I soldi talvolta non fanno la felicità , ma talvolta sì: Luca 19, 1-10

Zaccheo

Per leggere il vangelo di Luca cap. 19, 1-10 clicca qui: http://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Luca19

Questa storia che ci racconta il vangelo di Luca, è tra le più significative. Cercheremo di coglierne degli aspetti e delle lezioni da applicare sia per coloro che sono già in un cammino cristiano di discepolato, sia per coloro che non hanno ancora intrapreso un cammino ma essendo insoddisfatti della loro vita come lo era Zaccheo, stanno cercando un qualcosa di più delle ricchezze della vita.

I punti che focalizzeremo avranno a che fare su 3 temi: 1) il denaro e la sua gestione 2) il giudizio della gente, 3) riflessioni sulla salvezza

Il denaro e la sua gestione

versetto 1) Poi Gesù entrato in Gerico l’attraversava.

Ma cosa ci faceva Gesù con i discepoli a Gerico? Evangelizzava. Lui evangelizzava per tutto Israele, così anche noi come cristiani, come discepoli, dovremmo sempre avere la prontezza dovunque ci troviamo di accogliere o andare incontro alle persone che si presentano nel nostro cammino.

Versetto 2) Ci dice che c’era un certo uomo che era capo dei pubblicani ed era ricco.

Nella predica scorsa, quella del fariseo e pubblicano posi l’enfasi molto più sui farisei, oggi invece ci concentriamo addirittura sul capo dei pubblicani di Gerico. Come abbiamo già visto recentemente i pubblicani erano considerati dagli altri ebrei, la feccia, gli esseri più spregevoli in quanto riscuotevano le tasse per i nemici romani e poi aggiungevano un’altra percentuale che andava a finire nelle loro tasche, per cui, imbroglioni, strozzini e ladri. Le scritture ci dicono che era ricco.

Versetto 3 e 4,5 e 6Zaccheo Cerca in tutti i modi di vedere Gesù, non potendo a motivo della folla, va più avanti e cerca di anticiparlo e monta su un sicomoro.

Perché un uomo così ricco, ha questa frenesia di vedere Gesù che è disposto anche a montare su un albero per soddisfare la sua brama interiore? Non pensava alla derisione della gente? O forse oltre alla curiosità mancava qualcosa nella sua vita?

Nel giro di 2 capitoli ci troviamo di fronte 2 ricchi, ambedue cercano Gesù , uno trova la gioia, l’altro se ne torna a casa triste. Ambedue essendo già ricchi, avevano realizzato che i soldi non danno la felicità. Nella nostra civiltà occidentale possiamo constatare la miseria che ha prodotto e sta producendo la cultura della ricchezza e della sua ricerca, così come dice l’apostolo Paolo, “l’amore del denaro, è la radice di tutti i mali” (1Timoteo 6,10.)

In queste 2 storie abbiamo 2 scenari diversi; il ricco a cui Gesù chiede di rinunciare a tutto, mentre con Zaccheo è soddisfatto che da la metà dei suoi beni.

Una prima lezione da constatare è che non c’è una regola matematica. Quando Zaccheo dice che darà la metà ai poveri, Gesù non gli dice: ”mi dispiace Zaccheo, la regola è che devi dare tutto”. Mai mettere Dio dentro un box e confinarlo in regole

Gesù guarda dentro il cuore, i soldi sono una questione spirituale. Cosa facciamo con i nostri soldi e le conseguenti scelte è legato a ciò che abbiamo nel nostro cuore.

Nel sermone della montagna Matteo 6,21 ci dice”Perché dov’è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore”.

Mentre il giovane ricco non era disposto a fare di Gesù il tesoro del suo cuore e torna a casa triste, Zaccheo è disposto a fare questo cambiamento e cioè a mettere Gesù al centro del suo cuore, per cui lo “ricevette con gioia”.

Così una prima domanda da chiederci come cristiani è cosa c’è nel nostro cuore? Qual è il nostro tesoro? Siamo consapevoli che i soldi non sono nostri, ma sono di Dio ? Siamo disposti a condividerli?

Sembra chiaro da queste 2 storie che colui che impara a dare è colui che diventa felice.

In atti 20,35 Gesù ci dice che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, ed è quello che scopre Zaccheo, ed è quello che possiamo scoprire anche noi se mettiamo in pratica la parola.

Una cosa interessante da notare è che mentre nel caso dei 2 ricchi (il giovane e Zaccheo), i soldi non avevano fatto la felicità, quasi certamente avranno fatto la felicità dei poveri che hanno ricevuto le generose donazioni di Zaccheo.

Ancora oggi il mondo è diviso tra ricchi e poveri. Noi che abitiamo nell’occidente, sicuramente siamo dalla parte dei ricchi ma possiamo dire con certezza che l’80% della popolazione mondiale vive in condizioni di estrema povertà e solo rinunciare a ciò che per noi è superfluo per condividerlo con chi non può permetterselo, farebbe loro veramente felici. Dare la possibilità per esempio a chi non può di mantenersi gli studi aiuta queste persone ad essere felici.

Così condividere ricchezze fa felice chi da e fa felice chi riceve.

Da chiederci;

1)Da dove vengono i miei soldi? Dove vanno i miei soldi? Sono generoso, do ai poveri? Sto crescendo in generosità?

Il giudizio della gente.

Il seconod spunto di riflessione importante andando avanti nel testo versetto 7, è che tutti mormoravano avendo visto che Gesù era andato a casa di un peccatore. A Gesù non interessava il giudizio della gente, l’essere etichettato, andava controcorrente, contro le tradizioni per poter salvare le anime.

A che punto siamo noi come cristiani? Ci sentiamo liberi dal giudizio della gente, siamo pronti ad ospitare come chiesa, come singoli cristiani persone che possono sembrare discutibili? Siamo pronti a vedere nei loro cuori ed accoglierli, oppure ad andare da loro e chiedergli” voglio essere tuo ospite stasera”? Anche se questo può comportare il giudizio della gente perbenista?

Gesù ci ha avvertito nel sermone ai piedi del monte: “Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi”Luca 6,26

Ricordiamoci che Gesù è venuto a salvare ciò che era perduto. E questo dovrebbe essere una delle motivazioni più importanti dell’essere una comunità cristiana.

Allo stesso modo, sapere per chi si sente perduto e nel peccato, sapere che può sempre contare sull’aiuto e il perdono di Gesù è sicuramente di grande conforto.

Riflessioni sulla salvezza

Quando Gesù nel versetto 9 annuncia che la salvezza è entrata in quella casa, lo fa dopo la dichiarazione che Zaccheo darà la metà dei suoi beni ai poveri e dara 4 volte tanto a chi a defraudato. Ancora una volta vediamo come le opere sono la prova, della trasformazione che è avvenuta nel nostro cuore. La salvezza è un dono di Dio. Gesù decide di visitare Zaccheo, il capo dei farabutti dei pubblicani, che per le loro opere sicuramente non si meritavano la visita del Salvatore, ma ecco la Grazia in azione, ed in risposta Zaccheo lo ricevette con gioia, lo mette al centro della sua vita e dopo di che fa questa dichiarazione della condivisione delle ricchezze. Così le opere sono la prova, la dimostrazione che noi abbiamo ricevuto la salvezza, che abbiamo ricevuto Gesù.

Cosi in Giacomo 2,14,15,16,17 “ a che giova, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha le opere? Può la fede salvarlo? Or se un fratello o una sorella sono nudi e mancano del cibo quotidiano, e qualcuno di voi dice loro:”Andatevene in pace, scaldatevi e saziatevi” ma non date loro le cose di cui hanno bisogno per il corpo, a che giova? Così è pure della fede; se non ha le opere, per se stessa è morta”.

In 1Giovanni 3,17e18 dice “Ma se uno ha dei beni di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude le sue viscere, come dimora il lui l’amore di Dio?

Figlioletti miei, non amiamo a parole ne con la lingua, ma a fatti e in verità.” AMEN