Che lui cresca, e io diminuisca!

Oggi è una bellissima giornata. Una giornata simbolica, così come è simbolico il battesimo che Gabriele sta per fare. Ricordo molto bene la prima volta che ho visto entrare Gabriele e Caterina in questa sala. Ricordo che a fine culto abbiamo scambiato velocemente due chiacchiere e non mi sarei mai immaginato che nei mesi successivi sarei stato testimone di un grande cambiamento nella sua vita ne tantomeno di trovare in Gabriele un caro amico.

 

Oggi siamo riuniti per celebrare insieme a Gabriele questo percorso e per riflettere sul protagonista che ha reso tutto questo possibile. Prima di leggere qualche versetto dalla Bibbia sui quali vorrei riflettere insieme, vorrei dire due parole sul significato del battesimo all’interno della nostra chiesa e in generale del mondo “evangelico”.

 

Noi crediamo che il battesimo siano uno dei due ordinamenti che Gesù ci ha lasciato. Di per sé il battesimo non salva, perché è la fede in Cristo che salva, e secondo la nostra comprensione biblica deve essere praticato da persone che hanno deciso di seguire Cristo con la loro vita e per questo pratichiamo il battesimo per adulti.

 

Il battesimo non salva, quindi, è viene offerto secondo le parole di un teologo “per confermare, fortificare, consolare la nostra fede” e dobbiamo “riceverlo come dato dalla mano di Dio stesso” (Giovanni Calvino).  

 

Il secondo ordinamento simbolico è quella che noi in genere chiamiamo Santa cena, prendere cioè il pane e il vino per ricordare la morte e la risurrezione di Cristo.

 

Leggiamo insieme dei versetti dal Vangelo secondo Giovanni.

 

Giovanni 3 “22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nelle campagne della Giudea; là si trattenne con loro, e battezzava. 23 Anche Giovanni stava battezzando a Enon, presso Salim, perché là c’era molta acqua; e la gente veniva a farsi battezzare. 24 Giovanni, infatti, non era ancora stato messo in prigione.

25 Nacque dunque una discussione sulla purificazione, tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo. 26 E andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te di là dal Giordano, e al quale rendesti testimonianza, eccolo che battezza, e tutti vanno da lui».”

 

In questo passaggio biblico Giovanni Battista, il famoso profeta che aveva annunziato la venuta di Gesù e il bisogno di un ravvedimento, sta battezzando delle persone insieme ai suoi discepoli. Allo stesso tempo anche Gesù e i suoi discepoli stavano battezzando delle persone. Gesù e Giovanni si erano già incontrati ed era stato lo stesso Giovanni a battezzare Gesù, in uno degli episodi più iconici della Bibbia.

 

Intorno al battesimo si crea una disputa. I discepoli di Giovanni erano un po indispettiti, perché Gesù sembrava riscuotere maggiore successo del loro maestro Giovanni. Ma come era possibile? I discepoli di Giovanni vedevano la bontà, l’integrità, la capacità oratoria e tutte le qualità del loro maestro, e sicuramente avranno pensato che non c’era nessun’altro bravo quanto Giovanni, nemmeno questo Gesù di cui tanto si parlava. È un po’ come quando abbiamo un esempio o un beniamino che seguiamo e apprezziamo in modo particolare, e poi ci dicono che ce ne è uno più bravo. In questo momento della storia Giovanni è di fronte ad un bivio: o decidere di assecondare i suoi discepoli e prendersi tutta la gloria e la fama possibile, oppure decidere di riconoscere Cristo come superiore, non soltanto superiore a lui, ma superiore ad ogni altro essere umano.

 

La risposta di Giovanni è chiara e inequivocabile. Leggiamo al versetto 30 che Giovanni rispose in questo modo ai suoi discepoli

 

“30 Bisogna che egli cresca e che io diminuisca. 31 Colui che viene dall’alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla come uno che è della terra; colui che viene dal cielo è sopra tutti.”

 

Di fronte alla possibilità di mettersi in mostra, Giovanni afferma che Cristo doveva crescere e lui doveva diminuire. Afferma che nessuno è più grande di Cristo, perché Cristo è l’unico essere umano ad non essere venuto dalla terra ma dal cielo.

 

Bisogna che egli cresca e che io diminuisca. Che bella questa frase, quando la capiamo. Che bella che è questa frase, non quando la diciamo con finta modestia, per passare per umili, ma quando la diciamo desiderosi di esaltare il nome di Gesù.

 

Chi può dire questa frase? Persone come Gabriele, che hanno capito e accettato quello che Gesù ha fatto per loro. Diminuire non nel senso di sentirsi senza valore, anzi. I cristiani scoprono il loro valore, la loro identità, facendo crescere Cristo e accettando quello che lui a dire su di loro: che sono amati da un Dio amorevole, che sono figli di un Padre celeste, che sono stati creati da un Dio che desira avere un rapporto con loro, che hanno ricevuto la vita eterna grazie al perdono dei peccati reso possibile dal sacrificio di Cristo Gesù. Questa frase la possono dire persone disposte a diminuire per dare  spazio a Cristo, nel loro cuore, nei loro pensieri e nelle loro azioni. Disposte a riconoscere che soltanto Dio è degno di ricevere l’attenzione, la gloria e l’apprezzamento che spesso desideriamo per noi. Persone che vogliono diminuire il loro ego per permettere a Dio di guidare i loro passi, come un pastore che guida con sapienza e amore le proprie pecore.

 

Forse qualcuno starà pensando “io non ho bisogno di essere perdonato, io non ho bisogno di essere salvato, io non ho bisogno di essere amato ne tanto meno di essere guidato.” Credo che se siamo onesti con noi stessi vedremo che tutti noi siamo mancanti, per quanto ci sforziamo le nostre buone azioni non sembrano mai bastare, i nostri buoni propositi spesso si infrangono come onde contro una roccia. Se siamo onesti vedremo che sentiamo il bisogno di essere amati come solo un Dio che conosce perfettamente le nostre ferite più dolorose può amare. Se guardiamo alla nostra vita con onestà spesso ci sembrerà di vedere delle pecore che vagano senza scopo e senza meta. Ma se siamo disposti a diminuire, a fare spazio a Cristo, tutto questo può cambiare così come è cambiato e sta cambiando nella vita di Gabriele.

 

Oggi festeggiamo insieme a Gabriele, ma non vogliamo celebrare o esaltare Gabriele. Vogliamo prendere spunto dall’esempio di Giovanni Battista e vogliamo anche in questo momento fare spazio per Cristo, affinché egli possa crescere nelle nostre vite e nella nostra chiesa! Come ho detto vogliamo riflettere sul vero protagonista di questa storia, vogliamo innalzare colui che ha reso tutto questo possibile, Gesù Cristo. Sono convinto che questo sia il desiderio di Gabriele questa sera. Attraverso il battesimo Gabriele afferma di aver fatto spazio a Cristo, di averlo fatto entrare nella sua vita, afferma che da quì in avanti vuole continuare a diminuire, anche quando sarà tentato di mettere se stesso al centro, quando sarà tentato di considerarsi più bravo, più saggio o superiore a Dio. Attraverso il battesimo Gabriele afferma di essere morto insieme a Cristo, di essere diminuito al punto di morire in modo da poter riiniziare una nuova vita con Cristo. è per questo motivo che il battesimo che stiamo per vedere viene fatto per immersione totale, perché esso simbolizza la sepoltura della morte in Gesù Cristo. L’acqua che ricoprirà Giovanni rappresenta anche il sangue di Cristo che copre e purifica per sempre i suoi discepoli, come Gabriele. In questo senso il battesimo annuncia che “i nostri peccati sono perdonati, sepolti e cancellati” perché Cristo ha pagato al posto nostro. Infine l’uscita dall’immersione nell’acqua rappresenta anche la nuova nascita e la nuova  vita in Cristo.

 

Insieme a Cristo risuscitiamo dalla morte spirituale per vivere una nuova vita spirituale insieme a lui e insieme a tutti coloro che sono parte di questa famiglia. è per questo che oggi siamo riuniti come chiesa cristiana evangelica libera di Lucca, per annunciare che Gabriele è entrato a far parte della nostra vita, e sta diventando membro della nostra chiesa che si impegna a servir. Noi con la nostra presenza ci impegniamo a prenderci cura di lui nei giorni, mesi e anni che il Signore vorrà concedergli di vivere.

 

Possiamo già affermare che al cospetto del Signore questi saranno i migliori anni di vita di Gabriele. Ma possiamo anche affermare che questo non vuol dire che magicamente non ci saranno problemi o difficoltà. La conferma ce la da anche la storia di Giovanni Battista, di cui abbiamo ammirato l’umiltà oggi. Sapete come è stato ripagato Giovanni il Battista di tutto il suo lavoro per Dio, di tutta l’umiltà rispetto a Cristo? Con la prigione prima, come abbiamo letto nel versetto 24, e con la morte poi, decapitato a causa di un messaggio troppo scomodo per i poteri forti dell’epoca.Ricordati di questo giorno, caro Gabriele, nelle prove, nelle tentazioni, nelle disgrazie che dovrai affrontare. Ricordati di questo battesimo, Gabriele,ricordati della comunione con la chiesa che Dio ti ha messo attorno. Ricordati di questo battesimo, Gabriele, soprattutto come simbolo della tua unione perfetta con Cristo, della tua morte con Lui in modo da poter vivere una vita nuova che non avrà mai fine.