Sali calvo sali!

2Re 2:23-24
23 Poi di là Eliseo salì a Betel; e, mentre camminava per la via, uscirono dalla città dei ragazzi, i quali lo beffeggiavano, dicendo: «Sali, calvo! Sali, calvo!» 24 Egli si voltò, li vide, e li maledisse nel nome del SIGNORE. Allora due orse uscirono dal bosco e sbranarono quarantadue di quei ragazzi.

Il passo che leggiamo oggi è uno di quei passi che – se avessi la possibilità – non includerei nella Bibbia, perché mi sembra inopportuno per la mentalità dei cristiani occidentali. Perché ho scelto un passaggio apparentemente così difficile? Perché vorrei comprendere Dio meglio, senza ignorare i passaggi difficili dell’Antico Testamento.

E anche perché credo che l’Antico Testamento abbia come fine Cristo e vorrei capire meglio perché e come.

Alcune domande che mi sono venute in mente dopo aver letto questo passaggio:

1. È avvenuto effettivamente questo evento? 2 orsi hanno davvero distrutto 42 bambini?

2. Che Dio crudele abbiamo: manda due orsi che vengono a distruggere 42 bambini piccoli per aver chiamato un profeta calvo! È questo il Dio dell’amore in cui credo?

Cosa è successo prima? (2 Re 2)

Vediamo innanzitutto cosa è successo prima che questo evento avvenisse.

Eliseo vede come il Signore ha rapito Elia. Lo spirito di Elia si è venuto su Eliseo. Dopo aver seguito Elia e lavorato insieme a lui per un certo tempo, ora Eliseo continua da solo.

Bethel e Gerico sono luoghi familiari per Eliseo. La gente lo conosce come un profeta e sa cosa è successo a Elia.

Bethel

Ora diamo un’occhiata a Bethel, il luogo attraverso cui Eliseo cammina.

Eliseo cammina da Gerico a Bethel, una distanza di circa 25 km, probabilmente intorno a 20. Bethel è situata su una collina, quindi ha dovuto camminare in salita.

Bethel è un posto importante nella Bibbia:

  1. È dove Abramo pianto le sue tende e costruì un altare. (Genesi 12:8)

  2. È dove Giacobbe ebbe il sogno della scala (Genesi 28:16-19)

Ma cosa era successo al tempo di Elia e Eliseo a Bethel, la casa di Dio?

Dopo che il regno d’Israele si era diviso in due regni per la morte del re Salomone (c.931 aC), Geroboamo disse:

1 Re 12: 27-30

Se questo popolo sale a Gerusalemme per offrire sacrifici nella casa del Signore, il suo cuore si volgerà verso il suo signore, verso Roboamo, re di Giuda, mi uccideranno e torneranno a Roboamo, re di Giuda». 28 Il re, quindi, dopo essersi consigliato, fece due vitelli d’oro e disse al popolo: «Siete ormai saliti abbastanza a Gerusalemme! O Israele, ecco i tuoi dèi che ti hanno fatto uscire dal paese d’Egitto!» 29 E ne mise uno a Betel e l’altro a Dan. 30 Questo diventò un’occasione di peccato, perché il popolo andava fino a Dan per presentarsi davanti a uno di quei vitelli.

Così Jeroboamo fece due vitelli d’oro per impedire che il popolo d’Israele andasse a Gerusalemme per adorare nel tempio. Così la città di Bethel, la casa di Dio, era piena di adoratori di idoli che avevano lasciato Dio totalmente, seguendo false ideologie.

Ragazzi

Focalizziamoci sulle parole dei ‘ragazzi’. Dio è veramente così crudele da permettere che dei ragazzi siano uccisi dagli orsi?

Quando esaminiamo la parola ebraica che viene usata qui per ‘bambini/ragazzi’, possiamo meglio capire l’età e la maturità dei ragazzi. La parola ebraica Na’ar significa ‘ragazzo’ o ‘giovinetto’ o ‘adulto maturo’.

La stessa parola Na’ar è usata in Genesi 41:12 per Giuseppe, che aveva circa 40 anni e in 2 Samuele 14:21 per Absalon, che è un uomo giovane e in 1 Sam 16 per Davide che ha combattuto con Goliat.

Questi ragazzi provengono da Bethel, una città in cui vivevano molti adoratori di Baal e profeti di Baal e sono stati probabilmente spinti e incoraggiati nella loro derisione dai loro genitori. La loro educazione e la cultura locale insegnavano loro a disprezzare i veri servitori di Dio. Possiamo immaginare che erano lì per incontrare Eliseo intenzionalmente!

Quindi, riassumiamo quello che abbiamo scoperto finora. I ‘ragazzi’ non sono un gruppo di bambini di 7 anni, ma un gruppo di giovani provenienti da un luogo in cui non è improbabile che mancasse il rispetto per il Dio d’Israele ei suoi profeti.

Riconoscimento e calvizie

Ma come hanno fatto i ragazzi a riconoscere Eliseo? Lo hanno incontrato prima? O era comune per i profeti essere calvi, e quindi i giovani sapevano che era Eliseo?

Focalizziamoci sulla calvizie.

1. Ai tempi degli Israeliti, I capelli erano considerati come un segno di forza. Quando i bambini lo chiamavano “calvo” sicuramente non era un complimento. Eliseo poteva essere visto come un debole.

Anche i lebbrosi in quel tempo dovevano fasciare le loro teste e erano considerati come degli emarginati. Quindi l’insulto «calvo» era anche peggio.

2. Ma Eliseo era naturalmente calvo o si era rasato la testa in segno di lutto per Elia? Se fosse stato in lutto, allora l’insulto sarebbe stato anche contro Elia, che non sarebbe degno di essere pianto.

3. I giovani riconoscevano Eliseo perché lo avevano visto prima? Voglio dare un suggerimento

Ricordiamoci che Eliseo prese il mantello di Elia dopo la sua ascesa in cielo (2 re 2:12-14)

Di solito gli uomini indossavano un mantello per coprire la testa. Allora come hanno saputo che Eliseo era calvo? Può essere molto probabile che indossasse il mantello di Elia. Così mentre il profeta si avvicinava alla città, questi giovani lo avevano riconosciuto per il suo vestito che era appartenuto a uno dei profeti del Signore.

Ma allora, come hanno saputo questi giovani che Eliseo era calvo, se indossava un mantello? Forse i ragazzi hanno gli avevano strappato il mantello dalle spalle: il mantello che Eliseo aveva ricevuto dal suo maestro Elia.

Cosa ha detto il gruppo dei ragazzi a Eliseo?

Sali, calvo! Sali, calvo!

Il fatto che ripetano queste parole indica che erano veramente convinti di quello che dicevano ed erano veramente arrabbiati con i profeti. Li disprezzavano per tenerli lontani dalla città.

Ma cosa intendevano dire con ‘Sali..sali..’. Bethel è situata su una collina, quindi per raggiungere la città si doveva salire. Ma potrebbe anche avere un significato più profondo, poiché era già ampiamente noto che il profeta Elia era andato in paradiso. “Sali” significherebbe: “Sali, sali in cielo, così come il tuo padrone Elia!” Perciò, loro prendevano in giro Elia, e suggerivano a Eliseo di “scomparire” come lui per andare in “cielo”. Possiamo immaginare che i fedeli di Baal da Betel non credevano nella ascensione di Elia, ci ridevano sopra e cosi facevano anche i loro figli.

2 Re2:24 Egli si voltò, li vide, e li maledisse nel nome del SIGNORE. Allora due orse uscirono dal bosco e sbranarono quarantadue di quei ragazzi.

Allora cosa ha fatto Eliseo dopo le parole dei ragazzi? Li ha maledetti nel nome del Signore. Eliseo mando questo maledizione perché era totalmente in minoranza e si sentiva minacciato? Sembrerebbe logico.

Gli orsi (Osea 13: 8)

Soffermiamoci per un attimo sugli orsi. Prima che gli orsi si presentassero, questo incontro è solo tra esseri umani: Eliseo da un lato e un grande gruppo di giovani dall’altro lato.

Con le loro parole, i giovani, vogliono che Eliseo si senta inferiore a loro. Essi stessi si sentono superiori a Elisea deridendolo.

Notiamo che Eliseo, che è in minoranza, non grida al Signore chiedendo aiuto. Non dice: “Signore, aiutami!”

Non si ferma nemmeno a discutere con il gruppo o a discutere con loro. Eliseo è un uomo che ha una missione e continua a camminare. Quando oltrepassa i giovani, si guarda indietro e li maledice ‘nel nome del Signore’. Non nel suo nome, ma nel nome del Signore.

Così lascia che Dio giudici. I ragazzi dicevano che il suo maestro Elia non era salito in cielo? Volevano impedirgli di andare a Bethel? Eliseo sta dicendo con la maledizione: Dio, adesso è il momento di mostrarti.

E Dio si presenta in modo soprannaturale sotto forma di due orsi, per rispondere all’idolatria di questi giovani e – come ipotesi – dei loro genitori!

Gli orsi possono essere veramente arrabbiati quando hanno figli. Non sarebbe bello pensare a Eliseo come figlio di Dio che era in pericolo? E che gli orsi rappresentano il potere e il giudizio di Dio? Anche tu potresti dire che Dio ha permesso che questa tragedia avvenisse, che i giovani ragazzi hanno raccolto quello che avevano seminato: la morte!

Quindi c’è equilibrio nella natura di Dio. Non è solo amore, ma anche giudizio. Eliseo, nella sua missione per purificare la città di Bethel – e portare l’amore di Dio, era già ostacolato dai figli dei genitori idolatri, quando era in viaggio.

42

Che cosa si dice il numero 42?

Non è scritto quanti ragazzi fossero presenti alla derisione, ma sappiamo che 42 sono stati presi. Ciò indica che c’erano almeno 42 giovani presenti alla derisione.

È singolare che due orsi abbiano potuto attaccare un così grande numero di persone. Forse erano convinti che avrebbero potuto vincere gli orsi e per questo non sono fuggiti? Presumibilmente si sentivano invincibili perché erano in molti.

Osservazioni

Tutto cambia quando Dio interviene”

Facciamo finta di guardare questa storia con lo zoom.

Fino a quando gli orsi non si presentano, leggiamo di un incontro umano tra Eliseo da un lato e 42 giovani dall’altro lato. Se Dio non si fosse mostrato, sotto forma di due orse, questa storia non avrebbe l’effetto che ha oggi.

Ha preso i 2 orsi per far riflettere la città di Bethel sul loro comportamento, il loro culto degli idoli.

Ha lasciato che i ragazzi idolatri venissero puniti in modo naturale, mentre portava a sè in cielo il suo profeta in modo soprannaturale.

Dio è crudele? Questo è il Dio amorevole che perdona che conosciamo?

Quando Dio si presenta nella Sua Santità, usando il suo messaggero Eliseo, l’insoddisfazione e la bestemmia, a Bethel, cessano di esistere.

 

Il mio pensiero è questo: Gli abitanti di Bethel erano vissuti per anni nel peccato e ora dalla morte di 42 dei loro giovani avrebbero dovuto comprendere che Dio è un Dio Santo.

Aggiungo una frase di Greg Gilbert: Nessuno vuole un Dio indulgente verso il male. Ma tutti cercano un Dio indulgente verso il loro male.

Applicazione

Che cosa implica questo passaggio biblico per noi? Come possiamo applicarla nella nostra vita?

Questa storia conosce solo due personaggi principali: Eliseo da un lato e 42 bambini dall’altro lato. Cosa possiamo imparare da questi personaggi?

1. Stiamo per allontanarci da Dio o stiamo per avvicinarci a Lui?

Potrebbe essere che a volte ci comportiamo come questi giovani? Venendo da un luogo idolatra, non avendo un’educazione e un esempio giusto, e sentendoci potenti e invincibili. Spesso quando si vive in modo peccaminoso, ci si sente confortati da altre persone che intorno a noi, peccano ugualmente. Facendo pettegolezzi, sparlando anche con azioni concrete.

Il gruppo di 42, che si sentiva potente e invincibile, era sceso da una città idolatra per imporre le proprie opinioni, i propri pensieri peccaminosi su qualcun altro. Il peccato, in qualunque forma, porta alla fine alla morte. Si sentivano superiori, anche quando stavano sfidando il profeta di Dio. Invece di accogliere il profeta Eliseo con il loro comportamento, si allontanavano da Dio.

Al contrario, Eliseo era in una missione per Dio camminando verso Bethel – la casa di Dio – e così saliva. Eliseo voleva restaurare la città di Bethel, affinché fosse ​​veramente la Casa di Dio e non una città di idolatria e di adoratori pagani. La sua intenzione era di andare verso Dio.

Ma come si sentiva Eliseo? Potrei immaginare che si sia sentito minacciato e debole quando i ragazzi denigravano il suo aspetto esterno, la sua calvizie. Come Eliseo possiamo sentirci deboli quando le persone ci prendono in giro perché siamo credenti. Ma da questo passaggio possiamo imparare che se tutti sembrano contro di te, ricordati: “se Dio è per te, chi potrebbe essere contro di te”? (Romani 8!)

2. Confronto con il ‘prossimo’ Eliseo e noi stessi

Eliseo è il successore di Elia nell’Antico Testamento. Ora viviamo in un momento in cui sappiamo dalle Scritture che il successore di Elia nel Nuovo Testamento è Gesù.

Cosa possiamo imparare da questo ‘nuovo’ Eliseo?

Eliseo ha maledetto i bambini nel nome del Signore. Siamo incoraggiati a fare altrettanto? Gesù propone un altro cammino. Vediamo Luca 6:22.

Luca 6: 22 e 23: 22 Beati voi, quando gli uomini vi odieranno, e quando vi scacceranno da loro, e vi insulteranno e metteranno al bando il vostro nome come malvagio, a motivo del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno e saltate di gioia, perché, ecco, il vostro premio è grande nei cieli; perché i padri loro facevano lo stesso ai profeti.

In Romani 12 leggiamo in versetti 14 e 19:

14 Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite….

19 Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione»[a], dice il Signore.

In altre parole: Dio si occuperà di persone che non credono in Lui, come ha fatto in questo passaggio.

Come Eliseo era il profeta di Dio nei vecchi tempi, Gesù ci chiama ad andare oggi in missione per lui. Eliseo ha portato avanti il messaggio di Elia ed è stato un suo fedele testimone. Anche i discepoli hanno portato il messaggio di Gesù e ne sono stati testimoni. Come Eliseo ed i discepoli noi abbiamo un messaggio da portare: la risurrezione di Gesù.

Siamo chiamati nelle Bethel di oggi: Lucca, Pisa, i nostri luoghi di lavoro, le nostre famiglie.

E spesso ci sembra di essere soli, a volte anche noi ci sentiamo minacciati da colleghi, compagni di classe o membri della famiglia. Le persone che amiamo e che forse ritengono che non esista Dio, che gli esseri umani siano la misura di tutte le cose. Ma ci viene chiesto di impegnarci e di salire come Eliseo a Bethel, anche sentendoci deboli per condividere questo Dio amorevole.

Come Eliseo aveva l’autorità di Dio, coperta con il mantello del suo predecessore Elia, siamo anche noi coperti dalla potenza della resurrezione di Gesù e dallo Spirito Santo.

Anche se potremmo sentirci deboli, come Eliseo, possiamo sapere che Dio è con noi.

Amen.