Con o senza lo spirito. Atti 18:23-19:22


Nel 2008 a Lucca fu fatto un convegno dal titolo: Con Dio o senza Dio: che cambia? Titolo provocatorio a cui speriamo tutti di dare una risposta decisa: cambia assolutamente tutto! La vita con o senza Dio è radicalmente e totalmente diversa da ogni punto di vista, e se così non è non ci sono molte speranze per i cristiani, perché significherebbe che hanno perso completamente la potenza del messaggio del vangelo. La lettura di questi passi del libro degli Atti mi hanno portato a formulare una domanda simile, ma con un piccolo cambiamento: con lo Spirito o senza lo Spirito: che cambia? Anche qui spero che la risposta sia decisa, e che si possa coralmente rispondere che cambia tutto. Tuttavia se la questione con o senza Dio potrebbe rimanere una questione di teoria, per cui filosofi contro teologi ci si affronta per disquisire sull’esistenza o meno di Dio, la questione dello Spirito è ben diversa. Perché non si può parlare di spirito santo in teoria. Lo Spirito Santo non è altro che Dio in pratica, che Dio che abita in noi e che cambia e trasforma il nostro stesso spirito umano. Certo, se ne può parlare in teoria, ma senza averlo sperimentato si disquisirebbe sul niente, perché lo Spirito va vissuto in concreto.

Luca, in questi passi degli Atti ci mostra tre episodi che mettono chiaramente in evidenza che le conversioni, le istituzioni, e le azioni stesse possono essere animate o dallo Spirito Santo, oppure no, ed in base a questo cambia assolutamente tutto. I risultati sono miracolosi oppure catastrofici. E questo perché, come leggiamo altrove nella Scrittura, “Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.” (I Cor 2,11)

  1. Conversioni: Apollo e i discepoli di Efeso.

I primi due episodi che incontriamo ci parlano di un intellettuale alessandrino di nome Apollo e di un gruppo di discepoli che si trovano ad Efeso. Sono accomunati dall’aver ricevuto il battesimo di Giovanni, quindi quel battesimo di ravvedimento che chiamava a preparare la via per il messia. Ma c’è una differenza cruciale tra Apollo e questi dodici discepoli: Apollo è presentato chiaramente come un credente, che istruito nel Signore, fervente nello spirito e che insegna accuratamente le cose relative a Gesù. Non è detto che “nello spirito” si riferisca allo Spirito Santo, comunque sia vediamo che Priscilla e Aquila non fanno che esporgli con più esattezza la via del Signore, ed in fatti non si battezza né è detto che riceve lo Spirito. Deduciamo quindi che era già ripieno di Spirito e che questa pienezza gli consentiva di accogliere umilmente, lui che era un intellettuale, il consiglio di due artigiani come Priscilla e Aquila, e che probabilmente era istruito su tutto, ma non sul battesimo, cosa possibile in un contesto di crescita veloce e multipla di chiese. E’ meraviglioso questo esempio di quella che potremmo chiamare: “correzione del tiro”. A ben pensarci la nostra vita cristiana è fatta di questa apertura a lasciare che qualcuno ci esponga sempre con più chiarezza la via di Dio, facendoci crescere e scoprire nuove cose su Dio.

Del tutto diverso il caso dei dodici discepoli. Questi si erano sicuramente interessati alla predicazione di Giovanni, ma di Gesù niente viene detto. Non hanno sentito parlare dello Spirito Santo, ma Paolo gli annuncia anche Gesù, di cui forse hanno sentito dire, ma di cui non conoscono la portata. Perché senza Spirito Santo, senza cioè un qualcosa di soprannaturale che faccia loro incontrare nello Spirito quel Gesù morto e risorto, non ci può essere vera conoscenza di Gesù. Questi non solo di battezzano, ma ricevono lo Spirito con questo atto di imposizione della mani di Paolo, cosa che era successa anche con i samaritani, e vivono una specie di piccola pentecoste. Parlano in lingue e profetizzano. Su questo passo capita che ci siano grosse controversie tra cristiani pentecostali e cristiani evangelici tradizionali, ed i primi si appoggiano a questo passo per sostenere che è possibile che ci sia una prima esperienza di conversione, fatta solo di fede, senza la presenza dello Spirito Santo, ed una seconda esperienza, che consisterebbe nel ricevere lo Spirito Santo. Ma non è affatto ciò che dice questo passo. Qui, non solo manca lo Spirito, ma manca una chiara comprensione di Gesù. È molto importante infatti capire che lo Spirito Santo non è altro che lo Spirito di Gesù e che riceverlo significa ricevere a pieno quel Gesù che ora non è sulla terra. Gesù e lo Spirito procedono insieme. Ribadiamo ancora una volta che con o senza lo Spirito tutto cambia. Averlo significa avere la salvezza, la voglia di annunciare il vangelo e di dimostrare che Gesù è il messia come fa Apollo; non averlo significa avere bisogno di essere rigenerati e di conoscere Dio in un modo profondo e spirituale.

Applicazione. Questo passo invita a riflettere molte categorie di persone. Forse alcuni quelli che ascoltano hanno un grande interesse per Gesù, per il suo insegnamento, lo rispettano, eppure non hanno un rapporto così profondo ed intimo con lui da poter dire di aver ricevuto il suo spirito. Questo passo ci ricorda che ci si può anche pentire, battezzarsi facendo un atto formale, eppure… Non conoscere profondamente chi sia Gesù. Questo passo dice a queste persone che se lo chiederanno riceveranno lo Spirito di Gesù e proveranno voglia di lodare, di glorificare Dio. Ci sono poi tanti che hanno ricevuto lo Spirito Santo e questo passo ci fa domandare: come lascio che lo Spirito Santo operi in me? Lascio che operi come in Apollo, riempiendomi di voglia di dimostrare a tutti che Gesù è il messia, fervente dalla pienezza dello Spirito, preoccupato di parlare di Dio? Nella nostra chiesa ci sono diverse persone che potrebbero essere definite degli intellettuali. Ebbene, Apollo era un intellettuale, versato nelle Scritture, che metteva al servizio dello Spirito i doni che aveva. Desidero essere come lui? Oppure, lo Spirito, mi fa rallegrare riempiendomi di voglia di lodare Dio come i discepoli di Efeso? Non parliamo in teoria dello Spirito, ma chiediamoci: sperimentiamo nella nostra vita la presenza dello Spirito di Dio?

  1. Istituzioni: la sinagoga e la scuola di Tiranno.

Vediamo ora due istituti, due luoghi dove si parla, si prega e dove circolano le idee: la sinagoga e la scuola di Tiranno. La prima è il luogo dove si riuniscono gli ebrei, e che teoricamente dovrebbe essere piena di spirito; la seconda invece è un’istituzione laica, di cui non si sa niente, ma in cui probabilmente un filosofo teneva i suoi insegnamenti. Possiamo immaginare che questo filosofo fosse un tipo tollerante che dà spazio a Paolo oppure un simpatizzante del cristianesimo (ma forse Luca ce lo avrebbe precisato). Poco importa. Ciò che colpisce è che l’istituzione nata per pregare e per leggere la Bibbia, rifiuta i discorsi di Paolo, e decide di rimanere senza Spirito. La scuola laica di Tiranno, che nasce sì per cercare la verità, ma che non è necessariamente legata alla religione, diventa una specie di amplificatore della fede, capace di diffondere il Regno di Dio in tutta l’Asia! Abbiamo imparato che non esistono spazi sacri, perché Dio non abita in templi fatti da mano d’uomo, ma abita dove viene ospitato e dove i cuori si aprono, per lasciare entrare il suo spirito. A ben guardare nel nostro mondo post-cristiano accadono cose molto simili: ci sono lughi chiamati ufficialmente di culto, chiese, cattedrali, templi che spesso sono diventati posti asfittici dove tutto si predica meno che la verità cristiana. Sono diventati luoghi privi di spirito, come le sinagoghe chie rifiutavano Paolo. Ci sono poi altre chiese che magari si incontrano in luoghi che niente hanno a che vedere con la promozione della fede; magari dei garage, magari dei depositi, magari dei centri polifunzionali, e lì ci può essere ben più spirito che nei luoghi tradizionalmente consacrati alla fede. Applicazione. Il punto importante è capire che lo Spirito non sta nei luoghi, ma nelle persone: e con o senza di lui tutto cambia! Sogniamo che il centro APICI in cui ci riuniamo diventi un amplificatore della fede come la scuola di Tiranno? Allora dobbiamo porci ogni volta che veniamo seriamente la domanda: dov’è il mio Spirito? In che misura vengo a riempire questo luogo di Spirito, con lo Spirito di Dio che è in me? Preghiamo che Dio risollevi il nostro spirito se è abbattuto e che ci consenta di portare in questo luogo il suo Spirito potente, per diffondere il vangelo in tutta la Toscana.

  1. Azioni: gli esorcismi di Paolo e quelli dei figli di Sceva.

Abbiamo detto nel precedente studio che Efeso era un città importante per la religione, e certi fatti ce lo testimoniano. E’ necessario che la Parola di Dio si affermi anche con miracoli straordinari, che colpiscono un immaginario in cerca di fenomeni soprannaturali. Un po’ come la donna che toccando il vestito di Gesù fu guarita, così anche Paolo sembra guarire grazie al semplice tocco di fazzoletti. Vediamo tuttavia che non si tratta di magia, nel senso che i guariti rientrano nel processo di diffusione della parola di Dio e dobbiamo quindi presupporre che, seppure con questo singolare metodo del fazzoletto, sia sempre la fede a guarire.

Anche qui abbiamo due sorte di esorcismi diversi: ci sono quelli dei figli di Sceva, che vorrebbero esorcizzare, ma non avendo lo Spirito non ci riescono. Così i risultati prodotti, oltre ad essere disastrosi, fanno anche un po’ ridere. Dall’altra vediamo invece quelli di Paolo: funzionano e liberano realmente chi è posseduto. Perché? Perché vengono fatti realmente in nome dello Spirito Santo, da qualcuno che ha lo Spirito Santo. Gli adepti delle arti magiche confessano i loro peccati e tagliano netto con il loro passato, bruciando i libri di magia. Certo i roghi dei libri fanno sempre un po’ paura, e come tutto è importante contestualizzare. Forse anche oggi, del resto, ci sarebbero libri che preferiremmo bruciare, come il Mein Kampf di Hitler, o qualche panflet razzista. Tuttavia l’azione ha un valore simbolico, e rappresenta soprattutto la rottura con un certo passato. Chi si converte brucia i propri libri, e non si tratta di una crociata violenta contro tutti i libri magici della città e contro chi li possiede. Inoltre, l’indicazione del prezzo è messa per mostrare che avrebbero potuto guadagnare con quei libri, invece preferiscono bruciarli per amore della verità.

Applicazione. Anche questo gesto ci fa vedere una delle conseguenze importanti dell’azione dello Spirito nella vita di chi crede. Lo Spirito spezza i legami con la vita che precede il momento della conversione. Il contesto che ci viene presentato qui nella città di Efeso è caratterizzato da una serie di pratiche magiche, esorcismi e simili. Alcune persone si sono convertite provenendo proprio da questo mondo. Altri non hanno praticato la magia, ma ognuno di noi ha qualcosa nella sua vita che ha dovuto cambiare. Quel rogo di libri mostra proprio la volontà di chiudere con una vita passata in cui Gesù non era il nostro re e i nostri sforzi non erano concentrati nel fare della nostra vita e del nostre corpo un tempio per lo Spirito Santo. Magari alcuni di noi hanno lottato con delle droghe, con delle dipendenze da alcol, fumo, sessualità distorta. Altri avranno lottato con il loro carattere, con una tendenza ad essere egoisti, tirchi e attaccati al denaro. Altri ancora avranno invece peccato per essere stati litigiosi e prevaricatori nei confronti degli altri. Possiamo immaginare che questi aspetti sbagliati delle nostre vite siano un po’ come questi libri che il Signore ci chiede di bruciare per tagliare netto con un passato. E se questo ci sembra troppo difficile, questo passo torna a gridare: con o senza lo Spirito? Se abbiamo lo Spirito tutto ciò è possibile e naturale!