Isaia 31

Isaia 31

Avete presente quella sensazione per cui pensi “Ehi, ma lo so già?” Piccolo esempio: non molto tempo fa andai in un negozio di video a noleggiare un video o un DVD. Di solito correvo al negozio di video poco prima dell’ora di chiusura. Marjolein mi aveva dato istruzioni precise per il film: nessun thriller, nessuna azione, nessuna fantascienza, nessun crimine, nessuna barzelletta, magari una commedia romantica o un film drammatico. Seguendo il consiglio dall’impiegato, che passa tutto il giorno a guardare film, avevo affittato un film. Finalmente ci siamo messi sul divano per goderci questo film. Ma poi….dopo 3 minuti….hmmmm ma non è quel film di quel tizio che viene licenziato e poi incontra quella ragazza che …eccetera. Nooooo! L’avevamo già visto! 

Forse farete la stessa esperienza stasera: questi punti li conosco già?! A volte Isaia si sta ripetendo. E di solito, quando ci si ripete vuole dire che la persona a cui si sta  parlando non ha ascoltato bene o non ha capito fino in fondo il punto principale e deve sentirlo di nuovo. I Capitoli 30 e 31 di Isaia sono due facce della stessa medaglia. 

Prima di leggere Isaia 31 è già interessante come diverse bibbie definiscono i primi versetti:

Disastro e liberazione” (commentario di Isaia) 

“La follia di non fidarsi di Dio”(Application study Bible Inglese) 

“Solo Dio protegge e libera” (Bibbia Olandese) 

“La salvezza proviene da Dio soltanto” (Nuova Riveduta 2006) 

Isaia 31

La salvezza proviene da Dio soltanto
Is 30:1-7; 36:6, 9; Sl 20:7-8
1 Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso,
hanno fiducia nei cavalli,
confidano nei carri, perché sono numerosi, e nei cavalieri,
perché sono molto potenti,
ma non guardano al Santo d’Israele
e non cercano il SIGNORE!
2 Eppure, anch’egli è saggio; fa venire il male
e non revoca le sue parole; ma insorge contro la casa dei malvagi
e contro il soccorso degli artefici d’iniquità.
3 Gli Egiziani sono uomini, e non Dio;
i loro cavalli sono carne, e non spirito;
quando il SIGNORE stenderà la sua mano,
il protettore inciamperà, cadrà il protetto,
e periranno tutti assieme.

Is 30:27, ecc.; 37:26, ecc.; Pr 21:30-31
4 Poiché così mi ha detto il SIGNORE:
«Come il leone o il leoncello ruggisce sulla sua preda,
benché una folla di pastori gli sia raccolta contro,
non si spaventa alla loro voce,
né si lascia intimidire dallo strepito che fanno,
così scenderà il SIGNORE degli eserciti
a combattere sul monte Sion e sul suo colle.
5 Come gli uccelli spiegano le ali sulla loro nidiata,
così il SIGNORE degli eserciti proteggerà Gerusalemme;
la proteggerà, la libererà,
la risparmierà, la farà scampare».
6 Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati,
o figli d’Israele!
7 Poiché, in quel giorno, ognuno getterà via i suoi idoli d’argento
e i suoi idoli d’oro,
che le vostre mani hanno fatto per peccare.
8 «Allora l’Assiro cadrà, non per una spada d’uomo;
una spada, che non è d’uomo, lo divorerà;
egli fuggirà davanti alla spada
e i suoi giovani saranno resi schiavi.
9 La sua rocca fuggirà spaventata
e i suoi prìncipi saranno atterriti davanti al vessillo»,
dice il SIGNORE che ha il suo fuoco in Sion
e la sua fornace in Gerusalemme.

Come affrontiamo la sofferenza?

Ritorniamo in Egitto [1-3]

Ritorniamo a Dio [4-6] 

Ritorniamo in Egitto [1-3]

[Rileggiamo i primi 3 versetti] Analizziamo questo primo passo. La prima cosa che mi colpisce è la dicotomia: la divisione in due parti.

  • La nazione Egitto da un lato, Israele da un altro lato
  • Numerosicavalli e cavalieri contro un Dio unico
  • Potere fisicocon il potere di Dio: Carnecontro lo Spirito

Andare in Egitto, una nazione potente e sviluppata, per cercare aiuto è dire “Ci sentiamo deboli, ritorniamo ad un popolo che ci opprime, ma almeno sappiamo a chi torneremo”. 

Siamo onesti: l’Egitto era anche un paese molto sviluppato e forte, ma non seguiva il Signore in alcun modo. Perché gli Israeliti non avrebbero dovuto tornare lì? 

Deuteronomio 17: 14Quando sarai entrato nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà e ne avrai preso possesso e lo abiterai, forse dirai: «Voglio avere un re come tutte le nazioni che mi circondano». 15 Allora dovrai mettere su di te come re colui che il SIGNORE, il tuo Dio, avrà scelto. Metterai su di te come re uno del tuo popolo; non metterai come re uno straniero che non sia del tuo popolo. 16 Però, non dovrà avere molti cavalli e non dovrà ricondurre il popolo in Egitto per procurarseli, poiché il SIGNORE vi ha detto: «Non rifarete mai più quella via».

Deuteronomio 28:58Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, se non temi questo nome glorioso e tremendo del SIGNORE tuo Dio, 59 il SIGNORE renderà straordinarie le piaghe con le quali colpirà te e i tuoi discendenti: piaghe grandi e persistenti, malattie maligne e persistenti. 60 Farà tornare su di te tutte le malattie d’Egitto, davanti alle quali tu tremavi, ed esse si attaccheranno a te. 61 Anche le numerose malattie e le numerose piaghe non menzionate nel libro di questa legge, il SIGNORE le farà venire su di te, finché tu sia distrutto. // !!! //68Il SIGNORE ti farà tornare in Egitto su delle navi, ripercorrendo la via della quale ti avevo detto: “Non la rivedrai più!”; là vi offrirete in vendita ai vostri nemici come schiavi e come schiave, ma mancherà il compratore!»

Perché gli Israeliti non dovrebbero tornare in Egitto? Perché Dio gli ha ordinato di non tornare, ma ancora di più per nondimenticare il beneficio della redenzione degli Israeliti. Sono stati liberati da Dio!  

Un verso molto inquietante è questo versetto 2: Eppure, anch’egli è saggio; fa venire il male e non revoca le sue parole. 

La parola saggioe l’espressione far venire il maleuniti in una frase: è una cosa che dà fastidio! 

Sembra che Dio faccia venire l’Assiria per punire Israele. In Isaia 10:5-15 si trova che Dio usa l’Assiria come uno strumento per punire. E poi, che cosa vogliono fare gli Israeliti? Cercano di risolvere il problema da soli! Nonostante le parole di Isaia, non vedono il collegamento fra l’attacco dell’Assiria e le mani di Dio! Che il popolo viene colpito, non perché Dio ama a combattere, assolutamente no. Ma perché Dio insorge contro la casa dei malvagi e contro il soccorso degli artefici d’iniquità! Il mondo sotto il suo dominio è moralmente responsabile, ed i malvagi troveranno in lui il loro oppositore!

Vediamo che il protettore inciamperà (cioè l’Egitto), il protetto cadrà (cioè Israele),
e periranno tutti assieme. Siamo sempre abituati a pensare Dio come “amore”, “bene”, “bontà” eccetera, ma qui viene mostrata la sua giustizia! In questo caso specifico Dio combatte il male, usando il male.

Applicazione 1-3: 

Gli israeliti non avevano un grande esercito forte e pensavano che fosse la loro debolezza. Per risolvere questo, volevano chiedere aiuto al forte Egitto. Ma questa era davvero la soluzione? Il motivo per cui sono stati attaccati era perché non obbedivano a Dio. La debolezza non era la mancanza di un esercito, era un problema di mentalità. In realtà era una mancanza di fiducia in Dio!

Dove siamo deboli noi? E quanto presto torneremo al nostro Egitto?

Forse la nostra debolezza è la nostra immagine di Dio. Dio dovrebbe essere solo amore. Amore e perdono. E poi arriva la difficoltà: come gestiamo il male nel mondo?

Un triste esempio del male, della sofferenza nei Paesi Bassi è l’aereo MH17 abbattuto. (Spirga un po’ meglio perché questo fatto in Italia è piuttosto sconosciuto)Probabilmente dai ribelli russi, per sbaglio! Ricordo ancora bene come le autostrade olandesi furono temporaneamente bloccate per consentire il passaggio di una colonna di carri funebri. Stavamo tornando a casa su questa autostrada e ci fermammo a una stazione di servizio per far passare la processione. Più di 50 carri funebri accompagnati da motociclette, persone uccise da un razzo destinato a un altro aereo. Tutti gli abitanti nei Paesi Bassi conoscevano una vittima, e tra le vittime c’era anche un dipendente nella nostra azienda. Una tragedia!

Siamo inclini a dire: un Dio amorevole non lascia che questo accada? Forse è quindi facile mettere Dio in fuorigioco? E andiamo al potente Egitto: l’ateismo indifferente. Non importa quello che fai, Dio non c’è…..prova a goderti la vita. Innumerevoli scienziati, programmi televisivi, manifesti cercano di convincerci di questa idea. Dio ci sta chiamando per non tornare in questo Egitto!

Come affrontiamo la sofferenza?Ritorniamo in Egitto??? 

C’è anche un’altra possibilità 

Ritorniamo a Dio [4-6] 

4 Poiché così mi ha detto il SIGNORE:
«Come il leone o il leoncello ruggisce sulla sua preda,
benché una folla di pastori gli sia raccolta contro,
non si spaventa alla loro voce,
né si lascia intimidire dallo strepito che fanno,
così scenderà il SIGNORE degli eserciti
a combattere sul monte Sion e sul suo colle.
5 Come gli uccelli spiegano le ali sulla loro nidiata,
così il SIGNORE degli eserciti proteggerà Gerusalemme;
la proteggerà, la libererà,
la risparmierà, la farà scampare».
6 Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati,
o figli d’Israele!

In questo brano Dio è paragonato a due animali: un leone e un uccello.

Dio come Leone

Un leone, reale e forte, ha un terreno di caccia, cioè ilsuo territorioe lì custodisce, gli invasori sono tenuti fuori. In questa veste, il Signore Dio è come un leone per il suo popolo (i suoi cuccioli/ i suoi figli). La gente vivenella sua zona. Ovviamente il mondo intero è il territorio di Dio, ma per quanto riguarda la terra promessa è molto più esplicito. “La terra è mia, è il chiaro messaggio biblico”. Questo è il motivo per cui le nazioni devono tenere conto di Dio. La rivendicazione di Dio sulla terra non è una rivendicazione vaga, ma irrevocabile e innegabile. Gli antichi popoli dovevano imparare questo. Ma quella lezione deve essere appresa anche ai giorni nostri.

Ironicamente l’Egitto è rappresentato come dei pastori, per proteggere la preda. Per farci capire l’ironia vi leggo un passo da genesi.

Genesi 46: 33Quando il faraone vi farà chiamare e vi dirà: “Qual è la vostra occupazione?”, risponderete: 34 “I tuoi servi sono stati allevatori di bestiame dalla loro infanzia fino ad ora: noi come i nostri padri”. Così abiterete nella terra di Goscen, perché gli Egiziani hanno in abominio tutti i pastori».

Ma Dio non si lascia intimidire dallo strepito che fanno gli Egiziani. 

In questo caso Dio è come un leone, che vuole proteggere i suoi cuccioli e il suo territorio. Per farlo il leone ha alcune caratteristiche speciali: ha le palpebre piccole, e allora dorme quasi con gli occhi aperti. È vigile, è così che il Signore nostro Dio vegliasu tutti coloro che Lo amano. 

Un paragone speciale, il Signore come un leone. 

Dio come uccello 

Vedi l’immagine di un uccello madre che protegge il suo nido? Ci sono piccoli uccelli nel nido che non possono ancora volare. Israele è presentato come piccoli uccelli. E Dio è come un uccello madre, alcuni dicono l’aquila, proteggendoli.

Al versetto 5 la parola risparmieràè sorprendente. Da cosa viene risparmiato Gerusalemme? In Ebraico la parola risparmierà èpasach. Questa parola è usata in Esodo durante l’ultima e peggiore piaga in Egitto. 

Esodo 12: 12 Quella notte io passerò per il paese d’Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi d’Egitto. Io sono il SIGNORE. 13 Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto.

Quindi possiamo dire che Dio non solo protegge e libera, ma anche risparmierà.

Applicazione:

Dio ci vuole vicini. Dio vuole essere come un leone per un cucciolo di leone, come un uccello madre per il suo nido.

Cose terribili stanno accadendo nel mondo. A volte possiamo essere molto preoccupati per questo.

Ma non è possibile per noi come umani impedire tutto il male. Non possiamo essere sempre vigili. Per quanto vorremmo: non possiamo proteggere i nostri figli da ogni dolore e sofferenza. Questa settimana sono stato capogruppo in un campo estivo a Fucecchio. Molti bambini sono confrontati con genitori divorziati, cosa che comporta difficoltà. Un’altra parte è stata vittima  di bullismo. Come genitore non puoi impedire a tuo figlio di essere triste. I genitori non sono come un leone vigile o un uccello madre che controlla tutto. La scelta è nostra: decidiamo di tornare a Dio, o proviamo prima l’Egitto?

Possiamo essere estremamente preoccupati per le guerre lontane, mentre nella nostra famiglia qualcuno sta lottando con la solitudine o il rifiuto senza il nostro sostegno. Il male non è mai lontano.

La sfida è invitare Dio nella nostra sofferenza. Dio è saggio e sa cosa sta facendo. Anche se non lo comprendiamo.

Riprendiamo l’ultimi 2 versetti:

6 Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati,
o figli d’Israele!
7 Poiché, in quel giorno, ognuno getterà via i suoi idoli d’argento
e i suoi idoli d’oro, che le vostre mani hanno fatto per peccare.

Il Versetto 7 ripete quello che abbiamo visto nel capitolo 30. Dobbiamo fare spazio al Signore nella nostra vita, riconoscendo gli idoli che stiamo adorando al posto di Dio e rimuovendoli. Ma, una volta che li abbiamo rimossi, dobbiamo riempire quello spazio vuoto non con un nuovo o con un vecchio idolo, ma con il Signore.

E versetto 6 ci dà il miglior consiglio: come affrontare la sofferenza? Non ritornando all’Egitto o ad altri idoli. Non negando l’esistenza di Dio. Un giorno dovremo rispondere a Dio della sofferenza che abbiamo causato. Per coloro che non riconoscono Dio come un leone, o come un uccello madre, per coloro che hanno riposto la loro fiducia in Egitto invano, questo sarà un giorno triste. Ma per quelli che dicono: non posso farlo da solo, ho bisogno di Dio, questo sarà un giorno felice. Dio ha già combattuto per i nostri peccati.

Versetto 31:4 ci dice: così scenderà il SIGNORE degli eserciti a combattere sul monte Sion e sul suo colle.

Dio ha sofferto per noi sulla collina del Golgota. Accettando quella sofferenza di Gesù e adorandolo come Re, possiamo sperimentare la salvezza e la liberazione. Gesù vuole essere quel “leone di Giuda” per noi. Non solo nel futuro, ma già ora.

Preghiera