2 Tessalonicesi 2:13-14 Ma…Dio vi ama!

2 Tessalonicesi 2:13-14  Ma noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità.  (14)  A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo. 

Insieme a Stefano due settimane fa abbiamo visto alcuni dei versetti più criptici dell’intera Bibbia. Versi che parlano di una grande ribellione, l’apostasia, contro Dio; che parlano di un grande male che si contrappone al grandissimo bene del regno di Dio; che parlano di un’era caratterizzata da ogni tipo di inganno ed iniquità.

Ma…

Ma… Le congiunzioni ma che troviamo nella Bibbia sono spesso molto belle e una cosa che vorrei fare un giorno è studiare tutti i ma che troviamo nelle Scritture. Spesso i ma nella Bibbia mettono in contrapposizione la realtà per come la vediamo e percepiamo noi con la realtà divina, una realtà ben più gloriosa della nostra.

Genesi 2, “ma non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male” perché altrimenti rovineresti tutto.

Genesi 6, Dio dice a Noe “ma io stabilirò il mio patto con te”

Salmo 37 ci ricorda che viviamo in un mondo in cui gli empi sembrano farla da padrone, “Ma gli umili erediteranno la terra e godranno di una gran pace.”

Giovanni 3:16-17  Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.  (17)  Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

È in questa serie di ma che si inserisce il ma con il quale inizia il testo di oggi. Sappiamo che ci troviamo negli ultimi tempi. Lo sappiamo perché ce lo dice la Bibbia. Lo sappiamo perché basta osservare con i criteri che abbiamo studiato la settimana scorsa il mondo intorno a noi. Non ci interessa sapere le date esatte dell’apostasia e della parusia, ma riconoscere in quale momento stiamo vivendo.

I tessalonicesi vivevano in tempi difficili ma… Ma Paolo sente forte l’obbligo di ringraziare Dio, lodare Dio per questi cari fratelli e queste care sorelle perché sono amati da il Signore. Essere cristiani e vivere a Tessalonica non era facile, ma il Signore amava i suoi figli, di un amore che non aveva paragoni in termini umani, un amore reso perfetto dalla collaborazione unica del Figlio, che ama, secondo la volontà del Padre mediante o attraverso l’opera dello Spirito Santo. Questo amore da parte di Dio era del tutto immeritato, i credenti tessalonicesi, così come tutti i credenti di ogni luogo e in ogni epoca, non avevano fatto nulla per meritare di essere amati da Dio e scampare al giusto giudizio di Dio.

I tessalonicesi erano circondati da persone che volevano ingannarle, vivevano nel bel mezzo del mistero dell’empietà ma…ma Dio li amava. Paolo in questi versetti vuole incoraggiare i tessalonicesi, ricordar loro non soltanto dell’inevitabilità della sofferenza e della persecuzione, ma anche dell’amore di Dio, un amore che non può lasciare indifferenti né Paolo e i suoi collaboratori, né tantomeno i tessalonicesi.

Se questo non fosse sufficiente, Paolo approfondisce questo concetto, andando ad ampliare l’incoraggiamento verso questa chiesa da lui fondata e spiegando in che modo si è manifestato l’amore di Dio. Sono almeno tre gli aspetti evidenziati dall’apostolo per incoraggiare i suoi fratelli.

Il primo è l’elezione e la chiamata da parte di Dio, il secondo è la salvezza per mezzo dello Spirito attraverso la fede e infine il terzo aspetto è la gloria del Signore.

perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza …  (14)  A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo.”  Il testo che abbiamo letto oggi è uno di quelli che evidenzia in maniera particolare il ruolo divino nel processo salvifico. Per elezione o predestinazione si intende quella dottrina secondo la quale Dio ha, da sempre, predestinato ed eletto alcune persone ad essere salvate secondo il suo beneplacito.

Quando si parla di elezione e di chiamata da parte di Dio le reazioni che si possono avere sono svariate. Ad alcuni questi termini non piacciono o perché non credono che non abbiano un fondamento biblico, o perché cozzano con l’immagine che loro hanno di Dio, o perché sembrano delle camicie di forza che mettono a repentaglio la nostra libertà e la nostra importanza. Di conseguenza non è sempre facile parlare di questo tema ma la mia preghiera è di poter esprimere quello che il Signore mi fa capire dallo studio della sua Parola, in uno spirito umile e fraterno, allo scopo di glorificarlo. Nel mio modestissimo parere, infatti, credo che la Bibbia mostri in tantissimi passaggi che Dio abbia scelto sin dal principio coloro che gli appartengono. Queste parole di Paolo ai tessalonicesi sembrano, ai miei occhi, essere nella scia di tanti altri testi che parlano di elezione.

L’elezione è presente, innanzitutto, nelle parole di Gesù come ad esempio in Mar 13:20  “Se il Signore non avesse abbreviato quei giorni, nessuno scamperebbe; ma, a causa dei suoi eletti, egli ha abbreviato quei giorni.” Oppure in Giovanni 15:16-19 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga…  Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.” Il concetto dell’elezione è presente anche negli scritti degli apostoli, Paolo, Giovanni, Pietro, tutti si rivolgono ai credenti non come cristiani, ma come eletti. Le parole usate in 1 Pietro, per esempio, sono molto simili a quelle di Paolo per i tessalonicesi 1Pe 1:2 “eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito.” L’elezione divina dovrebbe essere abbastanza chiara anche a noi, visto che pregna la lettera ai romani che è oggetto di studio degli studi biblici infrasettimanali a Lucca. Rom 8:28-30  “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.  (29)  Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli;  (30)  e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.”

Non è mio interesse, però, convincervi dell’esistenza o meno dell’elezione, quanto piuttosto soffermarmi sul fatto che Dio salva i tessalonicesi, accettando la conversione di peccatori solo grazie al sacrificio di Gesù. Paolo incoraggia i tessalonicesi perché mette Dio al centro di tutto, e non quello che noi dobbiamo fare, ricordando che di per sé l’uomo non avrebbe mai il desiderio di servire Dio, ma è Dio che è in grado di cambiare il cuore delle persone ed è esattamente questo che è successo con i tessalonicesi. Paolo parla di un piano di Dio che è eterno e che sarà eterno, un piano che non può essere sabotato dagli attacchi del nemico, qualsiasi essi siano. Pensate alle vostre conversioni: potete forse negare l’intervento di Dio nelle vostre vite, un intervento che ha portato in maniera inequivocabile alla vostra conversione? Il cuore dell’essere umano è malvagio, non cerca Dio ed è solo grazie al suo intervento che egli è portato a riconoscere che la propria condizione è disperata, portato a riconoscere il bisogno di un miracoloso intervento divino per essere perdonato, per essere ristorato, per essere purificato.

Il secondo aspetto presentato da Paolo è che questa salvezza nella quale entriamo è una salvezza per mezzo dello Spirito e attraverso la fede, “perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità.”  Questo era di grande incoraggiamento per i tessalonicesi, come per noi oggi, perché la salvezza non si limita ad un momento di conversione, ma è un processo quotidiano nel quale i tessalonicesi potevano contare su due grandi alleati: lo Spirito Santo e la fede nella verità. Lo Spirito Santo, la terza persona della trinità, entra per dimorare in coloro che sono in Cristo. Rom 8:9  “Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui.” Il ruolo dello Spirito è di attestare che apparteniamo al Signore e già questo è di grande incoraggiamento. Ma il ruolo dello Spirito non si ferma qui. Lo Spirito Santo santifica, come scrive Paolo, rende puri. Non è fantastico? Paolo sottolinea il fatto che non soltanto siamo salvati grazie a Dio, ma nella nostra vita di tutti i giorni siamo trasformati dal potere dello Spirito Santo. A volte guardo alla mia vita e mi scoraggio, perché noto tutte le cose che dovrei fare meglio: amare di più, pregare di più, avere più pazienza eccetera eccetera. Ma io con le mie forze non posso fare un bel niente! È lo Spirito che trasforma i miei desideri dall’essere carnali all’essere spirituali, ed è il risultato del lavoro dello spirito che porta in noi a manifestare il frutto dello spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo. Noi “…siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, “secondo l’azione “dello Spirito” 2Co 3:18

L’altro elemento di questa salvezza è la fede nella verità. L’anno scorso, in occasione del 500nario della Riforma, abbiamo ricordato spesso la bellezza del sola fede come espresso benissimo da Paolo nelle lettera agli efesini “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.” (Eph 2:8) La cosa che mi ha colpito mentre leggevo questi versetti è che la fede che abbiamo è una fede nella verità. Une verità assoluta, onesta, vera, indiscutibile. Una verità che respingeva le false teorie e dottrine che circolavano fra i tessalonicesi, una verità che esortava a preservare durante la persecuzione. Ma anche, per noi, una verità che si contrappone alle menzogne di satana, al relativismo estremo del 21simo secolo, alle fake news dei social media, ad una cultura che si professa post-verità. Una verità più grande dei post su FB, più grande delle false promesse degli idoli della fama, del potere, dei soldi, del sesso. È la fede in questa verità che deve farci da compasso, guidare i nostri passi giorno dopo giorno,

Infine il terzo aspetto è la gloria del Signore. “A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo.”  Il premio sul quale i tessalonicesi dovevano fissare i propri occhi, durante la persecuzione e la sofferenza, era la gloria di Cristo Gesù. Mi riesce molto difficile capire il concetto di gloria. Figuriamoci doverlo spiegare. Peniamo alla gloria come alla manifestazione della grandezza, della santità, della perfezione di Dio. Gesù Cristo è venuto su questa terra per diventare uno con l’essere umano, per prendere il posto dell’essere umano di fronte al giudizio di Dio. Dopo la sua morte, egli è risorto e ora siede alla destra del Padre, “al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro. Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti.” (Efesini 1:21-23). Questa gloria, al di sopra di ogni cosa che possiamo vedere e immaginare, è anche nostra in Cristo. In Cristo riceviamo la gloria di Dio, in questo momento in modo parziale ma un giorno in maniera completa. Grazie all’unione con Cristo, la gloria del Dio perfetto è nostra. Questa promessa è di grande sprono, ma anche di grande incoraggiamento, per i tessalonicesi e per noi. Di incoraggiamento perché Dio difenderà sempre la propria gloria, e di conseguenza noi. Lo farà perché è un Dio fedele e giusto.

Paolo condivide queste parole con i tessalonicesi con lo scopo di incoraggiarli, e non per demotivarli. Lo fa ricordando che l’elezione, l’appartenenza a di Dio ci incoraggia, ci sprona, ci fortifica perché la nostra salvezza appartiene a Dio, da Dio abbiamo ricevuto una salvezza eterna, una salvezza che fa parte del piano di Dio dal principio, che continua nel presente anche in mezzo a mille difficoltà e che continuerà per l’eternità. Il vangelo predicato da Paolo, la buona notizia annunciata, presenta una grazia talmente grande da essere capace di salvare chiunque creda, a prescindere dal proprio passato o dagli sbagli commessi. Ma non soltanto Dio ci ha salvati, egli ci fortifica e ci rende “migliori” attraverso lo Spirito Santo che dimora in noi, che ci cambia, ci trasforma e ci rende sempre più simili a Dio al punto da poter manifestare quel frutto dello Spirito che altrimenti è impossibile far crescere. Dio ci dà al tempo stesso la fede nella Verità con la V maiuscola. E infine ci assicura e ci promette la gloria di Cristo del Cristo risorto.

Le implicazioni di questi versetti dovrebbero accompagnarci giorno dopo giorno, ricordarci chi siamo e a chi apparteniamo. Voglio che i miei desideri, i miei obiettivi, la mia etica, la mia speranza vengano dettati non dal mio lato carnale, ma forgiati dalla nozione di un Dio che esiste, che mi ha cercato dall’eternità, che mi ha cambiato, che mi ama, che mi ha accettato nel nome del suo Figlio che è morto per rendere tutto questo possibile, un Dio che dimora in me, che mi dà di conoscere la Verità, che mi promette la sua gloria.  Voglio arrendermi al Signore e lasciarmi trasportare dal fatto che sono suo e sono al sicuro in lui, dal fatto che lo Spirito vive in me e mi guida, santificandomi. Dal fatto che la gloria di Dio è mia, una gloria ben più preziosa dell’effimera gloria del mondo.

Nella nostra cultura che vuole definire secondo i propri criteri, questi versetti mi spingono a ricercare i criteri di Dio nella ricerca di un partner da sposare, nel rapporto con il sesso, nella gestione dei rapporti famigliari, nel modo in cui posso essere forte pur essendo debole sapendo che sono eletto da Dio e prezioso ai suoi occhi, nel modo in cui mi impegno a 360 gradi per l’avanzamento del regno di Dio. Nel modo in cui resiste alle tentazioni del mondo grazie allo Spirito, nel modo in cui mi oppongo al relativismo del mondo con la Verità di Cristo. Ricordati che non sarà facile, MA Dio ti ama!

Infine voglio rivolgermi a coloro che non appartengono ancora al Signore. Tutto quello che è nostro, può essere anche tuo! La salvezza eterna per mezzo del perdono dei peccati, l’aiuto dello Spirito Santo per cambiare un carattere ed una natura corrotti dal peccato, la Verità che risponde a tutti i tuoi quesiti, la gloria di Dio. Tutto questo può essere tuo. La tua vita può essere allo sbaraglio, MA Dio ti ama!