Dalla legge allo Spirito. Atti 11

Cominciamo con una domanda: conoscete altri episodi lunghi come questo della conversione di Cornelio nel libro degli Atti? No, non ce ne sono, è l’episodio più lungo degli Atti. L’episodio viene narrato una prima volta e raccontato di nuovo da Pietro per giustificare alcuni suoi atti. Se Luca decide di dare tanto spazio a questi fatti è perché sa quanto sia importante la questione di quella che potremmo chiamare la Pentecoste dei gentili. E se Luca ci si attarda, penso che anche noi facciamo bene a soffermarci su questo passo. Apparentemente tratta una questione passata, quella della frattura tra cristiani circoncisi di origine giudaica e cristiani di origine pagana; tuttavia parlare di una frattura pone inevitabilmente il problema dell’unità della chiesa, problema sempre attuale in qualsiasi epoca. Un simile passo avrà quindi spunti importanti per noi.

  1. Unità nell’interpretazione: capire cosa resta e cosa passa della legge

Di cosa viene rimproverato Pietro? Di aver mangiato con degli incirconcisi. È probabile che chi rimproverava Pietro pensasse che oltre a mangiare con dei circoncisi avesse anche consumato il cibo impuro che gli incirconcisi sono soliti mangiare. A noi queste accuse potranno anche far ridere, ma per gli ebrei erano azioni che scandalizzavano e Pietro deve giustificarsi. Ci interessa soprattutto il cambio di mentalità di Pietro e ciò che deve capire della Scrittura. Se il fatto di rifiutare relazioni con i non circoncisi è un’esagerazione dell’ebraismo di quel tempo, il divieto di mangiare animali impuri era ben espresso in Levitico 11. Come deve fare dunque Pietro a capire che quel passo della Scrittura non vale più? Ciò che Pietro deve capire è che la venuta di Gesù, la sua morte e la sua resurrezione hanno instaurato un ordine nuovo. Il Nuovo Patto, in continuità con l’Antico ha delle prerogative diverse: tutto ciò che riguardava il distinguere il popolo di Israele dalle nazioni, come modi di vestirsi, di radersi la barba, di mangiare, ed altri segni esclusivamente esteriori viene meno. Perché lo scopo di quell’isolamento è finito, e il fine è creare una nuova umanità fatta di uomini provenienti sia dal popolo ebraico che dai gentili. Gesù, parlando di ciò che entra in bocca all’uomo aveva detto che non può contaminarlo, ed il vangelo di Marco dice: “Così facendo dichiarava puri tutti i cibi” (Mc 7,19). Non è dunque una novità quella davanti a cui si trova Pietro, ma è necessaria una visione angelica per convincerlo di qualcosa che non aveva ancora capito. Insieme a questi aspetti relativi ai segni esteriori, vengono meno quelle profezie che parlano della venuta di Gesù, essendo egli venuto, o alcune figure come il tempio, essendo il corpo stesso di Gesù il tempio. Sono realtà che lentamente gli apostoli capiranno.

Sebbene possa sembrare difficile rinunciare a comandamenti a cui si è sempre obbedito o lasciare certe tradizioni, questo passo ci dimostra che Dio stesso guida il processo di comprensione e che è necessaria da parte della chiesa molta umiltà nell’ascolto e nel lasciare che lo Spirito guidi. Lo Spirito rivelerà mai cose contrarie alla Scrittura, ma permetterà di capirla anche nella sua diversità. Le molte scissioni presenti ancora oggi nella chiesa derivano in fondo da diversità di interpretazione, e proprio come a quel tempo queste sono dovute all’accettare o meno la voce dello Spirito. Le tradizioni certamente non aiutano questa voce, perché la bloccano mentre la sottomissione che ci mostra Pietro nell’ascolta la voce di Dio ci è ancora d’esempio. Proprio questa sottomissione è in grado di rivelarci il SENSO delle Scritture e non solo la loro lettera.

  1. Unità nel battesimo nello Spirito: un esempio di frattura nella chiesa attuale

Se il problema che si pone è questa differenza tra ebrei e gentili, Pietro illustra il motivo per cui questa distinzione non ha più luogo di essere: lo Spirito Santo è sceso sui pagani nello stesso modo in cui è sceso sugli ebrei. Questo fa ricordare a Pietro le parole di Giovanni che diceva che Gesù avrebbe battezzato con lo Spirito Santo. C’è quindi un qualcosa di divino, un’immersione nello Spirito Santo, un’unione a Dio stesso che obbliga Pietro ad accettare i pagani come fratelli, senza opporsi.

Si tratta di un fatto molto bello, ma proprio nei nostri tempi la comprensione di questo battesimo nello o con lo Spirito Santo pone una divisione: il mondo evangelico è infatti diviso tra chiese pentecostali e chiese evangeliche tradizionali che proprio rispetto a questo punto hanno una diversità di vedute. Credo sia importante illustrare il modo in cui la nostra chiesa capisce questo, sperando di non gettare spirito sul fuoco, ma se possibile ridurre la divisione.

Pietro fa qui riferimento alla Pentecoste: in quel giorno lo Spirito Santo scese sulle persone presenti. Gli apostoli parlavano nella loro lingua, ma ogni persona straniera presente sentiva parlare nella sua propria lingua. Era una dimostrazione miracolosa della presenza di Dio, e le lingue parlate sono evidentemente lingue realmente esistenti, per cui chi non sapeva l’aramaico capiva miracolosamente, nella sua lingua. Pietro racconta che mentre egli parlava (v.15) lo Spirito scende su di loro, “come su di noi”, quindi dice che succede la stessa cosa che successe a Pentecoste. Chiama questo fatto battesimo nello Spirito Santo, che è la stessa cosa della conversione. Non si fa né qui né altrove alcuna allusione ad una seconda esperienza speciale che seguirebbe la salvezza: la salvezza si ottiene con la conversione e la conversione è quel battesimo di Spirito Santo di cui parla Giovanni. In questo passo Pietro non menziona le lingue, mentre vi si fa riferimento nel capitolo 10, durante al narrazione dell’episodio: i circoncisi sentono che i convertiti parlano diverse lingue e glorificano. Succede quindi un fatto analogo alla Pentecoste: le tante persone presenti e amiche di Cornelio, verosimilmente provenienti da varie nazioni si mettono a glorificare Dio nelle loro lingue. Dopo la Pentecoste ebraica e quella Samaritana (dove tuttavia nessuno ha parlato in lingue diverse, perché la lingua dei Samaritani è la stessa), c’è una Pentecoste dei Gentili.

Quale sfida abbiamo allora davanti? Il battesimo nello Spirito Santo è una grande esperienza di unione nella chiesa primitiva: è in grado di far crollare il muro di separazione tra credenti circoncisi e non. Dovrebbe essere strumento di unificazione anche tra le chiese attuali, ed è un peccato che in certi casi separi. Si possono avere vedute diverse sulle modalità in cui lo Spirito scende, cosa che in fondo conta poco, ma ciò su cui dobbiamo insistere è che senza battesimo nello Spirito non c’è conversione né salvezza, e che non dobbiamo aggiungere al testo ciò che non c’è, come segni miracolosi che lo accompagnino, essendo esso stesso un segno.

  1. Unità vissuta: La gestione di un conflitto

La cosa che più mi colpisce è la conclusione: Pietro ha parlato a lungo, il tema è caldo e non è facile da gestire, e purtroppo sappiamo che non finisce qui. Sarà necessario indire una grossa riunione di cui parleremo più avanti per gestire i rapporti tra credenti provenienti dal mondo ebraico e da quello ellenistico, e Pietro stesso, secondo quanto leggiamo nell’epistola ai Galati finirà per fare delle gravi marce indietro fin da essere ripreso da Paolo. Eppure questi oppositori iniziali, che con franchezza hanno espresso la loro opinione risultano umili e accettano la spiegazione di Pietro: si calmano e glorificano Dio. Ma soprattutto riconoscono l’origine divina di quanto è successo. Sia in loro che in Pietro c’è un senso di grande sottomissione e contemplazione di quanto Dio fa. Il conflitto in questo caso si sana perché queste persone sono libere dalla loro tradizione e libere da pregiudizi. Non hanno criticato Pietro per motivi ideologici, per antipatia, o per partito preso ma, immagino, per amor di verità: in fondo certi divieti erano biblici. Ma quello stesso amore di verità li costringe ad accettare la nuova verità che si impone. Certamente lo Spirito Santo è al lavoro nei loro cuori, per aprire i loro occhi e permettere che accettino, ma va detto che sono stati aperti all’opera dello Spirito.

La nostra preghiera è che possiamo nella nostra valutazioni di qualsiasi grosso cambiamento, conflitto o interpretazione lasciarci guidare dalla voce di Dio, e saperci sottomettere, liberandoci da quanto le nostre mentalità, culture, tradizioni o dottrine ci impongono. Molte separazioni contemporanee potrebbero essere vissute meglio, se l’atteggiamento di chi contende fosse simile a quello di questi credenti che hanno la maturità di cambiare idea.