir di rifugio e d’asilo durante la tempesta e la pioggia.

Quando regnerà il Germoglio dell’Eterno, ci sarà protezione dal Signore. Il popolo del Signore sarà al sicuro, lavato e nella presenza costante del Signore. Questo versetto ci mostra che quando apparteniamo al Signor non è detto che ‘tutto andrà bene, senza problemi’. Ci saranno presenti tempeste e pioggia! Come nelle nostre vite adesso. Ma Dio vuole proteggerci con la sua presenza gloriosa. Dio vuole lavarci, usando il suo Spirito come un fuoco purificatore. Restiamo fedeli a quel Germoglio che si è dato per noi. In modo da appartenere veramente a Dio.

Amen