Cristo ci basta?


Colossesi 1:15-20

 Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; 16 poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. 17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. 18 Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. 19 Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza 20 e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.

Se abbiamo cominciato la lettura di questa epistola dicendo che Paolo reputa la chiesa di Colosse una buona chiesa, le affermazioni su cui si sofferma nel rivolgersi ai colossesi rivelano che probabilmente questi giovani credenti, erano o avrebbero potuto essere influenzati da qualche dottrina storta. Senza rimproveri Paolo fa una serie di sottolineature che vediamo chiaramente in questo testo dalle volte che ripete certe cose:

  • Quante volte dice “Egli è”, riferendosi a Cristo? Ben 4 volte! Capiamo che per Paolo è fondamentale per i Colossesi capire chi sia realmente Gesù.
  • Quante volte dice “lui” preceduto da in, per mezzo ecc. 7 volte! É molto chiaro che Paolo vuole fare risaltare l”importanza di Cristo oltre alla sua identità.
  • Quante volte dice tutto, tutti, tutte, tutta e ogni? 7 Volte! È chiaro che Paolo vuole che i colossesi capiscano come Cristo è veramente dappertutto e come niente esista senza di lui.

Saranno queste sottolineature fatte di parole ripetute che ci guideranno nel capire questo testo ricco.

  1. Cristo origine e signore di tutta la creazione.

La prime affermazioni riguardano il posto di Cristo all’interno della Creazione. Non c’è un Dio da una parte separato da Cristo dall’altra, ma un unico Dio che opera e in questo operare è sostanzialmente unito. Se c’è un Dio creatore, questo Dio creatore invisibile, è reso visibile proprio attraverso Gesù. Paolo sottolinea che Gesù non è semplicemente un uomo ad immagine di Dio, come Adamo, ma è proprio l’immagine totale di Dio. Qualsiasi cosa sia stato creato, tanto nel mondo visibile che in quello invisibile, è stato creato soltanto in lui. E qualsiasi cosa esista è stata fatta in vista di lui. Cristo è quindi sia l’origine, che lo scopo finale di tutta la creazione.

Perché Paolo sta dicendo questo ai colossesi? È possibile che alcuni falsi profeti avessero cominciato a predicare un vangelo in cui il posto di Cristo veniva in qualche modo relativizzato. È importante, ma non centrale. Fondamentale certo, ma anche tante altre divinità possono avere il loro posto. Sicuramente tutto sussiste in lui, ma ci sono cose che hanno tutta la loro dignità, la loro importanza… A ben guardare la storia del cristianesimo ci mostra simili derive: in partenza un vangelo fondato esclusivamente su Cristo per concludere con un vangelo arricchito di mille altre divinità… Santi, autorità ecclesiastiche più o meno divinizzate, chiese che si pongono come intermediari tra Dio e l’uomo… Lo scopo di Paolo è quello di sottolineare la sufficienza di Cristo. Non c’è bisogno di aggiungere altro perché Cristo basta a spiegare l’origine del mondo, il sussistere della creazione e lo scopo finale: in vista di lui! La creazione è concepita come una meravigliosa opera che ha come fine di dare gloria a Dio in Cristo! Questa centralità e sufficienza di Cristo a Colosse erano probabilmente minacciati da insegnamenti esterni, da cui le esortazioni di Paolo.

Applicazione. È importante chiedersi nelle nostre società opulente se Cristo ci basta. Ognuno di noi vive una vita ricca di stimoli, di interessi e di attività. Leggiamo libri, vediamo film, ci incontriamo e facciamo molte cose. Chiediamoci quindi se ci rendiamo conto di come tutte queste cose siano originate in Cristo, trovino il loro senso in Cristo o siano qualcosa che vogliamo aggiungere. Di cosa riempiamo la nostra vita? Come ringraziamo Dio per aver trovato gioia in tutte le cose facciamo? Pensiamo anche che molti benché credenti possono essere terrorizzati da signorie, principati, potestà. Possono avvertire la forza spirituale negativa di paure, di sogni, idee o problemi che li ossessionano. Paolo ci ricorda che non c’è niente di più grande di Cristo, né niente che possa essere indipendente da Cristo, perché tutto sussiste solo in lui. Non c’è una forza maggiore. Né dentro di noi (inconscio, istinti), né fuori di noi. Perché tutto è in Cristo e questo basta a rassicurarci.

  1. Cristo è il capo della chiesa.

Se Cristo è signore sulla creazione a maggior ragione lo è della chiesa. Qualcuno potrebbe dubitare del primato di Cristo sulla creazione visto che molte storture della creazione ci spingono a chiederci chi ne sia il vero capo. Ma per fede rispondiamo che ciò che Cristo ha operato nella creazione è cominciato e va avanti e vedremo la piena realizzazione del sussistere di tutto in Cristo solo una volta che Gesù sarà tornato ed avrà mostrato in che modo tutto sussiste in lui. Tuttavia se diciamo che Cristo è il capo della chiesa le cose dovrebbero sembrare più semplici. La chiesa è quel corpo che riconosce Cristo come capo e da cui deve dipendere. Eppure, se Paolo si sente in dovere di ricordare questo ai colossesi, significa che anche queste punto meritava un maggior approfondimento. Forse, felici della loro fede e speranza e amore si limitavano ad una gioia rinchiusa nella sola Colosse… Forse La loro fede dimenticava alcune punti fondamentali… Forse ancora qualcuno voleva fare il capo e prendeva il posto di Cristo… Sono solo ipotesi, ma cerchiamo di cogliere il succo di quello che Paolo dice:

  • Le chiese non sono isole, gruppi individuali a sé stanti che fanno vita autonoma. Sono membra di un corpo ben collegato ad una testa, un cervello da cui ricevono tutto: questo centro di controllo e comando è Gesù, e queste membra dipendono solo da Gesù.
  • Gesù è il primogenito dei morti, quindi le membra sanno che la morte è sconfitta, e che l’unico primato va a chi l’ha sconfitta
  • Tutto ciò di bello e di orribile che vediamo nel mondo è stato riconciliato nel corpo di Gesù grazia al sangue della croce. Morire per i peccati dell’umanità significa pagare un prezzo cosmico che cambia radicalmente le sorti del mondo. Il mondo maledetto può diventare un nuovo mondo, una nuova creazione e la chiesa ne è il primo esempio.

Applicazione. La parola pienezza mi fa riprendere la domanda: ci basta Cristo nelle nostre chiese? Molti sono sono facilmente sconvolti dai mali presenti nel mondo, dalle prove che incontrano, dal male che in tanti modi avanza, e dalla morte stessa che si manifesta in molte forme. In mezzo a tutto ciò chiediamoci se abbiamo capito o no che tutte le cose sono già state riconciliate in Cristo. Quest’abbondanza di aggettivi indefiniti, tutto, ogni, tutte, tutti, insiste proprio sulla totalità di quello che Cristo ha fatto per noi. Se Cristo è il primogenito dei morti, la morte stessa è sconfitta in lui e a questa vittoria stiamo aggrappati saldamente.

In ogni chiesa il rischio grosso è di cambiare capo, o primogenito, o agente della riconciliazione. È possibile di sostituirli con altre istanze: una vita comunitaria entusiasmante, conviviale e ricca. Un’agenda piena di attività di tutti i tipi. Un’atmosfera spirituale, con una bella musica e un ambiente simpatico. Sono tutte cose belle che devono conseguire ad una sana vita di chiesa, ma non possono sostituirsi a quel fondamento unico e irripetibile. Cristo! Ci basta?

  1. Non separare

A conclusione di questa riflessione, e riprendendo le varie sottolineature fatte da Paolo credo sia importante insistere sulla visione del mondo e di Cristo offerta da Paolo. Paolo mette davanti a noi un modo di guardare la realtà che non è suddiviso in tante sfere ed in tante parti, ma è sostanzialmente unito e sussistente in Cristo. Leggendo questo passo possiamo trovare molte realtà che si presentano in più modi e che potremmo essere tentati di separare, con la conseguenza di vivere una fede strana, capace di abbracciare solo alcune parti della realtà in cui siamo.

Cielo e terra. Il passo ci parla di cose visibili e di cose invisibili o di quelle che sono in cielo e altre sulla terra. Molte filosofie le separano esaltando solo quelle terrestri (chiunque neghi l’esistenza dello spirito) oppure solo quelle celesti (chiunque disprezza tutta la creazione materiale, perché guarda solo lo spirito). Ma se Cristo è Signore delle cose nel cielo come di quelle sulla terra questa separazione è sbagliata. Questo è anche il motivo per cui non si deve separare Gesù creatore da Gesù redentore. Gesù non ci tiene lontani da un mondo materiale cattivo per portarci nel suo regno spirituale, ma ci fa vivere in questo mondo che è sia materiale che spirituale, con tutto ciò che questo implica. Sempre per questo motivo la chiesa non è un monastero isolato dal mondo in cui è, ma la primizia di quella nuova creazione che si realizzerà e che nel modo di vivere deve dimostrare di essere nuova.