Fede, Amore, Vangelo – Colossesi 1:3-8

Come molti di voi sanno pochi giorno fa sono diventato zio di una bellissima bambina, Elena. Elena per i primi 9 mesi della sua vita è cresciuta e si è formata nel grembo di sua madre e ora, dopo il parto, è finalmente in mezzo a noi. Durante la gestazione Elena aveva già un corpo, delle mani, degli occhi, ma non potevamo vederli mentre ora possiamo vederli e toccarli.

Negli ultimi mesi mi è stato chiesto più volte “ma la chiesa a Pisa è stata fondata?”. Credo che l’esempio della gravidanza possa essere utilizzato per la nascita di questa chiesa. Negli ultimi due anni la chiesa di Pisa si è formata dentro questa comunità, ora in questi giorni sta ufficialmente partorendo. I ragazzi de La Torre cercano di organizzare ogni settimana una partita di calcetto, per conoscere e trascorrere del tempo con dei ragazzi locali. Una volta, dopo una di queste partite, Zach stava spiegando ad uno dei ragazzi il progetto della chiesa e girandosi verso di me ha detto “e lui è il mio pastore”. Io per un momento ho pensato che stesse parlando di qualcuno dietro di me. Subito dopo ho pensato “OK, ormai ci siamo, la chiesa sta nascendo.”

 

Quello di oggi è un culto nel dobbiamo celebrare e gioire perché a partire dalla prossima domenica a Pisa ci sarà una chiesa che, così come questa, si riunisce per lodare il Signore, per essere incoraggiata e sostenuta dal Vangelo per affrontare la settimana seguente.

 

Mi rendo però conto che spesso i momenti di gioia possono essere agrodolci. Un po’ come quando dei genitori oltre alla gioia di veder un figlio sposarsi, sono tristi perché magari quel figlio non vivrà più con loro. Oppure quando riceviamo un’offerta di lavoro che desideravamo, ma per la quale dobbiamo trasferirci all’estero.

In questi giorni cresciamo, passiamo da una chiesa a due chiese, e forse oltre a essere contenti abbiamo dentro di noi anche un po’ di tristezza, di paura o di gelosia. Tristezza perché, nonostante la vicinanza geografica, sappiamo che ci stiamo separando. Forse paura perché temiamo di essere troppo deboli o troppo pochi a rimanere a Lucca o ad andare a Pisa, o perché abbiamo paura di veder vanificati tutti quei passi in avanti che ci sono stati negli ultimi anni. Gelosia perché magari vorremmo essere noi parte di una chiesa che nasce, o della chiesa già formata. Questi sono sentimenti che possiamo provare, che sono normali, e per i quali possiamo trovare una risposta positiva nelle promesse del nostro Padre celeste.

 

Quella di oggi, più che una classica predicazione, vuole essere una lettera piena d’affetto da parte mia con delle esortazioni e degli incoraggiamenti. Una lettera a voi, che mi avete reso parte della vostra famiglia, che mi avete dato l’opportunità di servirvi e di crescere come credente, come membro di chiesa e infine anche come pastore. In genere i ringraziamenti si fanno alla fine, ma visto che ho iniziato, voglio ancora una volta ringraziare Stefano, per il suo esempio di competenza unita all’umiltà, ringraziarlo per il lavoro che da tanti anni ha svolto e continua a svolgere per questa chiesa. Voglio ringraziare i membri di questa chiesa, per la trasparenza con cui vivono la loro fede e le loro difficoltà ma anche per il desiderio forte, che mi ha colpito sin dai primi giorni, di voler crescere sempre di più nelle vie del Signore. Voglio ringraziare anche coloro che in questi ultimi anni stanno frequentando questa chiesa, in voi posso vedere chiaramente l’opera di Dio e vi incoraggio a continuare il vostro percorso di ricerca del Dio eterno, onnipotente e amorevole.

 

Leggiamo insieme da Colossesi 1:

 

3 Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, pregando sempre per voi, 4 perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e dell’amore che avete per tutti i santi[a], 5 a causa della speranza che vi è riservata nei cieli, della quale avete già sentito parlare mediante la predicazione della verità del vangelo. 6 Esso è in mezzo a voi, e nel mondo intero porta frutto e cresce[b], come avviene anche tra di voi dal giorno che ascoltaste e conosceste la grazia di Dio in verità, 7 secondo quello che avete imparato da Epafra, il nostro caro compagno di servizio, che è fedele ministro di Cristo per voi. 8 Egli ci ha anche fatto conoscere il vostro amore nello Spirito.

 

Vorrei riflettere su tre cose che troviamo nei versetti che abbiamo appena letto.

 

1- Fede

Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, 4 perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù

Questo brano inizia con un ringraziamento a Dio per la fede dei colossesi, fede di cui Paolo ha sentito parlare. Ad un certo punto della loro vita, un gruppo di persone aveva deciso di abbandonare la via che portava alla perdizione e riporre la propria vita in Cristo Gesù. Se Paolo poteva ringraziare per la fede dei colossesi, io posso ringraziare e lodare Dio per la vostra fede. Una fede che è riposta in Cristo Gesù, e nient’altro che lui.

 

Guardando indietro in questi ultimi quattro anni insieme posso dire che abbiamo cercato con insistenza di riporre la nostra fede in Cristo. Alla fine, questo è il fondamento della nostra vita come cristiani, l’aver capito che in noi non c’è niente che possa portarci a Dio, non c’è rituale, pratica, buona azione o donazione che possa avvicinarci a Dio e quindi di conseguenza accettiamo, ci fidiamo, facciamo nostro quello che Dio ha fatto per noi in Cristo Gesù. è attraverso la fede che riceviamo il dono della grazia, cioè il perdono dei nostri peccati grazie al sacrificio di Gesù. Riporre la nostra fede in Cristo Gesù non è solamente un evento unico nella nostra vita, ma è una scelta che dobbiamo fare giorno dopo giorno. Come chiesa abbiamo deciso di fidarci di Dio nel momento in cui abbiamo deciso di intraprendere un processo di fondazione. E credo che il Signore abbia risposto in maniera incredibilmente generosa alla nostra fede e i quattro battesimi che abbiamo avuto in un solo anno ne sono la riprova. Ma il messaggio di oggi non vuole essere una sdolcinata serenata. Credo che dobbiamo anche ammettere che ci sono stati tanti momenti, in questi ultimi quattro anni, nei quali, a livello personale e a livello comunitario, abbiamo smesso di fidarci di Gesù preferendo fidarci di noi stessi, delle nostre capacità, dei nostri punti di forza. Il rischio in questo è di spostare l’attenzione da Dio verso di noi. E quando iniziamo a fidarci di noi stessi, ci renderemo presto conto di non essere all’altezza delle sfide e delle battaglie che la vita ci presenta. Quando smettiamo di guardare a Cristo e iniziamo a focalizzarci su di noi, diventiamo molto simili a Pietro. Vi ricordate dell’episodio in cui Pietro, pieno di fede, inizia a camminare sul lago. Appena smette di fidarsi di Gesù, Pietro inizia ad affogare.

 

Andando in avanti vorrei che imparassimo a fidarci sempre di più di Dio. Questa è una bella sfida, perché la nostra natura ci porta invece a fidarci di noi stessi. Ma più ci fideremo di Dio e più avremo dentro di noi il desiderio di fidarci di lui.

 

2- Amore

Oltre dalla fede, Paolo è positivamente colpito dall’amore che i colossesi hanno per tutti i santi, “perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e dell’amore che avete per tutti i santi” (4)

Fede e amore, due dei pilastri della vita cristiana, erano palesemente visibili nello stile di vita dei credenti di Colossi. Un amore che vedo anche nei componenti di questa chiesa. Un amore che si è manifestato attraverso inviti a casa, messaggi, preghiere, doni, aiuti. Un amore che vediamo per esempio durante le agapi, come quella che avremo oggi, nel modo in cui tutti noi si impegnano per amare il prossimo attraverso la preparazione di un bel pasto. Ma, di nuovo, la realtà dei fatti è che non è stato, e non sarà, sempre facile amare tutti i santi, cioè tutti i cristiani. Sicuramente ci sono delle persone con le quali ci riesce più facile, mentre con altre è molto più difficile. Anche in questo caso, così come con la fede, non dobbiamo pensare di dover amare con le nostre forze. Il nostro concetto di amore, e il modo in cui amiamo, devono essere fondati sul Vangelo. Alla base del nostro amore ci deve essere una comprensione chiara dell’amore di Dio per l’essere umano e per me e questo deve poi concretizzarsi in un amore pratico verso Dio e verso il prossimo. Questo processo non è sempre facile, sia quando si tratta di capire e fidarci dell’amore di Dio, sia quando si tratta di amare di prima persona. Dobbiamo capire come Dio ci ama, per poi poter essere in grado di amare noi. Quale deve essere il nostro obiettivo quando vogliamo amare persone che ci sembrano difficili da amare? Forse questa domanda può aiutarci

 

“In che modo posso amare quella persona in modo che sia edificata, prendendomi al tempo stesso cura di me, e glorificando Dio?”.

 

Faccio un esempio, per capirci meglio. Ci può essere nella chiesa una persona con la quale mi scontro caratterialmente. Non posso semplicemente ignorare quella persona, perché questo modo di fare è l’atteggiamento egoistico tipico del mondo. Ignorare una persona, è sicuramente la soluzione più facile, ma non la migliore. L’amore di Dio non ignora, non dimentica, con chiude rapporti. Anzi, Dio ci ha cercato e amato quando eravamo ancora suoi nemici, e continua a cercarci ed amarci quando oggi ci ribelliamo, quando pecchiamo, quando non lo rispettiamo.

 

Applicando la domanda “In che modo posso amare quella persona in modo che sia edificata, prendendomi al tempo stesso cura di me, e glorificando Dio?” potrei per esempio decidere di passare del tempo con quella persona, non perché è facile, ma perché questo è l’amore che Dio ha dimostrato per me. Al tempo stesso potrei decidere, quando passo del tempo con quella persona, di non lasciarmi turbare da alcuni suoi atteggiamenti che mi danno fastidio, ricordandomi che anche io ho dei tratti caratteriali non facili. In questo modo posso praticamente edificare quella persona, prendendomi al tempo stesso cura di me – ama il tuo prossimo come te stesso – e glorificando Dio. Negli anni venire spero che potremo essere conosciuti sempre di più come delle persone con una fede vera e sincera in Cristo Gesù e un amore che non è definito da standard mondani, ma dal Vangelo.  Questi due elementi sono, secondo Paolo, fondati sulla speranza che è riservata nei cieli (5), ma questa speranza non è soltanto una speranza futura piuttosto una speranza che stravolge la nostra vita su questa terra.

 

3- Il Vangelo

Fede, amore e infine Vangelo. Uno degli spunti più belli di questo testo è la descrizione del lavoro del Vangelo,

 

 6 Esso è in mezzo a voi, e nel mondo intero porta frutto e cresce[b], come avviene anche tra di voi dal giorno che ascoltaste e conosceste la grazia di Dio in verità,

 

Credo che questa descrizione possa farci da ancora nelle tempeste che dovremo affrontare nei mesi e negli anni che ci sono di fronte. Stiamo per dividerci e le domande che portiamo con noi sono tante: cosa succederà alle nostre chiese? Saremo in grado di portare avanti le nostre comunità? Ci saranno degli sviluppi positivi o solo delle continue sfide?

 

Non so darvi la risposta esatta a queste domande, ma ecco cosa posso dirvi: il vangelo è in mezzo a noi, è nel mondo e continuerà a crescere! Dio, miei cari, è sovrano! Questa sua caratteristica l’abbiamo vista in questa chiesa. Siamo stati testimoni di miracoli, di cambiamenti e di crescita che non avevano a che fare con il nostro operato o con le nostre iniziative. Il Signore ha colmato le nostre carenza come membri di chiesa, come guide di chiesa, perché la chiesa è la sua e lui continua ad edificarla, a soccorrerla, a proteggerla, a sfidarla. Questa è una delle lezioni più grandi che ho imparato in questi quattro anni a Lucca e che porto con me, Dio è sovrano e all’opera, anche quando non me ne rendo conto.

 

Il Vangelo, il piano di Dio, il suo regno non può essere fermato! Esso cresce in maniera autonoma, in tutto il mondo porta alla salvezza di essere umani, al cambiamento di cuori peccaminosi. Esso porta speranza in mezzo alle lacrime, gioia in mezzo alle tenebre, vita in mezzo alla morte. E lo stesso continuerà a succedere in mezzo a noi, se continuiamo a cercare il Signore, se continuiamo a fidarci di lui, ad amarlo. Il Vangelo di Dio è cementato nella grazia di Dio, una grazia che continua a convincere di peccato, a trasformare vite, a perdonare i nostri sbagli più grandi e le nostre ribellioni più eclatanti. Forse oggi siamo dubbiosi, siamo cinici, pessimisti, sfiduciati. Forse siamo tentati di non credere al vangelo, siamo tentati di credere che il Vangelo sia una bugia. Paolo afferma che il Vangelo è verità! Dio davvero ti ama, Dio davvero ha mandato suo Figlio a morire al posto tuo, Dio davvero ti perdona in Lui, Dio davvero sta facendo qualcosa di buono anche quando non lo capiamo, non lo vediamo o non lo crediamo!

 

Di fronte alle sfide e alle domande che dovremo affrontare, l’esortazione è ad abbracciare questo Vangelo, a gustare la sua potenza. Saliamo sul carro del Signore, piuttosto che criticarlo da lontano. Il Vangelo continuerà a crescere e a portare frutto, a Lucca, a Pisa, in Italia e fino all’estremità della terra. Non so voi ma io voglio essere parte di tutto ciò. E quindi vi sfido e mi sfido: in che modo voglio dare il mio contributo? Vogliamo impegnarci personalmente a fidarci di più di Dio? Vogliamo impegnarci ad amare il prossimo anche quando fa male, anche quando è difficile?

 

E infine. Oggi nasce una nuova chiesa locale. Non nasce perché ci è venuta a noi l’idea, non nasce perché volevamo crescere, non nasce perché siamo particolarmente bravi. Dio si è semplicemente usato di noi per rendere tutto questo possibile. è attraverso la chiesa che Dio porta avanti il suo piano per il mondo. Oggi nasce una nuova chiesa perché questo è quello che fa il Vangelo: cresce, si moltiplica, porta frutto. E quindi non soltanto a livello personale, ma anche a livello di chiesa voglio fare parte di questo tipo di Vangelo. Spero che sin da oggi questa chiesa cominci a pensare alla prossima nuova fondazione, per quanto assurdo o pazzo possa sembrare. Vorrei che la Chiesa Cristiana La Torre faccia lo stesso, anche se appena nata. Vorrei che insieme impegnassimo le nostre risorse, le nostre capacità, le nostre preghiere per veder nascere nuove comunità che annuncino Fede, Amore e Vangelo.